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Periferie al Centro: Facciamo memoria di 8 anni di esperienza

Per non smarrire la memoria ci appare importante fare una sintesi del progetto “Periferie al Centro” che ha caratterizzato il progetto dell'Accademia Apuana della Pace negli ultimi otto anni.

Fare memoria per fare tesoro di esperienze per partire da queste per rilanciare un protagonismo delle periferie e degli esclusi.

2009 - “Alla scoperta della violenza: vincere la paura, cercare il dialogo, riconoscere le diversità” - “La violenza nelle relazioni con l’immigrato”

La genesi dell'impegno di AAdP sulle periferie è abbastanza lontana nel tempo e si interseca, fin dall'inizio, col tema degli immigrati. Spesso infatti periferie geografiche e umane coincidono, come ci insegnano le banlieus francesi.

Nel 2009 AAdP attua una serie di iniziative di riflessione sulla violenza; titolo del progetto: “Alla scoperta della violenza: vincere la paura, cercare il dialogo, riconoscere le diversità”.

Il primo tassello del percorso è “La violenza nelle relazioni con l’immigrato”.

Luogo prescelto la Piazza della Stazione, spesso alla ribalta della cronaca cittadina perché luogo di bivacco di persone senza dimora in gran parte straniere.

Il primo evento realizzato (1 febbraio 2009) è una festa: un momento di animazione gestito ed organizzato tra comunità locali e di immigrati, al fine di iniziare a “fare insieme”.

 

2012 – Il problema dei Sinti di Mirteto e la prima costituzione di una rete di Associazioni (Periferie al Centro)

L'occasione per costruire un inedito spazio di confronto informale tra Amministrazione comunale, Accademia Apuana della Pace e un coordinamento di Associazioni (che per convenzione definiamo “Periferie al Centro”) è nata quando il caso delle famiglie Sinti che vivono nelle roulotte al parcheggio del cimitero di Mirteto è esploso all'inizio del 2012, giungendo alla ribalta dei media locali: la soluzione pasticciata e poco condivisa proposta dal Comune aveva offerto a Benedetti la possibilità di cavalcare in modo strumentale la vicenda e di fomentare la protesta della popolazione di Turano prima, di Lavacchio poi, con la raccolta di un numero cospicuo di firme; l'assessore Gabrielli, che si era fatta carico in prima persona del problema, appariva lasciata sola a dirimere il ginepraio.

L'Accademia Apuana della Pace si è allora attivata per promuovere uno spazio di dialogo e di confronto; nella primavera 2012 si sono così sedute ad un tavolo informale l'Amministrazione da una parte (l'allora sindaco Pucci e l'assessore Gabrielli davano l'adesione) e una serie di associazioni impegnate in ambito sociale e culturale dall'altra.

Ritenevamo e riteniamo infatti che, di fronte a situazioni di criticità di questo genere, qualunque ricerca di soluzioni non possa prescindere da un impegno socio-culturale sul territorio mirato a preparare il terreno, a prevenire situazioni di conflitto aperto, a creare opportunità di integrazione. Si sarebbe trattato insomma di individuare una soluzione politica chiara agendo contemporanea-mente su due fronti, con le famiglie Sinti da un lato, con la popolazione del quartiere che avrebbe potuto ospitarle dall'altra.

Se il progetto politico investiva soprattutto l'Amministrazione (e, come è noto, non ha prodotto alcun esito concreto, nonostante alcuni impegni e promesse), le Associazioni erano interessate ad attivare azioni concrete di supporto sul territorio (che si sono tradotte in instaurazione di relazioni positive con le famiglie Sinti e accompagnamento dei minori nel percorso scolastico dell'obbligo).

