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Tanta gente e tanta polizia, silenzi e applausi alla Messa di don Biancalani

La Chiesa di Vicofaro assediata dalla solidarietà. L'appoggio senza tentennamenti della Diocesi e del Vescovo. La decisa difesa di don Massimo della sua scelta di solidarietà e di accoglienza. Il sostegno, fortissimo, dei fedeli. L'isolamento degli “esaminatori” di Forza Nuova, “bocciati” dalla gente e quasi espulsi dai momenti più significativi del rito.

Tanti gli argomenti che tengono insieme le fila di questa insolita domenica davanti, e dentro, la Chiesa di Vicofaro.

La sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di molto importante la si poteva avvertire a pelle già più di un'ora prima della Messa. La presenza di telecamere, fotografi, giornalisti di ogni testata. La ricerca di interventi. La rincorsa a comporre un quadro, a mettere insieme le tessere di un puzzle che nei giorni scorsi aveva prodotto azioni e reazioni, appelli e silenzi, sostegni e diti puntati. Il Caso-don Biancalani aveva riempito pagine e schermi, oltre che invaso profili sui social. Poi c'era stato l'intervento di Forza Nuova: con la minaccia di “controllare” il prete dei migranti. Prima inviata e poi ribadita, dopo il botta e risposta del Vescovo Fausto Tardelli. Grande attenzione. E dunque grande preoccupazione.

Schieramento di forze dell'Ordine e protesta silenziosa

Così la massiccia presenza di Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa è un altro fatto evidente e palpabile. Poco consono a una funzione religiosa, ma comprensibile. La piazza di fronte alla chiesa, sotto un sole cocente, si è andata via via affollando anche di tante persone - arrivate non solo da Pistoia – che hanno risposto all'appello di una testimonianza silenziosa di sostegno a don Biancalani. Volti noti del mondo politico della sinistra pistoiese (ma con il segretario provinciale del Pd, Dario Trallori, c'era anche il segretario regionale, Dario Parrini), delle associazioni, dei sindacati, dei movimenti... E poi tanta gente venuta semplicemente per essere della partita. La scelta, appunto, quella del silenzio e della comunità. Senza bandiere, senza slogan.

L'arrivo di Forza Nuova

Il silenzio si è rotto soltanto quando, da una strada laterale, fra due cordoni di Polizia, è arrivato il drappello di 15 rapprentanti di Forza Nuova. Fra la gente c'è stato un brivido. Molti si sono avvicinati e sono partite bordate di insulti e un insistente “fuori, fuori...”. Il gruppo è stato accompagnato fino all'entrata della chiesa, e i cordoni della Polizia si sono chiusi a fare da schermo. Tenute fuori le telecamere e i fotoreporter, è bastata una zoommata per vedere l'accoglienza di don Biancalani, che ha stretto la mano a coloro che erano lì proprio per mettere in discussione la sua correttezza di parroco e di uomo di chiesa.

L'inizio della Messa

Le panche dell'edificio sacro si sono andate intanto riempiendo. Una folla enorme ha popolato la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Dal microfono si sottolinea che la grande presenza rappresenta “un atto di solidarietà a don Massimo”. E scoppia un lungo applauso. E' lo stesso parroco a chiedere di “mantenere un clima giusto per celebrare l'Eucarestia” e a invitare – con un po' di ironia per stemperare la tensione – le tante persone che affollano il piano rialzato del Matroneo a non appoggiarsi alle balaustre, “perchè non sono... a norma”.

Don Patrizio Fabbri e il sostegno del Vescovo

“Sono incaricato di rappresentare la presenza della Curia pistoiese a fianco di don Massimo – dice senza equivoci il vicario del Vescovo, don Patrizio Fabbri. E sottolinea l'importanza della scelta dell'accoglienza. “Una gran bella sfida per tutti – dice don Patrizio – ma quando un prete interviene in questo modo è anche un segnale per tutta la città. Se lui interviene è perché altri non lo fanno”.

Il Vicario del Vescovo ha quindi ricordato la solidarietà arrivata a don Biancalani dai Vesconi toscani “Fraterna vicinanza a mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia - hanno scritto in una nota firmata dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana - I vescovi delle Chiese della Toscana manifestano convinta condivisione dell’operato di mons. Tardelli nella difficile situazione in cui la comunità cristiana pistoiese si è trovata a vivere la testimonianza evangelica nel compito dell’accoglienza fraterna, nella difesa della dignità di ogni persona umana, nel libero e sereno esercizio dell’azione ecclesiale in ambito dottrinale, liturgico e caritativo”.

Se c'era bisogno di una nuova sponda ad arginare i “dubbi” di Forza Nuova, è arrivata anche al di là dei confini pistoiesi.

“Ringrazio – ha commentato don Biancalani – ma devo anche chiedervi scusa per questo clamore, questo putiferio che ha creato imbarazzi”.

