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Dare un futuro alla svolta profetica di Francesco (Assisi, 24-27 agosto 2017) – appunti di Enrico Peyretti [Terza parte - 26 agosto]

Il dialogo tra le fedi come via maestra, è stato il tema assegnato a Paolo Branca, valente studioso dell'islam, e a Mariangela Falà, esponente del buddhismo italiano. Il moderatore Brunetto Salvarani ricorda che oggi, 26 agosto, è il settimo anniversario della morte di Raimon Panikkar, profondo e vivo promotore di questo dialogo.

Branca osserva che nella nostra “società liquida” per i cambiamenti rapidi e le evoluzioni tecnologiche, hanno ripreso forza le identità più radicali: non è una ripresa della fede, ma dei simboli religiosi. Si pone la questione del territorio (minareti, campanili), non l'aspetto interiore. La destra vuol metterci la paura di essere obbligati a costumi islamici . Ma non esiste alcun pericolo di invasione islamica. Non esiste un “buonismo”, mentre le accoglienze positive non emergono mai nell'informazione. Il Medio Oriente e il Maghreb sono pieni di scuole italiane, tenute da religiosi, ma sono soltanto scuole tecniche. I missionari si preparano qui, ma qui non incontrano persone dei popoli e delle religioni dei paesi dove andranno.

Dopo il discutibile discorso di Ratzinger a Regensburg, il 12 settembre 2006, un importante documento islamico ribadiva: l'islam è amore di Dio e amore del prossimo. Qui da noi non si sa che il re del Marocco è contro la pena di morte per apostasia. Il terrorismo jihadista ha a che fare con certe tradizioni nell'islam: la parola di Dio può pervertirsi, perché parla nello spazio e nel tempo, cresce insieme alla zizzania. Ma se sei tanto arrabbiato da uccidere bambini, sei malato, non sei religioso. La misoginia c'è anche nel Nuovo Testamento, dove le donne sono nominate solo nella relazione con l'uomo. Un antico viaggiatore marocchino, detto il Marco Polo arabo, incontrò in oriente una popolazione musulmana in cui le donne stavano abitualmente in topless. In Italia oggi i musulmani non possono aprire moschee, ma solo altre iniziative sociali: vietato pregare! Ci sono matrimoni misti, luogo privilegiato del dialogo interreligioso, e non sempre le figlie sono per questo ammazzate dai genitori…. Francesco non fa proselitismo, ma attrazione: il bello è l'estetica del bene.

L'islam è in pericolo, rischia di implodere per le divisioni interne. Dobbiamo aiutare l'islam ad essere se stesso. Ma ho visto rivolte identitarie italiane al cibo halal (lecito per l'islam). Ci sono persone che mi dicono: «Tu sei l'amico dei nostri nemici».

Mariangela Falà dice che è difficile interessare i giovani al dialogo interreligioso, ma va fatto. Il vero dialogo è sulla propria ricerca spirituale, nel dialogo metto in gioco la mia identità. C'è amicizia, mangiare insieme, ma poco dialogo teologico. Manca uno che attiri, uno come Panikkar. Dal fascino dell'oriente siamo passati all'attuale stabilizzazione, cioè una accettazione acritica, isole religiose separate dal contesto sociale. Bisogna distinguere quegli orientali che trasmettono cultura, che conoscono la cultura occidentale e i suoi problemi, e quelli che stanno isolati. Vanno educati al dialogo anche loro. Bisogna sfatare il mito dei buddhisti pacifici: dipende dalle situazioni. La cultura occidentale è più aperta, in oriente solo i “saggi”. Ci sono più buddhismi, come più cristianesimi. In oriente non c'è “il” buddhismo: questo è linguaggio coloniale occidentale. Solo 300 anni fa si scopre che lo stesso Buddha è ricordato in diversi orienti. Il dialogo tra buddhismi è portato dall'occidente. In Italia diverse forme di buddhismo dialogano qui, ed è una novità. Sta crescendo il dialogo tra monaci cristiani e monaci buddhisti. Per i luoghi di culto sarebbe bella una ospitalità reciproca. La Cei ha ripreso il dialogo tra cristiani, buddhisti, induisti, cioè tra coscienze, non tra religioni. C'è una spinta dal basso. Fare audience delle esperienze positive. C'è una unità di fondo delle differenze. Io prego per tutti.

Con l'intesa tra buddhismo e stato (secondo l'art. 8 Cost) compare il problema dell'8 per mille, una bella sfida per una piccola comunità, saper vincere gli appetiti. Le tradizioni sono messe alla prova.


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Dare un futuro alla svolta profetica di Francesco (Cittadella di Assisi, 24-27 agosto 2017 - 75° corso di studi cristiani):