Il 12 e 13 giugno si svolgeranno i referendum sull'acqua come bene comune, il nucleare e il legittimo impedimento.
Proporre la “non partecipazione” è atto irresponsabile, perché è l'invito a sottrarsi ad un confronto sereno e deciso sui problemi, minando le fondamenta stesse di una democrazia avanzata basata su una amplificazione delle forme della partecipazione attiva di cittadini responsabili e consapevoli.
Nell'invitare quindi a votare esprimendo ciascuno il proprio pensiero, come AAdP riteniamo che si debbano esprimere 4 SI:
Un SI per l'acqua come bene comune (non solo pubblico). Se è vero che in gioco c'è la gestione del servizio idrico, è altrettanto evidente che una gestione con privati, quindi in una logica di “profitto”, trasforma di fatto l'acqua in merce. Non a caso la Nestlè ha proposto proprio in questi giorni in Canada di creare una “borsa mondiale dell'acqua”, paragonando l'acqua ad altre materie prime (petrolio, diamanti...).
Un SI contro la logica del profitto garantito del 7% ai privati che gestiranno i servizi idrici, proprio perché l'acqua non può essere una merce sulla quale fare speculazioni. Garantire il 7% a compensazione degli investimenti fatti (ovviamente da caricare sulla bolletta), di fatto è un ulteriore balzello posto a garanzia del profitto dei privati.
Un SI contro un piano energetico nazionale che vuole ripristinare il nucleare. Nessuna demonizzazione, ma la consapevolezza che allo stato attuale viene proposta una scelta che condizionerà in maniera forte e preoccupante l'ambiente futuro che lasciamo in eredità ai nostri figli, evitando invece di ripensare, in maniera più sobria, il nostro modello di sviluppo e l'uso dell'energia che ne consegue, che è la prima causa delle disuguaglianze del pianeta, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Un SI per una giustizia uguale per tutti, in cui non ci siano “sospensioni” di alcuna natura per chiunque sia.
Il Senato AAdP