Fra gli applausi l'omelia sull'accoglienza

Non ho cose straordinarie da dirvi – è l'inizio dell'omelia di don Massimo – il mio è solo un tentativo di seguire il Vangelo. In questa vicenda mi ha colpito molto la vicinanza di tante persone, la condivisione di tanti valori: sono presenti tanti giovani di grandi cuori, di grande fede. Occorre lavorare con tutti. Parrocchie, partiti, sindacati, comune, associazioni... devono lavorare per unire, non per dividere”. “Dobbiamo conoscerci, incontrarci anche per comprendere e capire” – aggiunge don Massimo. E ricorda di quando, due anni fa, fece la scelta di aprire le porte. Qualcuno disse: “se arrivano loro, noi ce ne andiamo”. Quelle stesse donne non solo sono rimaste, ma ora sono le mamme di questi ragazzi. E la paura è scomparsa. L'omelia è andata avanti su questo terreno, ricordando anche come lo stesso Gesù “abbia avuto a che fare con tanta incomprensione e

tante contrapposizioni. Nel Vangelo ha avuto tanti nemici”.

Don Biancalani nella sua lunga omelia – ma aveva davvero tante cose da dire – è andato poi al cuore del problema: “le porte aperte della Chiesa che diventa - come ha detto Papa Francesco – 'ospedale da campo', è una indicazione che in qualche modo noi cerchiamo di riprendere. L'accoglienza dello straniero del resto è un principio che è nella sacra scrittura e che esiste da 4000 anni. Saremmo degli stolti se rinunciassimo a questo principio etico”. I fedeli esplodono in un lungo applauso, che lascia solo il drappello di militanti di Forza Nuova. Sono gli unici a non battere le mani. Poi, passando per gli “obblighi” del dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati..., torna alla necessità dell'accoglienza, “perché la Chiesa non si costruisce con le sicurezze del potere temporale; dobbiamo invece sentirci ai margini, non nelle sicurezze del Tempio”. “Certo – dice ancora dal pulpito don Massimo – la bufera che sta succedendo non è l'ideale per il processo di questi ragazzi. Li potete vedere, basta incontrarli: qualcuno li presenta delle volte come pericolosi soggetti con la bava alla bocca. Invece sono solo bambini”. E attacca i recenti provvedimenti presi dal Governo in tema di immigrazione, che definisce “inaccettabili”, perché “non possiamo lasciare queusti ragazzi in mano a un sistema corrotto e spietato che domina le loro zone”. Arrivano altri applausi di condivisione.

L'omelia si conclude con la risposta a una delle accuse più ricorrenti: a chi dice che lui “fa politica”. “Quando sono in gioco i diritti umani – dice don Massimo – dobbiamo avere il coraggio di farci coinvolgere. E il problema non è che don Massimo parla, ma che si è parlato troppo poco finora. Tutti, la Chiesa stessa (a parte Papa Francesco e qualche altro) è stata spesso assente negli ultimi anni”. Un lungo applauso esplode nella sala colma di gente. I fedeli approvano il loro parroco e lasciano soli, di nuovo, il drappello di Forza Nuova. E più soli ancora rimangono quando tutta la chiesa si alza in piedi ad applaudire. Gli unici che rimangono seduti e immobili sono loro. Un silenzio più assordante degli applausi.

La conclusione del rito, Massimo Toschi

Prima della conclusione del rito il parroco dà la parola a Massimo Toschi, uomo di pace che si è impegnatgo su più fronti contro i conflitti africani, e anche l’oscenità dei bambini-soldato. Nel 2000 è stato nominato consigliere per la pace, la cooperazione e i diritti umani del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini. “Ho partecipato con gioia – dice Toschi – l'Eucarestia trasmetteva gioia. E gli applausi che abbiamo sentito non erano quelli di una tifoseria, ma derivavano proprio da questa gioia. Non ci toccate l'Eucarestia che genera incontro e solidarietà, accoglienza e pace”.

L'ultimo invito viene da don Biancalani: “se qualcuno ha delle perplessità, si può fermare. Io sono qui per ascoltare. La Messa non è finita, contiuna nella nostra vita, andiamo in pace”.

L'uscita di Forza Nuova dalla porta secondaria

I 15 di Forza Nuova hanno osservato e, soprattutto, sono stati osservati. Alla fine della Messa, vengono fatti uscire, sempre scortati dalla Polizia in tenuta antisommossa, dalla porta sul retro della chiesa. Ma la manovra diversiva serve a poco: vengono accolti al grido di “buffoni”, “fascisti” e dal lancio di qualche pomodoro. Ci sono attimi di tensione. Vola anche qualche pomodoro verso il drappello che si sta allontanando.  Una barriera di carabinieri con scudi e caschi intanto protegge la loro uscita di scena. Alla fine, quando sono in cima alla strada che finacheggia la chiesa, si vede qualche braccio alzato nel saluto romano e il drappello di 15 persone volta l'angolo e sparisce.


Pistoia, 27 agosto 2017

Segnalato da Giuliano Ciampolini