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Assemblea AAdP del 28 marzo 2015: relazione del portavoce uscente Luca Marzario e del Senato

12 Anni di Accademia Apuana della Pace

Dal 21 giugno del 2003, l'Accademia Apuana della Pace ha sperimentato diversi percorsi di formazione/informazione sulle tematiche della Pace e della Nonviolenza, interconnesse con i temi della giustizia, dei diritti, della solidarietà, dello sviluppo equo sostenibile, della distribuzione delle risorse, della lotta alle disuguaglianze, alle esclusioni.

Da sempre nell'Accademia siamo stati convinti che questi temi non possono essere affrontati solo quando questi vengono messi in discussione o calpestati: l'attenzione deve essere mantenuta costantemente alta perché è molto più difficile e oneroso intervenire a posteriori, quando la situazione è già compromessa, piuttosto che lavorare affinché questo non accada. Troppo spesso con la scusa dell'emergenza sono state affrontate le situazioni di criticità in maniera del tutto inadeguata. Era proprio il 2003 quando gli osservatori dell'ONU, che stavano svolgendo in Iraq un lavoro diplomatico faticoso ma fondamentale, furono costretti letteralmente a fuggire per far spazio alla rovinosa guerra di cui ancora oggi, dopo 12 anni, non se ne vede la fine.

E' uno schema che si ripete sempre uguale: la guerra non solo non viene ripudiata come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, ma viene utilizzata dai paesi occidentali come il normale strumento alternativo alla diplomazia e alle sanzioni economiche.

Gli interventi militari, utilizzati per far cadere regimi “ostili”, per “esportare la democrazia”, in realtà troppo spesso per difendere interessi politici ed economici dei paesi che li hanno portati avanti, hanno sempre lasciato i paesi che li hanno subiti in condizioni disastrose, dal punto di vista economico, politico e sociale; basti vedere lo stato attuale di Afghanistan, Iraq e Libia, solo per citarne alcuni. Senza considerare il fatto che spesso è proprio nelle condizioni di miseria in cui vengono lasciate le popolazioni che fenomeni come il terrorismo internazionale trova terreno fertile.

In altri casi, invece, la comunità internazionale, in una sorta di schizofrenia, si è rivelata troppo timida nell'affermare e difendere i principi della democrazia e i diritti dei popoli, come da anni avviene in Palestina e nella striscia di Gaza, dove da una parte si condanna l'abuso della forza militare, dall'altra non si fa niente perché certi crimini vengano puniti e non vengano perpetrati in futuro.

E si è fatto ancora troppo poco a livello internazionale per la difesa dei diritti delle popolazioni Rom, Sinti e caminanti, o ancora per la lotta alla tratta di esseri umani, alla schiavitù, alla prostituzione, alla sfruttamento di minori, alla discriminazione della donna, alla violenza sulle donne; e purtroppo l'elenco sarebbe ancora lungo.

Le cause delle violazioni dei diritti fondamentali sono le più svariate: dalla cultura retrograda, all'ignoranza; dall'assenza di politiche di sostegno ai diritti, alla connivenza tra la politica stessa e gli attori dello sfruttamento economico indiscriminato.

Spesso alla negazione dei diritti si accompagna la totale incuria dell'ambiente, con conseguenze disastrose non solo sulla vita di coloro che abitano i luoghi oggetto di sfruttamento ma anche sull'intero ecosistema. Basti pensare alle enormi produzioni industriali in Cina, o a alle miniere di diamanti, di coltan e di altri minerali preziosi in Africa. In questo caso i diritti dei lavoratori e degli abitanti vengono calpestati non solo direttamente dai detentori di interessi (le società e i paesi sfruttatori), ma, più o meno inconsapevolmente, anche dai noi consumatori occidentali, che ignoriamo o non utilizziamo in maniera opportuna il potere economico/politico nelle nostre mani. Dobbiamo fare in modo che ci sia più consapevolezza nelle nostre azioni e che i nostri acquisti siano più responsabili!

