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Voci degli invisibili della Casa di Accoglienza di Massa: Mohamed

Piccolo, riservato, educato e sorridente.

Un sorriso smarrito di chi è dentro un incubo e cerca la strada per uscirne.

La Casa di accoglienza come piccolo rifugio per riordinare le idee e decidere il da farsi. E insieme la ricerca di un letto dove far riposare le costole ferite dalle prime notti passate in auto.

E' così che inizia questo incubo. Le notti senza un tetto – e senza un letto – dove riposare.

Mohamed è appena tornato dal Marocco. Un breve soggiorno per sostenere la sua donna e i suoi tre figli, la sua bimba malata di 2 anni, il cucciolo di 7 mesi e il più grande.

Il ritorno in Italia per riprendere il suo lavoro di cuoco mentre sta per iniziare “la stagione” della Versilia. Per cercare le medicine per la bimba. E per organizzare un possibile ricongiungimento in Italia di tutta la famiglia.

Un programma importante, l'eroismo quotidiano di un uomo che lavora per i suoi cari.

Ma in Italia arriva una sorpresa.

La casa in cui da anni Mohamed è in affitto a Marina di Massa è stata affittata ad altri durante la sua assenza. “Eppure ho continuato a pagare l'affitto” - spiega.

Mohamed è smarrito. Perché le notti all'aperto gli fanno paura, perché se non ha una casa decorosa in cui abitare rischia di non avere lo spazio dove lavarsi, dove rendersi presentabile al lavoro che lo attende.

“E poi come faccio a far venire in Italia i miei bimbi se non ho una casa nemmeno per me?”. Già!

La dignità è il tratto distintivo del suo sguardo. Una dignità consapevole, colta.

Una cultura mediterranea, con la sua dolcezza, con le sue aperture e la sua flessibilità, con il suo essere sempre a cavallo tra diversi sguardi, tra diversi punti di vista.

Mohamed è laureato in Marocco in letteratura francese.

Potrebbe insegnare francese ma in Italia una forma di razzismo istituzionale fatica molto a riconoscere i titoli di studio extra-europei.

Quindi Mohamed fa il cuoco e racconta di una cucina creativa, capace di mescolare sapori, odori, idee, suggestioni. Ci rapisce con l'idea di una pasta ai gamberi sfumata al profumo di pesche. E la proposta di aggiungere un po' di prezzemolo al nostro pesto di basilico. Una cucina che è una cultura e un'apertura alle diverse possibilità. Mediterranea anche in questo.

Nel racconto di quello che Mohamed è e di quello che sa fare, dell'arte del mangiare e della cultura e letteratura araba maghrebina, si trova un crocevia di possibilità diverse, di storie, di culture.

Parliamo di Camus, di Sartre, di Ben Jelloun. Il suo sguardo si apre.

Lo smarrimento iniziale si dirada. Per un attimo sembra tornare in un mondo che riconosce, in un Paese che riconosce. La richiesta di aiuto riacquista dignità nel momento stesso in cui il discorso può muoversi in un terreno condiviso, di scambio, di dialogo, in cui tutti abbiamo qualcosa da dire e voglia di ascoltare.

E' Mohamed il “marocchino” a cui dopo 17 anni di vita e di lavoro l'Italia non sa dare tutele, diritti, rispetto.

E' Mohamed il “marocchino” a cui si può rubare la casa, il canone di affitto, la dignità, il futuro.

Mohamed, un nome proprio da marocchino per una storia tanto banale da asciugarsi come una goccia d'acqua al sole di maggio.

Enio


L'Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza vuole condividere le storie degli ospiti della Casa di Accoglienza di Massa, raccolti dai volontari, in modo mettere in comune emozioni e frammenti di vita delle persone che vengono ospitate settimanalmente presso la struttura.