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"Oggi si compia…" Lettera di richiesta sulle orme di Lorenzo Milani prete |
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Scritto da Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza |
Lunedì 19 Giugno 2017 14:24 |
Camminare insieme su strade diverse Quando Lorenzo Milani moriva 50 anni fa, alcuni preti e religiosi assieme a cristiani e cittadini attenti ai nuovi fenomeni che attraversavano la società, avevano da poco iniziato ad interrogarsi e ad avviare le prime iniziative di quello che, quindici anni dopo, si sarebbe costituito come Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (C.N.C.A.). Pur provenendo da differenti territori ed esperienze – tutte radicate territorialmente, a contatto con l’emergente disagio giovanile, non omologate a modelli precostituiti e con forte carica di passione, sperimentazione e condivisione – non ci meravigliò scoprire tra i riferimenti condivisi la figura di don Milani. È stato maestro, da lontano, e compagno di strada in un sentire comune. Proprio nella profonda consonanza con il suo modo di essere prossimo a persone e contesti del vivere, il CNCA ha poi articolato questa scelta in tante e diverse iniziative, inventando di volta in volta ciò che appariva necessario, facendola così diventare possibile e attuale nelle situazioni emergenti. Il cuore della questione, il nocciolo profondo è stato questo senso dell'essere prossimi che ha generato:
Non abbiamo imitato, né copiato il messaggio di don Lorenzo Milani: non era questo il modo di raccogliere la lezione della scuola di Barbiana. Ci siamo ritrovati e immedesimati, abbiamo riscontrato sintonie, ci siamo stupiti e nutriti di parole e azioni che dicevano molto di ciò che provavamo a vivere e a imbastire da quegli anni in avanti, dentro a un contesto in veloce mutazione sulla pelle dei tanti che incontravamo. A molte e a molti – noti o sconosciuti – dobbiamo ciò che di meglio abbiamo potuto esprimere in questi decenni. Don Milani, certamente, tra questi compagni di strada è stato per noi un riferimento prezioso e determinante. Certo, unico per quel suo essere un “educatore ferito” (anche dalla “sua” chiesa3) che abbiamo sentito così vicino. Una buona notizia È così, come un’autentica buona notizia, che abbiamo accolto le parole del Vescovo di Roma su don Milani e l’annuncio della sua visita alla tomba di Barbiana il 20 giugno prossimo. Ci siamo chiesti come questo segno del Papa possa farsi, per la chiesa italiana, gesto responsabile e generatore di novità oggi, affinché l’attenzione che in questi giorni gli viene riservata non rimanga monca nell’assumersi le conseguenze ecclesiali e civili necessarie. Una richiesta forte La più importante, oggi, sul piano reale e su quello simbolico, crediamo sia la scelta di portar fuori dalla struttura militare il ruolo e l’azione dei preti impegnati per l’accompagnamento pastorale di chi presta servizio militare. La richiesta rientra nell’ottica di una pastorale vista come prossimità sollecita e libera, testimonianza del primato del Vangelo di Cristo. Solo smilitarizzando i cappellani militari ci pare si inizi a prendere sul serio una delle tante lezioni di don Lorenzo e della sua scuola. Quella dei cappellani militari, scriveva don Milani, è “una vita che i ragazzi ed io non capiamo”. Da allora, in tanti abbiamo continuato a non capire. Per questo chiediamo a Lei e alla Conferenza dei vescovi italiani un atto che riteniamo giusto e indifferibile. “Oggi si compia…” È tempo di fare in modo che una ferita civile ed ecclesiale diventi feritoia di giustizia e di pace. 1Lorenzo Milani, Lettere di Don Lorenzo Milani Priore di Barbiana, Mondadori, Milano 1970, pag. 284 2Documenti del processo di don Milani, L’obbedienza non è più una virtù, Libreria Editrice Fiorentina, p.7. 3Cfr. video messaggio di papa Francesco a “Tempo di libri”, Milano 23 aprile 2017 |