Il quadro non è certo positivo, anche se l'umanità purtroppo ha conosciuto momenti più bui nella storia recente. Non mancano però le esperienze positive: il progetto di Europa, nato come “creazione di un solido stato internazionale” (manifesto di Ventotene), e realizzatosi con tutti i suoi limiti, soprattutto per quanto riguarda la politica economica e la politica internazionale, ha comunque svolto un ruolo fondamentale per il mantenimento della pace e per il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo all'interno dei confini europei. Alla luce di questa esperienza, il ruolo che dovrebbero assumere tutti i soggetti nazionali ed internazionali, in particolare l'ONU, è quello di investire tutti i propri sforzi per facilitare la creazione di nuove aree vaste di pace e di rispetto dei diritti, nelle quali i conflitti vengano risolti non a livello militare ma politico.

Cosa possiamo fare? Dobbiamo aspettare che “i potenti” si mettano d'accordo tra loro e decidano le sorti del pianeta? A volte ci prende lo sconforto e ci sentiamo impotenti.

Come ha detto Cecilia Strada il 21 Settembre a Firenze, durante l'iniziativa “Un passo di Pace”,

“noi non possiamo fermare le pallottole”, possiamo però smetterla di pensare che “la guerra sia inevitabile” e “possiamo prenderci l'impegno di cambiare la rotta”.

Dobbiamo convincerci che non esiste una alternativa alla pace. E' un'utopia, ma se tutti noi iniziamo a crederci, e costringiamo anche i nostri rappresentanti a creaderci e a portare le nostre istanze agli alti livelli decisionali, forse l'utopia potrà trasformarsi in realtà. Anche la pace nel continente europeo poteva sembrare un'utopia, e ora lo è molto meno!

“Un passo dopo l'altro possiamo veramente cambiare l'orizzonte!”


Assemblea, tempo di bilanci

“Pensare globalmente, agire localmente”: è un motto che, anche se è un po' datato, dovrebbe essere sempre tenuto presente.

In questi ultimi anni, oltre ai temi strettamente legati al conflitto, alla pace e alla nonviolenza, l'attività dell'Accademia si è rivolta alla difesa dei diritti di chi si trova in condizioni di difficoltà, dagli ospiti della casa di accoglienza ai Sinti del comune di Massa, dagli abitanti delle periferie degradate agli immigrati del nostro territorio e non solo. L'obiettivo è duplice: da un lato sensibilizzare la popolazione verso le problematiche sopra citate, nella speranza di costruire una cittadinanza più consapevole ed in grado di affrontare le criticità in modo meno pregiudiziale; dall'altro sollecitare l'amministrazione affinché attui delle politiche che prevengano le criticità stesse ed eviti in tal modo di agire in un regime di emergenza che porta spesso a risultati non ottimali o non sufficienti.

L'Accademia ha provato a concretizzare questo duplice obiettivo nel territorio comunale di Massa, attraverso il progetto “Periferie al Centro”. Questo progetto, che ha assorbito gran parte delle energie dell'associazione, sia in termini di tempo che in termini economici, si è concretizzato in una prima fase attraverso la realizzazione di singole iniziative, feste/incontri di piazza, realizzate nei quartieri che abbiamo individuato come più critici dal punto di vista delle tematiche sopra riportate; in una seconda fase, invece, attraverso la realizzazione di più iniziative in un una realtà territoriale circoscritta, individuata nel quartiere di Castagnara. Questa scelta è stata dettata dalla ricerca di una maggiore incisività del progetto stesso, con la speranza di ottenere risultati di più lunga durata.

Consapevoli delle difficoltà a cui andavamo incontro (disgregazione del tessuto sociale del territorio, chiusura e paura della popolazione anche a seguito di episodi di particolare violenza messi in atto da parte di alcune bande nel quartiere), abbiamo rilevato una risposta da parte della popolazione al di sotto delle aspettative. Questo non ci ha fatto demordere, ma anzi abbiamo cercato di rafforzare la progettualità preparando per il prossimo anno un progetto più ambizioso, presentato nel mese scorso alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara per il finanziamento.

