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Verso la marcia della pace Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli". Contributi di Alex Zanotelli, Maria G. Di Rienzo e Giovanni Russo Spena

In vista del cinquantesimo della marcia della pace Perugia - Assisi, che si terrà il prossimo 25 settembre, condividiamo alcune delle interviste che il Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo ha pubblicato sui notiziari quotidiani.

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quale è stato il significato della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

  • Alex Zanotelli: Di aver mantenuto vivo il tema della pace.

  • Maria G. Di Rienzo: Il mantenere presente che la pace è un'armonia vivente creata dallo stabilire relazioni giuste con se stessi, gli altri esseri umani, le altre forme di vita, la Terra intera.

  • Giovanni Russo Spena: Significato decisivo. La marcia ha tenuto vivo lo spirito postbellico che permeò la costruzione della nuova Onu: mai più campi di concentramento, mai più guerre. Essa si è fondata soprattutto su un paradigma fondamentale: non vi è pace senza giustizia nel rapporto tra i popoli. La pace non è solo assenza di guerra ma un pieno di iniziative quotidiane positive, sia individuali che collettive. La Marcia, costruendo una nuova coscienza civica, un nuovo senso comune che mette insieme laici e donne e uomini di fedi diverse, ha saputo esprimere la critica etica e politica ai poderosi processi di riarmo ed al complesso militare-industriale che pretende la guerra per il suo keynesismo militare.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Cosa caratterizzerà maggiormente la marcia che si terrà il 25 settembre di quest'anno?

  • Alex Zanotelli: È il cinquantesimo anniversario della prima marcia promossa da Aldo Capitini: è fondamentale ritrovare l'ispirazione della nonviolenza attiva.

  • Maria G. Di Rienzo: Inevitabilmente, il collegamento con la crisi profondissima (di valori e cultura, sociale, economica, politica) in cui si trova il paese che la ospita, un paese in guerra a dispetto della propria Costituzione e che neppure ne è del tutto consapevole.

  • Giovanni Russo Spena: La Marcia cade quest'anno nel contesto della grave crisi della globalizzazione liberista. Credo che il tema da mettere a fuoco sia quello della crescita delle spese militari rispetto alla distruzione dello stato sociale, del diritto al lavoro, dei diritti universali costituzionali. Non si tratta solo di dati quantitativi, pur rilevanti, ma dell'affermazione di un'idea di societa', di una concezione alternativa della statualità per la costruzione di un nuovo spazio pubblico. Dovremo, ovviamente, riaffermare il valore e i contenuti della partecipazione di massa ai referendum sui "beni comuni". Anche la pace è un "valore d'uso" che non può subire scambio e mercificazione.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Qual'è lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

  • Alex Zanotelli: Siamo piuttosto mal messi.

  • Maria G. Di Rienzo: Molto volonteroso, poco visibile e troppo commemorativo.

  • Giovanni Russo Spena: A me pare che vi sia una diffusione (forse carsica, non prorompente, ma reale). Non vi è dubbio che i processi di esasperazione sociale stiano, spesso, inducendo a cortocircuiti violentisti. Occorre, forse, una più convincente campagna di opinione tesa a dimostrare che, storicamente, la nonviolenza è straordinariamente efficace per raggiungere obiettivi civili, democratici, ma anche classisti. La forza della nonviolenza sta nella diffusione straordinaria sul territorio dei gruppi che professano cooperazione internazionale, accoglienza dei migranti, diplomazia dal basso, commercio equo e solidale, ecc. Siamo fuori dal circuito mediatico e politico, ma dentro la societa'.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quale ruolo può svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e gli altri mobimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

  • Alex Zanotelli: Mettersi insieme, fare rete, per porre con forza il tema della pace alla nazione.

  • Maria G. Di Rienzo: Credo che, almeno a breve termine, continueranno a svolgere ognuno il proprio ruolo nella posizione che hanno scelto e con i referenti che hanno scelto. Non vedo al momento aperture o novità di sorta.

