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Un approccio pacifista al problema urbanistico della militarizzazione di Vicenza

Verso la costituzione di un Centro di prevenzione dei Conflitti e Formazione per Corpi civili di pace nell'area conquistata ai cittadini dell'aeroporto Dal Molin

Lo spunto sul quale far leva utile per un approccio urbanistico alla tematica seguita da IPRI - Rete corpi civili di pace è l'esperienza di Danilo Dolci in Sicilia, dove l'urbanistica è stata ed é ancora (o almeno sarebbe) strumento coerente di emancipazione economica dal basso, a partire dall'episodio di sciopero alla rovescia per il ripristino della trazzera in disuso che portò Danilo al famoso processo, con la difesa di Calamandrei.
Il presidente onorario di Ipri-reteccp ha lavorato con Danilo Dolci, il quale essendo architetto di formazione metteva grandissimo impegno al lavoro progettuale urbanistico, nelle sue iniziative di sviluppo maieutico ed emancipazione economico culturale con la gente di Sicilia.

Con la realizzazione della diga sul fiume Jato partita dall'idea di un contadino e portata fino alla sua realizzazione, Danilo ha consciamente posto le basi di un movimento nonviolento contro la mafia in Sicilia, portato avanti dai magistrati più impegnati e da vasti strati dalla società civile in tutto il paese. Il suo insegnamento potrebbe tornare utile nel tracciare un nuovo rapporto con la cultura militarista che da 150 anni assorbe le energie positive di Vicenza.

Alcune Associazioni vicentine hanno stabilito assieme a Ipri - Reteccp un punto di partenza nella ricerca di un rapporto costruttivo con la gestione del territorio, attraverso l'idea di allestire un Centro di prevenzione e formazione in città nel nome della sua storia e della presa di coscienza cittadina nei confronti della nuova installazione militare al Dal Molin, che presenta forti analogie coi movimenti che hanno animato (vedi l'esperienza di Comiso) ed uttora animano (NoMuos) le contestazioni radicali alle scelte militari in essere in Sicilia, vere e proprie "basi di morte" rilevantissime dal punto di vista urbanistico / territoriale, economico, sanitario, ecologico e morale.

Il "nesso" si approfondisce nella scelta di provare a costituire questo Centro proprio a fianco della nuova base americana appena terminata - sul terreno reso disponibile dallo Stato grazie alle lotte della popolazione - per indicarvi con chiarezza un'alternativa alla gestione militare dei conflitti, quale direzione da perseguire per la costruzione della pace tra i Popoli. Oltrepassando il concetto di "compensazione del danno alla cittá" - argomento anche questo della cultura urbanistico / territoriale - che denota una sensazione precisa di rinuncia al confronto positivo.

Il Centro per la Prevenzione dei Conflitti ipotizzato con un Convegno internazionale ed altre iniziative condotte assieme al Comune di Vicenza, dovrebbe divenire un'antenna sul mondo capace di studiare le situazioni di guerra possibile e di affrontarle nell'ottica della prevenzione, provvedendo a formare dei Corpi civili internazionali non armati e nonviolenti attrezzati allo scopo (vedere in proposito l'Agenda Onu sulla prevenzione dei conflitti, le raccomandazioni del Parlamento europeo, la legge 64/2002 sul Sevizio civile e le sentenze della Corte costituzionale).

Come accennato questa struttura dovrebbe essere allocata nel nuovo Parco per la Pace conquistato dalla lotta dei vicentini, che dovrebbe venire urbanisticamente e funzionalmente attrezzato attraverso la progettazione partecipata dei cittadini, per riuscire ad attivare un'alternativa credibile al new warfare di cui Vicenza è divenuta suo malgrado punta di diamante. New warfare costituito dall'insieme delle strutture Dal Molin, Ederle, Coespu, Gendarmeria europea, nuova Pluto ed altre.

Questo nuovo Centro di prevenzione e formazione si deve in prima battuta, misurare con le idee cooptate dalle iniziative pacifiste e messe in pratica ad esempio dai corsi UNI EUI, supportati anche da Cia ed Fbi, che pescano abbondantemente dalle idee formatesi nelle attività di costruzione della pace, per denominare le titolaritá e la formulazione dei corsi; rendendo così arduo identificare un confine didattico degli stessi tra politiche di pace e di guerra, come nella migliore tradizione italiana ed internazionale sull'ambiguitá di linguaggio. Vedi ad es. le voci "guerra umanitaria", "missione di pace", "enduring freedom", "esportazione della democrazia". Questa sorta di esproprio ricorda quanto realizzato dalle Agenzie governative Usa con le teorie di Gene Sharp.

Un gruppo di ricerca cittadino sul rapporto militare/civile nel territorio di Vicenza propone un seminario di studio con la partecipazione di docenti universitari sul tema "Urbanistica per la convivenza civica e le relazioni umane delle comunità sul territorio". Territorio quale prodotto della natura che viene strutturato dai cittadini adattandolo ai propri interessi, così che l'osservazione dei cambiamenti effettuati può farci capire quali possano esserne gli interessi. Riconducendoci a parole chiave quali Territorio-Economia-Comunità, paradigma che declina relazioni civiche e di convivenza: pace e conflitto, competizione o cooperazione, esclusione od inclusione.

Il gruppo di ricerca citato è in relazione con un'urbanista dell'ateneo veneziano - giá collaboratrice di Danilo Dolci - con la quale svolge un lavoro di documentazione e divulgazione sulla realtà delle strutture militari del territorio e sulla loro incidenza nel tessuto urbano di Vicenza.