 

2012 - Cento Notti d'estate 2012 - "Viaggio ... in terza classe: festa in piazza della stazione a Massa"

Nell'ambito delle manifestazioni culturali "Cento Notti d'estate 2012" organizzate dall'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Massa, giovedì 28 giugno p.v., in piazza della Stazione a Massa, ha avuto luogo l'evento "Viaggio ... in terza classe" proposto da una rete di associazioni:

Accademia Apuana della Pace - Alt. Ra - Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza – ARCI

Massa-Carrara – Briciole - Crisoperla – Emergency Massa Carrara – Il Cerchio della Vita –

Gruppi Acquisto Solidali (GAS) Massa – Gruppo Astrofili Massesi – L'Incontro - La Pietra vivente - Legambiente Massa & Montignoso – Macramè - Mafalda – Massa Rugby – Mondo Solidale – Tutta un'Altra Città – Transeuropa Edizioni.

Come già in precedenza, l'iniziativa voleva essere, per la città e per la politica, un segnale della

necessità di costruire nei territori relazioni incentrate sul valore delle differenze e dell'incontro tra culture diverse, nella convinzione che le pratiche inclusive rispondono non solo ai bisogni di chi viene escluso e messo ai margini del nostro sistema, ma anche e soprattutto a quel bisogno di

sicurezza e a quel desiderio di città a misura d'uomo che ciascuno di noi ha: la sicurezza, infatti,

scaturisce non dalla fortificazione, ma dalle relazioni che riusciamo a sviluppare e che la politica

può facilitare o annientare.

Mettere in campo politiche inclusive significa davvero pensare ad una città altra, attivare processi culturali profondamente diversi rispetto a quelli che ci hanno attraversato in questi ultimi decenni e che vogliono trasformare le nostre vite e le nostre città in fortini assediati, orientarci ad orizzonti culturali e a scelte politiche capaci di suscitare "relazioni".

Per realizzare questo, è necessario che la Politica sia capace non di alimentare le paure, ma di

trasformale in speranza. E' necessario sconfiggere la Politica delle paure, immettendo aria nuova, boccate di ossigeno all'agire quotidiano.

 

Il programma della festa:

A partire dalle ore 18 del pomeriggio nella piazza sono stati allestiti banchetti di associazioni e di produttori locali, si sono realizzati animazioni e giochi per bambini, inclusa la possibilità di conoscere il gioco del rugby, grazie alla presenza dei ragazzi della società Massa Rugby.

Alle 19.45 apertura del buffet, autogestito dalle associazioni, ed inizio dello spettacolo teatrale

"Viaggi: poesie di fine mondo. Poesie, fisarmonica, pane e ...." con la voce di Maria Candelaria Romero e la fisarmonica di Marco dal Canto. Seduti attorno ad un tavolo, abbiamo intrapreso un viaggio fatto di urgenze quotidiane, di salti mortali e della fine di un mondo.

Terminato lo spettacolo teatrale abbiamo visto tutti insieme, in piazza, la partita Italia-Germania, semifinale degli europei 2012.

Nella serata il Gruppo Astrofili Massesi ci ha guidato in una "passeggiata" tra l'infinito delle stelle.

 

Estate 2013, ancora feste in piazza

  • 22 giugno: Festa al parco della Rinchiostra (decennale di AAdP)

  • 11 luglio: Festa ad Ortola (parco prossimo al parcheggio dei Sinti);

  • 8 agosto: Festa ai Poggi (nel parco su cui si affaccia uno stabile pericolante e in attesa di essere abbattuto e ricostruito, da cui molte famiglie erano state evacuate);

  • 5 settembre Festa in Piazza della Stazione (piazza ormai storica per le nostre “feste”, dove bivaccano persone senza dimora e migranti).

Il programma più o meno riproduceva le precedenti esperienze (gruppo musicale e buffet autogestito dalle Associazioni, con la collaborazione anche dei commercianti della zona).

