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Intervista a Enrico Cecchetti - presidente dell’Associazione Euro-African Partnership

Quali sono le ragioni e i motivi che hanno portato alla creazione dell’Associazione Euro-African Partnership e alla iniziale collaborazione tra Nazioni Unite e Istituzioni toscane ?

L’Associazione EUAP Onlus opera in continuità con le iniziative sviluppate con il progetto Euro-African Partnership for Decentralized Governance promosso nel 2005 dal Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UNDESA) e dalla Regione Toscana, con il sostegno del Ministero per gli Affari Esteri italiano.

L’Associazione mira a sostenere i processi di decentramento e autogoverno locale in Africa, in particolare attraverso la costruzione e lo sviluppo di partenariati sostenibili, di lungo periodo tra enti locali e regionali, nella prospettiva nord-sud e sud-sud.

Negli ultimi anni i temi del decentramento e dell’autogoverno locale in Africa si sono progressivamente affermati a livello internazionale e, ancora prima, in molti Paesi africani come la chiave di volta per affrontare su basi nuove questioni decisive per il futuro del continente, quali sviluppo locale, democrazia e pace.

Quella impegnata in questi campi, è un’Africa lontana dai troppi stereotipi e pregiudizi diffusi da noi che ci impediscono di vedere gli straordinari processi di cambiamento che sono in corso in un continente molto vicino e decisivo per il nostro presente e ancora più per il nostro futuro.

E’ un’Africa che, pur tra immense contraddizioni e limiti, si sta confrontando con temi decisivi per ogni area del mondo, come lo sviluppo territoriale e la valorizzazione delle risorse locali e che si sta misurando con il tema della costruzione di istituzioni democratiche locali e, quindi, con quelli della partecipazione della società civile organizzata e dei cittadini.

Grazie ad un lavoro che viene da lontano, sui temi dell’autogoverno e dello sviluppo locale, della cooperazione decentrata e di comunità, la Toscana ha sviluppato esperienze e rapporti di qualità riconosciuta a livello nazionale ed internazionale ed è stato quindi naturale proporsi di svolgere un ruolo attivo e qualificato nelle relazioni euro-africane su questi temi.

E’ emerso chiaramente quanto questi obiettivi siano decisivi per costruire un nuovo futuro per il continente e quanto questa consapevolezza sia cresciuta in Africa, ma anche nelle principali istituzioni internazionali, a partire da Nazioni Unite e Unione Europea. Allo stesso tempo è emerso chiaramente quanto questo lavoro sia utile per noi, per i nostri territori, per la loro capacità di aprirsi, di conoscere nuove realtà, di stabilire nuove relazioni sociali, culturali, ma anche economiche.

A partire dalla 1° Conferenza delle Istituzioni locali e regionali europee ed africane, organizzata su questi temi a Firenze nel settembre del 2004, abbiamo compreso sempre meglio l’importanza di questi processi. L’abbiamo compreso bene lavorando, assieme a regioni, province, Anci, Upi della Toscana e di altre regioni italiane ed europee, con tanti Paesi africani, dialogando ed operando con tanti amministratori locali africani: sindaci, presidenti di distretto, di contee, di province.

Li abbiamo incontrati da noi, in occasione di study tour molto ricchi per lo scambio di esperienze e per il confronto sui temi della democrazia e dello sviluppo locale.

Li abbiamo incontrati in Africa, talvolta appena eletti, in Comuni appena costituiti, ospitati in poche stanze, praticamente senza strutture e personale, ma con tantissima voglia di fare e con la consapevolezza del valore storico e delle attese suscitate dalla scelta del decentramento.

Al termine del progetto UNDESA, nella 2° Conferenza Euro-Africana che si è tenuta a Firenze nel novembre 2009, è emersa con forza la raccomandazione di proseguire e sviluppare questo lavoro sul decentramento in Africa facendo tesore del lavoro svolto, delle esperienze realizzate e delle relazioni stabilite.

Per riprendere e sviluppare gli obiettivi del progetto UNDESA, le associazioni dei Comuni e delle Province della Toscana (ANCI e UPI) e ad un primo gruppo di Province e Comuni hanno promosso nel 2011 la costituzione di EUAP Onlus, aperta da subito alle adesioni e ad ogni forma di collaborazione con altri Enti Locali e con le loro Associazioni.

 

Come opera l’Associazione ed in quali progetti è impegnata ? Quali sono i risultati concreti e come è possibile monitorare i risultati a conclusione dei progetti ?

EUAP Onlus collabora con i soggetti pubblici e privati interessati a sviluppare attività di cooperazione con l’Africa: dalle Ong ad ogni genere di associazioni, da Università a consorzi e aziende pubbliche e private mettendo a disposizione competenze e buone pratiche degli Enti Locali sui temi del governo locale, dell’erogazione dei servizi pubblici, della partecipazione democratica, della valorizzazione delle risorse e dello sviluppo locale.

Tutti i progetti che evidenziano un ruolo degli Enti Locali africani possono essere proficua opportunità per costruire relazioni dirette tra amministratori e funzionari africani e italiani e di altri Paesi, per sviluppare concrete forme di collaborazione in specifici ambiti, ma anche per approfondire reciproche conoscenze e strutturate stabili relazioni politiche, culturali, economiche e sociali.

