• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

NO al monumento a Bellugi

LE RAGIONI DEL NOSTRO NO

Sono anni che in questa città si tenta di intitolare una strada o una piazza a Bellugi e finora le ragioni della Storia avevano convinto chi lo proponeva a fare un passo indietro.

Adesso l'amministrazione Persiani ha fatto una delibera di giunta, con procedura d'urgenza, senza portarla in Consiglio Comunale ed ha deciso di far installare un monolite di marmo in memoria di Ubaldo Bellugi nella Piazza di Quercioli.

L'ANPI è sempre stato contraria: ieri come oggi

Chi era Bellugi? In molti sembrano dimenticarlo, molti non ne sanno nulla. Ed allora ci proviamo noi a ricordare chi è stato Bellugi.

Si dice che Bellugi fu uno scrittore di qualità ma non si dice che Bellugi fu, dal 1921 al 1937, nella nostra città, il massimo rappresentante del fascismo, un regime che privò i cittadini delle libertà, prima come segretario del Fascio e poi addirittura come Podestà.

E lo divenne grazie alle leggi fatte nel 1926, in pieno fascismo, con l'abolizione del Sindaco elettivo. Ubaldo Bellugi fu nominato Podestà di Apuania (furono unificate Massa, Carrara e Montignoso) (dopo essere stato per un anno commissario prefettizio) con decreto del Governo, un incarico direttamente politico, e tale rimase fino al 1937: in tale ruolo rappresentò appunto il fascismo nella nostra comunità e fu il garante e l'esecutore di tale politica.

Non si dice che nell'aprile del 1921 Bellugi fu tra i fondatori del fascismo massese e iniziò la violenza squadrista contro gli avversari politici.

Non si dice delle forzate bevute di olio di ricino imposte ai dissidenti e delle conseguenti umiliazioni inflitte assieme alle risate degli aguzzini...

Non si dice che in una pubblicazione del Comune del 1927 (quando Bellugi era Podestà) si scriveva che nell'estate del 1921: "Purificato l'ambiente cittadino, con una azione metodica e martellante di ogni giorno, le camicie nere disinfettarono, metro dopo metro, casa per casa, le zone rurali... ".

Fu quella l'epoca delle spedizioni punitive, fatte di violenze, aggressioni, agguati, distruzioni di abitazioni, circoli, esercizi della nostra città tanto che molti oppositori furono costretti di fatto ad abbandonare la città e poi anche ad emigrare all'estero, tra loro Aladino Bibolotti che nel dopoguerra divenne poi Costituente.

Ebbene, di tali violenze i fascisti si vantarono come titoli di merito nelle storie ufficiali di regime.

Di tutto ciò Bellugi fu il protagonista.

Ma la sua azione non si fermò solo a Massa:

  • nel giugno del 1921 fu condannato per una azione su Pontremoli e Lunigiana

  • nel luglio del 1921, con i fascisti di Carrara e di Firenze partecipò alla "spedizione armata su Sanano col proposito di dare una lezione agli abitanti", nella quale fece "uso di violenza e minaccia in opposizione alla forza pubblica", così recitava l'imputazione per 129 fascisti fermati alla Stazione della città, tra loro c'erano Bellugi e Dumini, (quest'ultimo poi fu l'assassino di Matteotti)

Sul piano amministrativo, inoltre, ci sono documenti di fonte istituzionale - e non di avversali politici - che esprimono un giudizio non positivo sul Bellugi. Il Questore di Massa, scriveva in rapporto ai superiori (documento del 1932): "Come Podestà è molto discusso... i massesi affermano che si occupa più di altro che di amministrazione..."

Non si dice che sul giornale del 1938 "Foglio d'ordine della Federazione dei Fascisti di Apuania "... il Podestà Bellugi propagandava le decisioni del suo partito sul Fascismo e la razza....

Nel dibattito locale spuntano anche memorie dell'epoca di figli che raccontano come i loro padri subirono violenze e discriminazioni con la sola colpa di essere antifascista: "Manlio fu perseguitato, bastonato a sangue - racconta il figlio Valesi - e costretto a fuggire in Francia: malato di tisi tornò in Italia; i familiari chiesero al Podestà Bellugi l'autorizzazione al ricovero ospedaliero. La secca risposta fu che nessun ricovero era previsto per gli antifascisti. Nonostante i tempi però qualcun disobbedì all'ordine del podestà "il professor Orecchia, primario dell'ospedale, lo ricoverò, prendendosene la responsabilità. La malattia del padre Manlio, era, purtroppo, troppo avanzata e poco dopo morì lo stesso".

Nel dibattito locale qualcuno gli attribuisce meriti ed opere di bene. Che i lati positivi siano ricostruiti ed illustrati, non saranno certo rigettati per una avversione a priori, a noi preme non consentire che si rimuovano gli altri aspetti della sua persona, del suo ruolo e della sua azione durante il fascismo, durante la seconda guerra mondiale.

Una intitolazione di un luogo pubblico è cosa rilevante per la coscienza collettiva, con essa si da un giudizio complessivo positivo della persona.

E' il ruolo politico che ha avuto il Bellugi, aspetto preponderante della sua vita, che impedisce la condivisione di tale decisione. Questo aspetto non può essere mai dimenticato.

Questa decisione non aiuterà a superare ogni divisione e ogni diverbio sul passato, anzi aprirà un solco che la città di Massa Medaglia d'oro al Valor Civile ed una Provincia Medaglia d'oro al Valor Militare, non merita.

Finita la guerra, la pace fu fatta con l'AMNISTIA promossa dal governo De Gasperi e con Palmiro Togliatti, Ministro dell'Interno ancor prima di approvare la Costituzione Italiana.

Il nostro no non è rivolto al passato, ma al futuro.

Noi siamo per una memoria capace di ricordare, perché riteniamo che ciò sia essenziale per le giovani generazioni.

Non vogliamo che la storia sia nascosta, offuscata e nemmeno semplificata.

Febbraio 2019