Ripetere, nei mesi estivi, l'esperienza di animazione di piazze periferiche situate in quartieri difficili, voleva richiamare l’attenzione della città e dell'Amministrazione comunale su luoghi dimenticati e problematici e suggerire un percorso positivo (abitare i luoghi, per ridurre il disagio; favorire momenti di integrazione, per ridurre l’esclusione e l’animosità; operare celermente interventi per risolvere l'emergenza abitativa).

Il bilancio delle “feste in piazza” è stato in genere positivo, ma ha avuto il limite dell'episodicità e, sulla distanza, non ha potuto produrre gli effetti positivi sperati.

 

Settembre 2013, Amministrazione Volpi, il dialogo sul problema dei Sinti riparte
L’Amministrazione Volpi si è insediata nel giugno del 2013.
Abbiamo aspettato la fine dell’estate per chiedere un primo incontro, confortati dallo stretto rapporto che in campagna elettorale si era stabilito tra Volpi e il mondo associativo.
Dal settembre 2013 al giugno 2015 abbiamo avuto incontri assidui con gli assessori, con Nadia Bellé, con lo stesso Sindaco, per cooperare alla ricerca di una soluzione abitativa per le famiglie Sinti di Mirteto, ma senza pervenire ad alcun risultato concreto; abbiamo interrotto quindi il dialogo, viste le divergenze di impostazione e l'inutilità di proseguire un percorso di questo genere, e comunicato la decisione all'Amministrazione con una lettera, che ha generato malumori ma non ha aperto, come invece speravamo, una riflessione politica sulla questione.

 

Estate 2014, PaC “adotta” il parco di Castagnara

Nell'intento di superare il limite dell'episodicità delle precedenti feste in piazza, la rete di “Periferie al Centro” ha scelto di concentrare il progetto interamente su un quartiere periferico, Castagnara (zona ad alto tasso di degrado sociale e umano, con intensificazione di episodi di spaccio, violenza e scontro tra bande). L'A.V.A.A., che dal '99 lì gestisce il Centro di aggregazione, ha messo a disposizione il locale affittato dal Comune per lo svolgimento delle attività del Centro di aggregazione.

Ci proponevamo alcuni obiettivi:

Obiettivi generali: proporre modelli alternativi di periferie, far sì che luoghi periferici di svantaggio socio- culturale ed economico diventino luoghi socialmente, economicamente e ambientalmente più sostenibili; accrescere la qualità sociale e culturale delle periferie al fine di creare comunità di persone che abbiano a disposizione nel proprio territorio più strumenti e risorse per prevenire, gestire e risolvere i conflitti e le situazioni di disagio.

Obiettivi specifici: attivazione di azioni (biblioteca libri sperduti, orto urbano, gruppi di acquisto, cineforum, scuola di musica, street band …) durature nel tempo, che si autoalimentino e che vengano portate avanti dagli abitanti del quartiere stesso; diffusione di informazioni su buone pratiche inerenti la solidarietà, la cultura e la sostenibilità attraverso la proposta di modelli alternativi concreti.

Si è cercato di coinvolgere nel progetto i cittadini, i gruppi informali attivi nel territorio e i pochi esercizi commerciali presenti, perché le singole azioni del progetto fossero condivise e potessero generare interventi duraturi nel quartiere. Far vivere un parco, farlo tornare ad essere luogo di incontri, può e vuol essere solo un primo passo per indurre gli abitanti a riappropriarsi del loro stesso territorio.

La collaborazione ottenuta è stata inferiore alle attese, ma alcuni fragili germi ci sono stati (ad es. sono state raccolte da un abitante del quartiere alcune centinaia di firme a sostegno della richiesta presentata al Comune di alcuni interventi urgenti di miglioramento del parco e delle strade limitrofe); è stata anche sostenuta la richiesta di A.V.A.A. Al Comune di mantenere il contratto di affitto per il locale di Via Formentini, unico presidio pubblico in un quartiere abbandonato.