  • Giovanni Russo Spena: Ne consegue il ruolo dei movimenti come animatori dei processi di autogestione sociale che, senza politicismi ed opportunismi, tentano di condizionare le istituzioni, sempre più mute, distanti, nemiche. Il militarismo cresce a dismisura nelle istituzioni per la retorica bellicista e nazionalistica del governo (ma anche di gran parte del centrosinistra e dello stesso presidente della Repubblica). Dovremo rafforzare la mobilitazione contro le politiche imperialiste e colonialiste.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quali i fatti più significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

  • Alex Zanotelli: La nonviolenza attiva praticata dai giovani tunisini ed egiziani ottenendo una grande vittoria.

  • Maria G. Di Rienzo: Ovunque le lotte e le iniziative delle donne. Ma finchè sono quasi da sola a vederle e a raccontarle capisco che è difficile crederci. Persino quando le donne sono uccise nel processo le notizie passano sotto silenzio. Susana Chavez, 36 anni, è stata assassinata all'inizio di quest'anno (torturata, soffocata con un sacchetto di plastica e smembrata) perché leader del movimento "Ni una mas" che chiede giustizia per il femminicidio costante a Ciudad Juarez. Non ho colto uno straccio di rimando non solo sui media del mainstream (figurarsi) ma neppure da parte di coloro che mi inondano di esortazioni alla protesta via mail quando l'assassinato si chiama Felipe o Ahmed o Giovanni. L'anno scorso la campagna "One day struggle", organizzata da gruppi di donne, ha visto iniziative concomitanti sulla difesa dei diritti umani in Libano, Bangladesh, Malesia, Iran, Egitto, Pakistan, Palestina, Tunisia, Turchia, Ghana, Pakistan e Sudan: l'avesse realizzato chiunque altro - possibilmente senza "F" sulla carta d'identità - l'avreste saputo ben prima di oggi. In India le "Madri dei semi" (Bihana maa) percorrono il paese identificando, collezionando, facendo germinare e scambiando le sementi tradizionali che liberano i coltivatori dalla stretta dei biopirati; in Brasile 70.000 Margaridas (margherite, in onore di Margarida Maria Alves, leader sindacale assassinata nel 1983) in camicette porpora e cappelli di paglia marciano chiedendo diritti per le donne che lavorano nelle foreste e nelle zone rurali; in Messico una cooperativa di pescatrici sta diffondendo "l'ecologia delle mangrovie", restaurando un ambiente devastato dagli uragani e, soprattutto, dal cambiamento climatico. Mai sentito nulla al proposito? Che strano...

  • Giovanni Russo Spena: Due mi sembrano i grandi processi internazionali: le rivolte democratiche, classiste, nonviolente delle ragazze e dei giovani arabi, che dimostrano che i processi rivoluzionari nei paesi arabi non portano necessariamente al fondamentalismo. Le piazze giovanili spagnole, greche, in parte francesi ed italiane dimostrano la forza della nonviolenza. È importante che i movimenti non cadano nella trappola del potere che provoca, reprime, incrimina, arresta per creare la tragica spirale: repressione/risposta violenta e disperata. Anche dai paesi latinoamericani, dalle comunità indigene innanzitutto, vengono esempi importantissimi di conquiste e di realizzazioni di popolo assolutamente pacifiche, forti della nonviolenza.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

  • Alex Zanotelli: Spese militari in Italia e no alle guerre in Afghanistan e Libia.

  • Maria G. Di Rienzo: Posso parlare solo per me stessa: la mia priorità è la violenza di genere. Ma non perché sono donna, non perché sono femminista, non perché ho scelto un tema che conosco: è la mia priorità perché la violenza di genere è la base fondante della melma insanguinata che inonda l'Italia da vent'anni (quella che è diventata la "nostra cultura", sapete), perché la violenza di genere è il principio da cui sciamano tutte le altre ed io voglio che ciò finisca a partire dalle radici, affinché la mala pianta non cresca più e noi tutti, donne ed uomini, si possa coltivare al suo posto rispetto e cooperazione.