Anche gli studi sulla City diplomacy (la diplomazia delle città) e sui Gruppi europei di collaborazione transconfinaria, in rapporto alle politiche di pace italo-austriaco-sloveno-croate intese come successione istituzionale della Comunità di lavoro Alpe Adria, possono incidere suggestivamente nel valorizzare le facoltà di elaborazione del movimento per la pace vicentino.

Altro spazio di realizzazione può in tempi brevi venire dalla partecipazione al grande Evento di pace che avrà luogo nel giugno 2014 a Sarajevo, dove un panel specifico su Prevenzione e trasformazione dei conflitti / Formazione e costituzione dei Corpi civili di pace europei potrebbe aver luogo. Non dovrebbe poter mancare il contributo dell'esperienza e delle proposte del movimento vicentino anche in quella sede, attraverso una attivitá di formazione dedicata alla rivisitazione dei percorsi di pace balcanici.

Dopo le lotte degli anni passati, le divisioni interne ed il tormentato rapporto con la realtà politica il movimento è alla ricerca di nuovi assetti e di nuove idee. La Casa per la Pace è un ufficio del Comune in base all'art. 2 dello Statuto, che in combinato con l'art. 3 ove si subordina lo sviluppo alla promozione della qualità della vita, sintetizza il principio della convivenza civica e della qualità del territorio come facce diverse della stessa medaglia. La Casa va difesa e valorizzata attraverso una sua nuova presenza nel costituendo Parco per la Pace anche quale primo nucleo del Centro di prevenzione e formazione.

La situazione sul senso della presenza militare americana, viene rimessa in discussione anche da nuove acquisizioni in merito ai rapporti di alleanza internazionale, che hanno fatto finora soccombere le Comunità locali di fronte alla "ragion di Stato". La novità consiste nella formalizzazione da parte del Governo elvetico della presenza di un errore, nella traduzione del testo degli accordi sulla presenza delle Forze armate americane in Italia, fatto che renderebbe esigibile dalla Giustizia italiana l'accountability di reati compiuti dal personale americano nel nostro paese.

In seguito a questo ragionamento si dovrebbe riaprire la riflessione e impostare una nuova posizione. Sotto il profilo urbanistico abbiamo porzioni vaste di territorio adibite a caserma, quindi la domanda che legittimamente si può formulare è: "qual'è il limite di carico ambientale e qualità residenziale oltre il quale non è concesso andare, pur trattandosi di Opere di Difesa Nazionale?". E conseguentemente, come stabilire indicatori di valutazione di mitigazioni e compensazioni non speculative, senza svendere il territorio ma optando per la ricerca, attraverso una contrattazione, della soddisfazione di principi immateriali ?

Questa suggestiva opzione non svilisce i principi nonviolenti in una mera trattativa su compensazioni materiali, e permetterebbe di riaprire i giochi dopo la transazione siglata dal Comune col Governo per una circonvallazione da circa 300 milioni di Euro.

L'abbaglio di ritenere che il progetto militare consistesse nel ricongiungimento della 173° Brigata, ha permesso che ben più rilevanti complessi e sofisticati progetti passassero sotto traccia. Veri e propri progetti-pilota: Africom, Coespu e Gendarmeria Europea, laboratori per i Corpi di Polizia Militare Internazionale ... a servizio dei poteri economico finanziari che stanno sottraendo il controllo democratico alle Comunità ?

La strutturazione urbanistica del territorio per determinate funzioni in base a principi ispiratori nonviolenti, significa per il movimento accettare la sfida di dimostrare che il territorio dev'essere valorizzato in qualità con un modello di consumo sostenibile. Fissando una piattaforma di confronto per coinvolgere tutti a valutare, apprezzare e perseguire questo sviluppo positivo.

Per Vicenza e non solo, ancorare la situazione ad una piattaforma siffatta significa che tutte le strutture militari - e quelle civili spesso invasive e speculative - devono trovare armonico inserimento urbanistico nella Città, per la qualità delle reciproche relazioni civiche, mentre le funzioni militari devono essere riconvertite in civili, per la valorizzazione dei diritti umani e della pace. Indipendentemente dal tempo necessario per la trasformazione.

In questo senso il percorso per la costituzione del Centro di prevenzione e formazione costituirà l'espressione di una Comunitá ed un territorio impostati su tali valori che, a partire dalla reimpostazione della Casa per la pace, raccolgono la sfida della Prevenzione e della trasformazione dei conflitti nel loro agire.

La nascita a Vicenza dei corsi universitari dei Cotipso Uni - Eui con Qualifica di Operatore di Pace delle Nazioni Unite, sembra come osservato una mossa preventivamente costruita dall'establishment politico / militare per copiare la nostra proposta, con l'intento di neutralizzarla per mezzo di una formula "embedded" finalizzata alla continuazione del sistema.

L'effetto prodotto é pesante ma suggestivo e ci costringe a investire uno sforzo particolare a sostegno dell'istituzione del Centro di formazione e prevenzione. Perché - potrebbero dire - istituire il Centro da voi proposto, se autorevoli organismi hanno giá dei corsi operanti in questo senso ?

La nascita dei corsi Uni - Eui dimostra peraltro quanto giusta sia stata l'intuizione del professor L'Abate, supportata dal fondatore di Transcend professor Galtung, di progettare un Centro di prevenzione dei conflitti e formazione per i corpi civili di pace. In un momento assai difficile, con guerre nelle quali siamo coinvolti in corso, vicino a noi, il percorso per la costituzione del Centro può contribuire a risvegliare nella gente, e nei giovani in particolare, l'amore per i valori universali condivisi.

La partecipazione al Sarajevo 2014 Peace event prevede un nostro contributo proprio su Prevenzione dei Conflitti e Corpi civili di pace europei all'interno di un grande Camp giovanile.

Fonte: Rete Corpi Civili di pace