Nel corso dell'estate sono state realizzate le seguenti iniziative:

  • Visione della finale dei mondiali di calcio
  • Giochi al parco e proiezione film per bambini e bambine
  • Recuperiamo il nostro parco (con piccola merenda per bambini)
  • Musica per le vie del quartiere con i PedraSamba e cena condivisa
  • Proiezione film "La parte degli angeli"
  • Tombolata
  • Festa finale con giochi per bambini, karaoke, balli, cena condivisa, osservazioni astronomiche.

La collaborazione con l'Amministrazione comunale è stata quasi inesistente: abbiamo ottenuto il patrocinio e solo un parziale e tardivo contributo economico (di tutte le spese, incluso il contratto provvisorio con l'Enel per illuminare il parco, si sono fatti carico gli organizzatori) e nessuna presenza di sindaco o Assessori, pur regolarmente invitati; senza risposta anche la richiesta dei cittadini di interventi migliorativi del parco e del quartiere, presentata a fine agosto e ribadita a metà settembre (allegando anche le firme raccolte).

Un evento pubblico importante ha concluso la rassegna. Sabato 18 ottobre, all'Istituto Comprensivo Massa 6 di Romagnano, si è svolto il Convegno “Periferie al centro - Esperienze e progetti per far vivere un quartiere”, che ha aperto una interessante riflessione su alcune tematiche di fondo.

Il primo dei relatori, Nicola Solimano, Coordinatore delle attività della Fondazione Michelucci di Firenze, ha indicato come presupposto indispensabile il riflettere sulla nostra idea di periferia e di città, in un contesto di continui e profondi mutamenti urbanistici, amministrativi, socio-culturali, perché da ciò derivano le azioni e i progetti di intervento.

Il secondo ospite, Renato Bergamin, Direttore della Fondazione Cascina Roccafranca di Torino, ha illustrato l'interessante esperienza che da sette anni si è sviluppata nel Quartiere Mirafiori attraverso un intelligente uso di fondi europei ed una proficua collaborazione tra Comune e soggetti privati: un modello di gestione flesibile e partecipata in cui centrale è la promozione di forme di cittadinanza attiva e di autosostenibilità economica.

Il Sindaco ha presenziato all'evento, ma, ahimé, pensava solo al dissesto idro-geologico...

 

Estate 2015, PaC resta a Castagnara

Il progetto di valorizzazione delle periferie urbane, giunto alla 4a edizione, è stato sviluppato per il 2° anno nel quartiere di Castagnara-Romagnano, seppur ridimensionato per la carenza di fondi e di energie.

Queste le iniziative estive attuate:

- Recupero parco, 23.07.15

- Festa al parco, 30.07.15

- Tombolata, 13.08.15

- PedraSamba, 27.08.15

Arriva il Bilancio partecipato del Comune proprio nel quartiere di Castagnara

L'intento dell'Amministrazione (o piuttosto dell'Assessore Rutili in prima persona) è quello di valorizzare alcuni parchi delle periferie e insieme coinvolgere la popolazione del quartiere.
Può darsi che siamo presuntuosi, ma non possiamo escludere di aver indirettamente contibuito a questa scelta con la nostra ostinata insistenza di animare le piazze periferiche.

Cooperiamo col Comune e riusciamo anche a modificarne alcuni orientamenti, ottenendo che un finanziamento minimo spetti a tutti i parchi, per evitare di mettere in competizione le periferie e di deludere la già scarsa partecipazione degli abitanti.

 

Autunno 2015 - Primavera 2016: inattesi germi di partecipazione a Castagnara

Il parco di Castagnara ottiene il budget per realizzare un progetto minimo e, sull'onda di questo evento, si costituisce, sul finire dell'anno, un Comitato informale ("Giochiamo insieme") per la promozione e gestione del parco.

Avviamo rapporti col Comitato, nell'intento di sostenere e accompagnare il fragile cammino intrapreso, ma anche di promuoverne l'autonomia di progettazione e attuazione di iniziative. Invitiamo perciò il Comitato a stabilire in prima persona rapporti col Comune.

