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Il lavoro precario e l'indignità dei padroni |
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Scritto da Umberto Franchi |
Venerdì 20 Luglio 2018 06:59 |
I lavoratori italiani, nel passato (anni 70/80) avevano il mercato del lavoro più rigido e tutelato d'Europa, ed il lavoratore che veniva assunto da un'azienda faceva da 15 giorni ad un massimo di 2 mesi di prova e dopo passava a tempo indeterminato , il contratto a termine per un massimo di 6 mesi era concessosso solo per i lavori stagionali come la raccolta dei pomodori, uva, ecc... Oggi i lavoratori ITALIANI hanno il mercato del lavoro più precario e flessibile dell'Europa con: a) la Legge Biagi fatta dal governo Berlusconi - Fini - Bossi, che prevede la possibilità di 45 forme di assunzioni a tempo determinato e parziale, compreso le partite iva, CO.CO.CO. e false cooperative, per tutte le figure di lavoro tra cui il o a chiamata giornaliera... o a 6 giorni come è avvenuto per il lavratore morto nell'azienda del marmo a carrara; b) la legge sul lavoro in appalto e subappalto fatta sempre dal governo Berlusconi e leggermente modificata dal governo Renzi nel 2016... essa da la possibilità ad un'impresa di appaltare dei lavori che svolge nella sua azienda ad un'altra azienda, la quale a sua volta subappalta ad ancora un'altra azienda , con la conseguenza che in quell'azienda vi sono operai che svolgono le stesse mansioni con quelli dipendenti dall'azienda appaltante che oltre ad avere il salario previsto dal CCNL hanno anche i salari frutto della contrattazione aziendale, mentre di norma i lavoratori dipendenti in appalto e sub appalto hanno solo i minimi contrattuali e quasi sempre sono privi di ogni tutela; c) il JOBS ACT renziano che prevedeva dei peggioramenti per i lavoratori con i contratti a termine e l'abolizione dell'art.18 . Ora i tre punti sopra citati restano tutti, cosa cambia con il decreto dignità? Solo questo: - il periodo del contratto a termine viene ridotto da 36 a 24 mesi e i rinnovi del termine passono da 5 a 4; - il primo hanno possono assemere a termine senza dire il motivo , la casuale, da secondo ano serve la casuale e pagano lo 0,05%in più di contributi ; - l'abolizione dell'art. 18 resta ma il giudice su ricorso del lavoratore licenziato senza giusta causa può far pagare una penalità fino d un massimo di 36 mesi anziché 24. Come vediamo è solo un brodino caldo... Allora mi chiedo: ma cosa vanno cianciando? Perché dicono che ciò creerebbe 8.000 disoccupati ? La risposta che mi do è questa è questa: da almeno 30 anni nessun governo aveva avuto il coraggio di fare cose diverse da quelle dettate dalla confindustria... Ed è questo che i padroni non sopportano !!! Umberto Franchi Lucca, 19 luglio 2018 |