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Buon primo maggio 2016: la realtà sociale dei giovani nati negli anni 80/90

Da circa 30 anni datori di lavoro delle imprese private anziché investire i propri capitali nello sviluppo “alto” ricerca, innovazione di processo e di prodotto, fonti rinnovabili, ecc... hanno preferito non rischiare i propri capitali, investendo quasi esclusivamente nelle attività speculative, parassitarie, finanziarie ed usufruendo delle risorse umane con mano d'opera precaria a basso costo e con lo sfruttamento barbaro e sistematico dei giovani!

I vari governi che si sono succeduti dalla metà degli anni 80, hanno effettuato scelte legislative come richiesto dalla Confindustria attraverso: le privatizzazioni, la riduzione di tutti costi, non solo quello del lavoro, ma anche quello della prevenzione e sicurezza scontando la morte di oltre 1000 lavoratori l'anno. Hanno imposto una sistematica riduzione dei salari e delle pensioni, con gli operai che nella metà degli anni 80 avevano i salari più alti d'Europa ed oggi sono diventati quelli che guadagnano meno.

La competitività di basso profilo del sistema economico produttivo, ha inoltre indebolito il sistema industriale e distrutto tutto quello a partecipazione statale, con l'affermazione di uno sviluppo incompatibile con la natura e la persona, che continua a causare danni all’ambiente, ai cittadini e a chi lavora.

Queste scelte scellerate, imposte anche dalle "politiche di austerità dell'Europa dei mercati", ha comportato la deregolamentazione di ogni regola nel lavoro con: flessibilità, allungamento orari, incremento carichi e ritmi, ben 47 forme di lavoro precarie ed abolizione dell'art. 18, nonché la frantumazione dell'organizzazione del lavoro, con la nascita delle piccole imprese a partita IVA, in appalto e subappalto (anche all'interno di un'impresa più grande), con le esternalizzazioni delle attività in false cooperative, aziende in appalto, subappalto, conto terzi ecc..
Una accelerazione di queste scelte di politiche economiche da parte dei governi, si è realizzata Il 14 febbraio del 2003, con il governo Berlusconi ed il ministro del Lavoro (il leghista Maroni), che decisero di dare avvio alla legge n. 30 chiamata “Biagi” dando vita alle forme del lavoro più precarie del Mondo. Ne ricordo solo alcune:

-         Il lavoro intermittente; lavoro Weekend; la voro ripartito; lavoro a tempo parziale; lavoro occasionale; lavoro a progetto; lavoro di associazione (false cooperative) ; CO.CO.CO. ; lavoro di somministrazione; CO.CO.PRO; apprendistato; lavoro accessorio; lavoro a partita iva (falsi autonomi); lavoro interinale; lavoro di “formazione e lavoro” ; lavoro parasubordinato; lavoro di inserimento; lavoro di tela-lavoro; lavoro condiviso (1x2);... ma il conto oggi arriva fino a 45 forme di lavoro precarie.

-         Assieme a ciò le aziende possono anche usufruire della legge n. 273 sempre del 2003, che permette la cessione di rami di azienda a ditte in appalto e subappalto, piccole cooperative, con il conseguente lavoro frantumato. Faccio un esempio: in una azienda, è possibile che vi siano lavoratori che svolgono una stessa mansione ma che dipendono da tre o quattro datori di lavoro diversi, con contratti, paghe e diritti diversi.

-         In relazione a quanto ho descritto, ai giovani nati negli anni 80 e 90 hanno rubato il loro futuro.

Essendo tutti precari cronici, non hanno il diritto al periodo di prova; non hanno diritto agli scatti salariali di anzianità; alle ferie; non hanno diritto alla formazione; non hanno diritto alla pensione perché hanno contributi pensionistici bassissimi per periodi alterni; percepiscono salari di fame e spesso sono pagati attraverso buoni voucher; non possono chiedere un mutuo perché a loro le banche a loro non li concedono ; non possono farsi una famiglia o fare figli e sono anche destinati ad avere un'aspettativa di vita inferiore a causa del peggioramento della sanità pubblica ;

Infine con l'ultima legge Jobs Act, voluta dal governo Renzi, i giovani vengono ulteriormente imbrogliati, perché anche se venissero assunti a tempo indeterminato (con la legge degli incentivi alle imprese) essi perdono il diritto alle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori (art. 18) e possono essere licenziati dal datore di lavoro senza alcun motivo ed anche per motivi economici, o perché ammalati, perché scioperano, perché vogliono lavorare in sicurezza ecc... quindi di fatto sono tutti precari e ricattati.

Che dire?

Oggi i giovani nati negli anni 80/90, possono fare tre scelte:

-         continuare a galleggiare nell'attuale "melassa" a carico di genitori e nonni, in attesa di tempi migliori...;

-         tornare ad emigrare come i loro avi, in Paesi esteri in cerca di "fortuna"...;

-         rivoltarsi e lottare per una riforma radicale del Welfare, dei diritti del lavoro, ed il cambiamento del meccanismo di sviluppo capitalistico neoliberista attuale.

Il mio buon Primo Maggio 2016 va ai giovani senza futuro, nati negli anni 80/90, affinché trovino il coraggio della rivolta sociale

 

Umberto Franchi 27 aprile 2016