Offriamo qualche consulenza nel momento in cui il Comitato cerca di individuare l'organizzazione associativa migliore (Comitato? Pro loco? Associazione?); pesa soprattutto la loro totale carenza di fondi.

Cooperiamo alla stesura del programma di iniziative estive, che il Comitato presenta a nome in proprio in Comune (ci sembra infatti importante che l'Amministrazione cominci a conoscere e riconoscere questo nuovo soggetto), aggiungendo però anche la cooperazione di AAdP.

Purtroppo anche questa volta il Comune appare latitante (pare che non abbia dato neppure il patrocinio).

Nell'autunno, in collaborazione con l'AVAA, apre lo Spazio Donna nella stanza in Via Formentini, messa a disposizione dall'Associazione e dal Comune anche per le attività del Quartiere.

Insieme con AVAA, AAdP accompagna anche questa iniziativa.

Il progetto è promosso da Dilia, un'amica che risiede nella zona: l'ambizione è quella di coinvolgere le donne del quartiere, per creare una rete di relazioni, favorire forme di partecipazione, promuovere iniziative comuni e occasioni di confronto.

In realtà le donne che partecipano vengono da Massa o da quartieri vicini, non si riesce a coinvolgere le donne residenti a Castagnara se non sporadicamente.

Tuttavia insistiamo e l'esperienza prosegue fino al giugno 2016, interrotta per le naturali vacanze estive, ma con l'intenzione di riaprire i battenti a settembre.

Tra novembre e dicembre parte un'altra inattesa cooperazione per la realizzazione del Carnevale. La festa di Carnevale che da anni si volge a Romagnano (e solo a Romagnano!) prevede sfilate di carri allegorici, musica dal vivo, ballo, giochi, truccabimbi, artisti dei palloncini e stands gastronomici. La novità di quest’anno è che sono in campo sei delle sette associazioni che operano sul territorio. Il Centro Commerciale Naturale Romagnano ha chiesto la collaborazione di Accademia Apuana della Pace, associazione A.V.A.A. (Centro di Aggregazione), associazione M.A.R.S., associazione C.A.R.E.S. e Comitato Giochiamo Insieme di Castagnara. Coinvolta nell'esperienza è anche la scuola primaria di Romagnano, e l'opera di mediazione del maestro Oreste risulta fondamentale; forte infatti è l'antagonismo tra i gruppi partecipanti e la cooperazione continuamente messa alla prova da rivalità, ripicche, incomprensioni, dinamiche relazionali i cui contorni spesso ci sfuggono.

Lo scopo non è solo quello di lavorare in rete, potenziando quindi ogni aspetto della manifestazione, ma anche, grazie a questa sinergia, toccare i punti nevralgici di tutto il quartiere, Romagnano e Castagnara.

Nonostante le fatiche, il Carnevale arriva in porto, anche se con un numero di sfilate ridotto per l'avversità del tempo. Il Comune naturalmente non dà alcun supporto (nè sostegno morale, né contributo economico).

Anche il centro di Aggregazione dell'A.V.A.A. instaura un rapporto di collaborazione con Laura (CCN e CARES), ipotizzando per l'autunno un progetto comune per far ripartire le attività del Centro di Aggregazione anche per i ragazzi della scuola secondaria, che negli ultimi due anni hanno smesso di partecipare; occorre quindi ricreare un nucleo di ragazzi interessati all'esperienza e il supporto di qualcuno radicato nel territorio appare a questo scopo molto importante. Il conflitto non dichiarato che finora vi è stato tra le due esperienze di aggregazione tenta di risolversi in un rapporto di cooperazione

 

Un bilancio provvisorio

L'AAdP e le Associazioni della rete sono ancora persuase della necessità di ripartire dalle periferie, di restituire loro dignità e voce, di potenziarne le risorse, nell'intento di costruire insieme una società più giusta, più accogliente e più umana. Ritenevamo e riteniamo infatti che, di fronte a situazioni di criticità, qualunque ricerca di soluzioni non possa prescindere da un impegno socio-culturale sul territorio mirato a preparare il terreno, a prevenire situazioni di conflitto aperto, a creare opportunità di integrazione.

