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Abitare solidale, pratiche ed esperienze di coabitazione sociale

La casa come luogo di relazione e opportunità: questo il cuore dell'attività di Auser Abitare Solidale, l'associazione fondata da Auser Firenze dieci anni fa con lo scopo di contrastare la povertà abitativa e sperimentare nuove forme di coabitazione sociale come strumento di lotta alla marginalità e all'impoverimento. Sebbene, infatti, negli ultimi anni la povertà abitativa in Toscana mostri una tendenza alla diminuzione, i numeri rimangono preoccupanti. Come emerge dal recente Rapporto regionale sulla condizione abitativa, nel 2017 in Toscana sono state oltre 10mila le richieste di sfratto e 3mila gli sfratti esecutivi. A ciò si aggiungono o ltre 17mila domande di contributo affitto, di cui l'80% in fascia A, ovvero quella di maggior disagio economico, e 21.888 richieste di alloggi Erp, di cui 17.669 ammesse. Riguardo agli alloggi Erp un dato purtroppo salta agli occhi: il tasso annuo di soddisfazione delle domande è di appena il 4,4%.

Eppure – dichiara Federico Gelli presidente di Cesvot che del progetto Abitare Solidale è stato uno dei principali sostenitori - a fronte di una crisi pressochè cronica di alloggi esiste una potenziale risorsa abitativa che poco o nulla viene intercettata: quella offerta da persone anziane che vivono sole in case sovradimensionate per i propri bisogni. Ed è proprio da questa risorsa che nasce Abitare Solidale, un progetto che – sottolinea Gelli - Cesvot ha sostenuto fin dall’inizio riconoscendone la grande innovatività. Le coabitazioni solidali promosse da Auser Firenze rappresentano, infatti, un'esperienza straordinaria, come dimostra il fatto che nel giro di pochi anni il progetto si è esteso ad altre città della Toscana per approdare anche fuori regione”.

In dieci anni Abitare Solidale, grazie ad una rete tra pubblico e privato sociale e all'impegno di un gruppo di operatori e volontari, ha attivato 302 coabitazioni, per un totale di 623 persone coinvolte. Il 68% delle coabitazioni riguardano il comune di Firenze, il 27% il territorio della Città Metropolitana e il restante 5% i territori delle province di Pistoia, Pisa e Livorno. Si tratta in gran parte di coabitazioni intergenerazionali ispirate a principi di solidarietà ed aiuto reciproco tra persone fragili – soprattutto anziani che vivono da soli in case spesso di grandi dimensioni - e singoli o piccoli nuclei familiari che si trovano in condizioni di povertà temporanea e vulnerabilità abitativa. Alle coabitazioni solidali si sono aggiunti negli ultimi anni 5 condomini solidali (uno fuori regione) che ospitano 49 persone e 6 alloggi modello shared supported houses che ne ospitano altre 21

La lezione più significativa che possiamo trarre da questa esperienza – sottolinea Renato Campinoti presidente di Auser Abitare Solidale - è la necessità di attivare forme di collaborazione che favoriscano le sinergie necessarie tra i servizi sociali e l’insieme del tessuto associativo e del volontariato delle varie realtà locali”.

Oggi l'esperienza di Abitare Solidale è raccontata nel volume "Abitare Solidale. Pratiche ed esperienze di coabitazione sociale" pubblicato da Cesvot in "Briciole", la collana dedicata alle migliori progettualità del volontariato toscano. Il libro a cura di Gabriele Danesi, ideatore e coordinatore del progetto, presenta con dati e approfondimenti il percorso intrapreso e l'attività svolta in questi dieci anni offrendo a chi legge tutte le indicazioni per esportare e replicare questo innovativo modello di cohousing sociale. Il volume, inoltre, grazie al contributo di Giuliana Costa del Politecnico di Milano, offre anche un interessante excursus sui programmi di coabitazione intergenerazionale nel nostro Paese.

A chiusura del libro, infine, 11 testimonianze dalle quali emerge, come scrive Gabriele Danesi, "tutta la straordinaria portata delle coabitazioni come strumento per rigenerare relazioni, rapporti e vite apparentemente compromesse". Tra queste la testimonianza di R., padre separato con due bambine che dopo la separazione cade in una forte precarietà economica e sociale che lo porta a vivere al limite dell'indigenza, fino a quando scopre Abitare Solidale e la vita torna finalmente a sorridergli.

"Ci sono approdato per caso ad Abitare Solidale, in un momento di pieno sconforto. A dire il vero non è che nutrissi molte speranze. Cohousing e altre storie di condivisione mi sono sempre parsi argomenti da salotti radical chic. Mi sarei ricreduto di lì a poche settimane: fui contattato da un’operatrice che mi propose di andare a vivere con un anziano ottantenne che era rimasto vedovo e che non usciva più di casa. In passato aveva fatto l’imbianchino, mi fu detto, proprio come mio nonno. Accettai di incontrarlo, anche perché si era detto disponibile a ospitare, quando necessario, anche le mie due bambine. Abbiamo fatto vari incontri, io e M., uno in presenza anche delle mie due figlie. Credo che il momento di svolta sia stato proprio quello: vedere come M. mostrava alle mie bambine la cameretta che le avrebbe potute ospitare. Fui commosso dalla delicatezza con cui quell’uomo silenzioso, sprofondato forse più di me in u no stato di abbandono, accompagnava due piccole estranea alla scoperta di una casa a loro sconosciuta, cercando di farle sentire accolte e a loro agio".

Il libro "Abitare Solidale. Pratiche ed esperienze di coabitazione sociale" sarà presentato martedì 13 novembre alle ore 15 a Firenze, presso Palazzo Vecchio, in occasione dei dieci anni di Auser Abitare Solidale.
A questo link è possibile scaricare gratuitamente il volume in formato pdf, previa registrazione all'area riservata MyCesvot.