Parallelamente al percorso “Periferie al Centro”, l'Accademia ha avuto un costante dialogo con l'amministrazione del Comune di Massa al fine di risolvere la questione abitativa legata alle famiglie sinte residenti “temporaneamente” presso il parcheggio di Ortola. Ad oggi la questione rimane tuttavia aperta.

Altre azioni che ci hanno visto protagonisti sono state la creazione di due gruppi informale di cittadini e associazioni: il “Comitato366” e il gruppo “Palestina Libera”.

Il primo gruppo, chiamato “Comitato 366 – carovana migrnati”, è nato all'indomani della strage di migranti (avvenuta nelle acque a largo di Lampedusa il 3 Ottobre 2013) per accendere un faro sulle problematiche relative alle migrazioni e ai migranti. Insieme a questo gruppo sono state portate avanti alcune iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, come il ricordo delle 366 vittime, a distanza di un mese dalla strage, sul pontile di Marina di Massa, e azioni simboliche come il riconoscimento della cittadinanza onoraria agli immigrati minorenni nati nei comuni della provincia di Massa Carrara (ad oggi approvata dai consigli comunali dei due comuni capoluogo), a cui dovrebbero seguire nei prossimi mesi altre iniziative analoghe, in particolare nelle scuole. Inoltre come obiettivo di medio termine ci siamo posti quello della creazione di un coordinamento di immigrati per l'elezione di un rappresentante (consigliere aggiunto) che partecipi alle sedute del consiglio comunale nonché alle commissioni consiliari.

Il secondo gruppo, “Palestina Libera”, si è costituito come reazione allo sconsiderato intervento militare israeliano “Operazione Margine di protezione” avvenuto lo scorso anno. Dal gruppo sono nate una serie di iniziative tra cui alcune mostre fotografiche, flash mob, eventi di sensibilizzazione ed una manifestazione tenutasi Sabato 13 Settembre 2014 a Massa. Negli ultimi mesi il gruppo ha continuato autonomamente la propria attività. E' intenzione dell'Accademia recuperare nel breve termine il percorso comune.

Altre iniziative non meno importanti a cui ha aderito l'Accademia sono state:

- la marcia della pace Perugia-Assisi, a cui ha aderito organizzando insieme ad altre associazioni due pullman da Massa

- la “Prima marcia interreligiosa della Pace”, tenutasi a Massa il 1 Febbraio 2014; è stato un significativo momento di dialogo tra le varie confessioni religiose del nostro territorio, ancora più significativo alla luce degli atti terroristici degli ultimi mesi

- la presentazione del libro “Il Pane e la Morte” sul difficile conflitto tra salute e lavoro


Prossime iniziative

Oltre ai progetti ed alle iniziative sopra citate, i temi su cui vorremmo sviluppare l'azione dell'associazione nei prossimi mesi, grazie anche alle nuove risorse, sono:

- conflitti internazionali, terrorismo (un incontro a breve con uno o più esperti nazionali sul tema e, a seguire, altri eventi di formazione/informazione/riflessione)

- partecipazione a iniziative nazionali, coordinamento con altre associazioni/reti nazionali sui temi della pace e del disarmo

- corsi di formazione (in passato abbiamo provato a proporre al comune di Massa un corso di formazione per i vigili urbani sulla gestione del conflitto e un corso di formazione per mediatori dei conflitti, in modo da creare un gruppo di volontari che possano agire sul territorio; la proposta però non ha avuto seguito)

- cultura / istruzione (presentazione di libri, dibattiti etc. - da definire)

- recuperare il patrimonio culturale di Tuac (?)

Vorremmo inoltre coinvolgere maggiormente nelle iniziative gli altri comuni della nostra provincia, e anche delle province limitrofe, dato che ultimamente la maggior parte delle iniziative dell'Accademia hanno avuto sede a Massa. E' anche per realizzare questo obiettivo che abbiamo voluto con forza che l'assemblea si svolgesse in un comune della Lunigiana.

 

Documento ufficiale verbale assemblea del 28 marzo 205

 Documento ufficiale relazione portavoce e senato

 Versione aggiornata dello Statuto dell'AAdP