Certo il cammino è lungo e i risultati spesso scarsi o inferiori alle attese.

I piccoli tentativi di auto-organizzazione e di cooperazione sbocciati negli ultimi mesi a Romagnano e Castagnara - giunti proprio nel momento in cui AAdP era tentata di ritenere inutile e fallimentare lo sforzo di scuotere il quartiere - sembrano suggerire in primo luogo che questi processi hanno tempi di maturazione assai più lunghi di quelli che forse ci aspetteremmo.

La presenza più significativa di AAdP in questo ultimo anno è stata forse semplicemente quella di accompagnare processi e di porsi a fianco dei diversi interlocutori con atteggiamento di mediazione.

Non sfugge poi che si tratta di germi di partecipazione esigui da un punto di vista oggettivo e fragili per la scarsa esperienza e per gli obiettivi limitati di molti dei soggetti coinvolti, nonché per la mancata risposta dell'intero quartiere (in cui diffidenza, individualismo, paura, chiusura nella propria piccola quotidianità predominano, assieme ad antagonismi e piccole o grandi rivalità).

Proprio per questo questi sforzi meritano sostegno e attenzione, perché alle prima difficoltà e delusioni la tentazione di mollare tutto è forte.

L'anello più debole (anzi del tutto mancante) di questo processo è tuttavia l'assenza e l'indifferenza dell'Amministrazione comunale; lo stesso proseguo del Bilancio partecipato sta avvenendo senza coinvolgere gli abitanti (i tecnici decidono per conto loro) e senza supportare in alcun modo (consulenza, coinvolgimento...) il neonato Comitato.

Ciò costituisce un elemento di fragilità e apre il fianco ad un'ulteriore distanza tra politica e cittadinanza.

Non pensiamo solo alla carenza di investimenti economici nella zona; pensiamo alla totale assenza dell'ente pubblico nell'erogazione di qualunque servizio; pensiamo alla mancanza di dialogo; pensiamo al mancato sostegno e alla mancata valorizzazione dei progetti del territorio, di cui non si è colta la portata innovativa sul piano sociale e partecipativo; pensiamo semplicemente che qualunque domanda venga presentata (di interventi, di fondi, di patrocinio) sembra cadere nel vuoto. Vedere deluse le attese in questa fase può arrestare il processo appena iniziato e creare reazioni negative.

Come rete di Associazioni eravamo desiderosi, pur senza rinunciare alle nostre peculiarità e ai nostri punti di vista, di vagliare insieme all'Amministrazione le soluzioni possibili, di concertare insieme strategie che favoriscano processi di integrazione, di attivare forme di presenza sul territorio utili a tale scopo.

Non ci siamo riusciti.

Sognavamo che questi approcci potessero generare una forma di incontro più stabile tra Amministrazione ed associazionismo, per sollecitarci a vicenda a riflettere, a disegnare insieme il modello di città ideale che vorremmo costruire, ad imparare l'abitudine a collaborare, dialogare, cercare punti di contatto e percorsi condivisi, perché solo una sinergia di intenti e di risorse umane può ridurre le situazioni di conflittualità, costruire percorsi più efficaci, rendere più sostenibile la stessa carenza di risorse economiche, che è reale, ma non può ogni volta essere addotta a giustificare l'inerzia e l'immobilismo...

Così non è stato.

L'utopia resta, ma le ali si sono un po' ammaccate, perché per dialogare occorre essere in due.

 

La Poertavoce dell'AAdP

Buratti Maria Stella