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Piccola riflessione su Arcore e Renzi

Nell’ambito della discussione infinita sulla dialettica tra servo-padrone, che Hegel usò  addirittura per riflettere sul processo di autocoscienza, c’è chi ha scritto che una persona che si fa aiutare ad indossare un cappotto è di per sé già un "corruttore", perché fomenta un atteggiamento servile utile ad ottenere qualcosa. Accettato questo principio non mi sembra azzardato considerare che un uomo che rappresenta il potere pubblico e che riceve questuanti istituzionali nella sua casa privata, e non nella casa del governo,  appartenga alla stessa identica categoria.

Opportunità, contingenze, disponibilità di orari e tempi, sono, per entrambe le parti,  solo miseri motivi che non reggono, nella sostanza, per giustificare la necessità di un incontro in un luogo davvero improprio.

Se il paragone regge ed è valido  esso impone una cruda valutazione della visita, fatta ad Arcore,  al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da parte del Sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Il primo è un corruttore, mentre il secondo non è uno stupido, ma un corrotto.

Naturalmente, ripeto, se si accetta l’equiparazione al principio.


Massimo Michelucci