EUAP Onlus non opera, quindi, come soggetto capofila di progetti, ma a servizio degli Enti interessati essenzialmente mettendo a disposizione la propria rete di relazioni, di esperienze e di competenze nell’ambito di specifici progetti di cooperazione e favorendo, in particolare, lo sviluppo di partenariati territoriali nord-sud, nella dimensione “da comunità a comunità”.

Una specifica stretta collaborazione è attiva con l’Associazione Funzionari senza Frontiere, costituita da funzionari pubblici italiani, in attività o in pensione, interessati a collaborare con i loro colleghi africani nelle materie di competenza dei governi regionali e locali.

Il monitoraggio e la valutazione dei singoli progetti che vedono la collaborazione di EUAP Onlus dipende, naturalmente, dai soggetti che ne hanno la titolarità.

EUAP da parte sua, invece, presta particolare attenzione ai giudizi degli Enti soci e non con cui collabora, a partire da quelli africani, espressi nelle differenti forme e occasioni di scambio attivate con incontri, conferenze, study tour, ma anche con costanti relazioni online.

 

In generale quale ambito di evoluzione esiste per le azioni dell’Associazione ?

Siamo convinti, come un numero crescente di Istituzioni africane e internazionali, che i temi del decentramento e dell’autogoverno locale sono decisivi per il futuro del continente africano.

Abbiamo ben presente quello che tante volte ci siamo sentiti dire da sindaci e amministratori locali africani: “non abbiamo bisogno ancora di consulenti e di esperti di governo locale, ma piuttosto di confrontarci e di scambiare con i nostri colleghi italiani ed europei; cioè con persone che pur in contesti molto diversi, fanno il nostro stesso mestiere, di amministratori o di pubblici funzionari”.

Purtroppo il contesto generale è diventato molto difficile e pesa molto negativamente. Pensiamo in particolare alle crescenti difficoltà delle finanze pubbliche e degli Enti regionali e locali in particolare e al diffondersi di fenomeni di chiusura e di arroccamento.

Occorre allora fare sempre più leva sulla consapevolezza che lo sviluppo di nuove forme di relazioni tra territori e comunità, del nord e del sud del mondo, dell’Africa e dell’Europa, è questione decisiva per il comune futuro e che questo è vero prima di tutto per il nostro Paese.

Proprio perché ci sono minori risorse disponibili ed il contesto economico e finanziario è radicalmente cambiato occorre comprendere che la cooperazione può essere una delle strade per uscire in forme nuove dalla crisi. Fare cooperazione è nell’interesse di noi tutti. Un paese che non coopera è destinato al declino, mentre un paese che coopera, cresce. Non è solo un dovere morale, ma una grande opportunità per riproiettarci nel mondo, un investimento per il nostro futuro.

E’ necessario sviluppare, come è emerso dal Forum di Milano dello scorso ottobre, una battaglia culturale e politica per rimettere la cooperazione al centro del dibattito pubblico, per diffondere ed affermare una nuova consapevolezza ad ogni livello, nei gruppi dirigenti, come nella pubblica opinione.

E i territori, le comunità devono essere in concreto artefici di questo cambio di passo.

La nostra associazione vuole sempre più operare anche a questo livello, nei nostri territori, con le nostre comunità per rilanciare da qui il “bisogno” nostro di cooperare, di costruire relazioni e partenariati nord sud e sud nord.

 

Cambiando argomento, la parte sud del Mediterraneo, recentemente e tutt’ora, ha visto il susseguirsi di numerose rivolte e rivoluzioni. Secondo Lei, qual è il ruolo di una organizzazione come la vostra in questo tipo di situazione ? Quale tipo di valore aggiunto porta nella ricerca di dialogo e cooperazione ?

Anche a questo proposito penso che alla base di tutto deve stare la consapevolezza dell’interesse comune a cooperare, dialogare, costruire ponti e relazioni stabili.

L’Europa tutta ha interesse a guardare con occhi e strategie profondamente rinnovate ai Paesi del Mediterraneo. Dopo decenni di sviluppo dei processi di costruzione dell’Unione Europea sviluppati unicamente in una prospettiva est ovest, occorrono nuove prospettive nord sud. E l’Italia è naturalmente chiamata a giocare un ruolo decisivo.

In questa dinamica occorre anche non fermarsi ai Paesi del nord Africa e considerare l’intera area SubSahariana come reale frontiera sud dell’Europa. Perché tutta l’area può essere fonte di enormi problemi, ma anche di straordinarie opportunità per il vecchio continente e, in particolare, per l’Italia.

Uno dei nodi fondamentali che gli straordinari e molto complessi processi innescati dalle primavere arabe è senz’altro il tema della ricostruzione degli Stati e l’affermazione di istituzioni democratiche realmente radicate nelle peculiarità della storia e della cultura di quei Paesi. E lo sviluppo di processi di reale decentramento, di partecipazione dal basso, di autogoverno possono dare un contributo decisivo in tal senso. Ma importante è anche il ruolo che nuove istituzioni locali possono giocare su temi fondamentali come quello dello sviluppo locale, della valorizzazione delle risorse agricole, turistiche, umane, culturali, per costruire occupazione per i giovani, andando oltre uno sviluppo basato solo sull’esportazione delle risorse naturali.

Ecco allora che anche qui torna il ruolo fondamentale che possono svolgere le nostre istituzioni locali e regionali, i partenariati nord sud, le relazioni “da comunità a comunità” che possono essere portatori di un valore aggiunto davvero importante, per loro, ma anche per noi.

 

Enrico Cecchetti

Presidente EUAP Onlus

Firenze, 11 febbraio 2013