  • Giovanni Russo Spena: Ho già detto, riassumendo, che le azioni immediate, a mio avviso, tra le altre, sono essenzialmente tre: riduzione delle spese militari; mobilitazione di massa per il ritiro delle truppe; riorganizzazione delle azioni di obiezione, internazionaliste, di nonviolenza nei territori, coniugando la mobilitazione locale con grandi obiettivi globali, generali. Ad esempio: quando critichiamo l'Unione Europea per la sua politica fallimentare e repressiva sul piano economico, dobbiamo anche ricordare la nostra contrarietà all'esercito europeo (che, altrimenti, nascerà sotto i nostri inconsapevoli occhi).

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Che cos'è la nonviolenza e come accostarsi ad essa?", cosa le risponderebbe?

  • Alex Zanotelli: La nonviolenza attiva è una profonda forza interiore ("forza della verita'", "forza dell'amore") che porta a impegnarsi, a cambiare strutture inique, imperi, dittature. Nulla può resistere alla forza trainante della nonviolenza attiva.

  • Maria G. Di Rienzo: La nonviolenza è il coraggio dell'amore. Per avvicinarti ad essa troverai molte vie (libri, esempi, persone); puoi bussare alla porta del Movimento Nonviolento, sicuramente ti ascolteranno e sapranno consigliarti. Nel frattempo rifletti sulla "regola d'oro": non fare ad altri ciò che non vorresti fatto a te.

  • Giovanni Russo Spena: Per comprendere l'essenza della nonviolenza penso al rapporto tra mezzi e fini: la nonviolenza non è centrismo mediatorio, non è assenza di lotta di classe ma il metodo più efficace per raggiungere i risultati di critica e di sconfitta del potere in quanto lo indebolisce di fronte all'opinione pubblica. Non siamo idealmente lontani dalla concezione gramsciana dell'egemonia e della conquista delle "casamatte". Non vi sono, oggi, Palazzi d'Inverno da assaltare ma processi di autogestione e di contropotere da conquistare disgregando anche i potero militari dell'avversario di classe. Ci accostiamo alla nonviolenza attraverso due percorsi: quello dell'utopia quotidiana (alla Bloch, per intenderci), elaborando la necessità di una società sobria, pacificata, egualitaria, ove la liberazione individuale è fondamento delle libertà collettive. In secondo luogo, credo sia essenziale il protagonismo, l'azione diretta, la partecipazione all'associazionismo e al volontariato.


Note biografiche degli intervistati:

Alex Zanotelli: Missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista "Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico è tornato in Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri; negli ultimi anni è tornato in Italia costantemente impegnato per la pace, la biosfera, i diritti umani di tutti gli esseri umani; è direttore responsabile della rivista "Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; è tra i promotori della "rete di Lilliput" ed è una delle voci più prestigiose della nonviolenza nel nostro paese.

Maria G. Di Rienzo: Prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Università di Sydney (Australia); è impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarietà e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza.

Giovanni Russo Spena: Militante politico, giurista, già parlamentare, è impegnato nella sinistra e nei movimenti per i diritti. Tra le opere di Giovanni Russo Spena: Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riportiamo per minimi stralci la seguente scheda: "Giovanni Russo Spena (Acerra, 10 novembre 1945), laureatosi in giurisprudenza nel 1969, docente universitario a Napoli. Impegnato nel Movimento Politico dei Lavoratori, poi nel Partito di Unità Proletaria, divenuto poi Pdup per il comunismo, nel 1978 aderì a Democrazia Proletaria, partito di cui fu segretario nazionale dal 1987 fino al 1991. Sempre nel 1987 fu eletto deputato. Nel 1991 fu favorevole allo scioglimento di Dp in Rifondazione Comunista. Fu riconfermato deputato nel 1992. Nel 1996 fu eletto senatore. Nel 2001 viene rieletto alla Camera. Nel 2006 viene rieletto senatore ed è presidente del gruppo parlamentare del Prc al Senato. Dopo la caduta del secondo governo Prodi annuncia di non volersi più candidare al Parlamento. Dal settembre 2008 è responsabile del Dipartimento Giustizia del Prc"