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20 maggio 1970: lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori nella mia storia ...

.... Nel mese di aprile del 1970, durante una riunione del Comitato di Lotta, si avvicinò a me il Riccardo della CGIL chiedendomi se l’indomani andavo nel suo ufficio che mi voleva parlare a quattro occhi.

Il giorno dopo, allora convenuta mi recai nel suo ufficio e mi disse: Franchi tu sei iscritto al partito Comunista, hai già dato una mano alla CGIL nella lotta dell’anno scorso, anche se ti è costato il posto di lavoro. Ma a “Segromigno” c’è ancora bisogno di te e la CGIL ha bisogno di te. Ti propongo di entrare nel direttivo della Filtea CGIL e successivamente di farti eleggere in segreteria come Funzionario della CGIL a tempo pieno. Ne ho già parlato con il segretario della CGIL Bianchi ed è d’accordo. Dipende solo da te, sappi però che in CGIL non ci sono orari di lavoro e si guadagna poco. Chi fa il sindacalista lo fa perché odia le ingiustizie sociali e vuole combatte per una causa giusta. Quindi non è un mestiere, ma una missione. Lo stipendio mensile e di 96 mila lire, circa 10.000 lire in meno di quello che prendi in fabbrica dove lavori. Tu hai l’odio di classe , sei intelligente , sei giovane , ed anche in fabbrica fai il tuo lavoro con coscienza, figurati quando sarai in CGIL.

A mio parere sei adatto a fare il Sindacalista. Pensaci ma dammi una risposta prima della fine del mese.

Gli risposi che ci avrei Pensato e gli avrei dato quanto prima una risposta… ma dentro di me ero molto lusingato della proposta e già non vedevo l’ora di iniziare a fare il sindacalista.

Corsi a casa e lo dissi a mia madre, mi rispose : se a te piace fallo pure. Io dalla contentezza la presi in braccio.

A partire dal primo maggio del 1970, appena ventenne , entrai in Segreteria dei tessili e calzaturieri, come dipendente della CGIL e responsabile di tutto il Settore Calzaturiero e di altre aziende tessili della Piana di Lucca .

La prima assemblea sindacale la feci in un maglificio di nome May Styles , in data 4 MAGGIO 1970 . Nella fabbrica ci lavoravano circa 80 persone quasi tutte giovani ragazze. L’azienda non era organizzata sindacalmente . Ci andai assieme ad una sindacalista Segretaria della Filta CISL .

Nell’assemblea Spiegai cosa era il Sindacato, quali erano gli obbiettivi rivendicativi del Contratto Nazionale, la necessità di sviluppare anche la contrattazione aziendale per migliore le proprie condizioni di lavoro, economiche e normative. Richiamai quindi i lavoratori presenti anche alla necessità di darsi un’organizzazione sindacale aziendale attraverso la nomina del Consiglio di Fabbrica, come già era avvenuto in alcune aziende nella provincia di Lucca .

Al termine chiesi ai lavoratori di iscriversi al sindacato e su circa 50 lavoratori presenti 20 operaie si iscrissero alla CGIL e 4 alla CISL.

Il Giorno dopo mandammo le deleghe di iscrizione firmate dai lavoratori alla Direzione dell’azienda. Il padrone del maglificio licenzio tutte le 24 lavoratrici che avevano deciso di iscriversi al sindacato.

Sembra una storia incredibile, ma a quei tempi spesso andava così. Come CGIL e CISL UIL della provincia di Lucca, promuovemmo subito una lotta, chiedendo agli altri lavoratori di scioperare per fare riassumere le lavoratrici , ingiustamente licenziate, ma furono in pochi a scioperare, chi era rimasto aveva paura a scioperare , perché sapeva che poteva essere licenziato come era avvenuto alle altre compagne di lavoro.

Decidemmo allora di fare un picchettaggio davanti al cancello dell’azienda, per impedire a quelli che chiamavamo “crumiri” di andare al lavoro. Ci riuscimmo per diversi giorni, ma dopo circa una settimana , si presentarono a circa 200 metri dal cancello un gruppo di operai “crumiri” capeggiati dal padrone che volevano entrare in azienda ad ogni costo.

Il padrone assistito da un reparto di carabinieri, si mise a capo di un corteo di persone che volevano ad ogni costo sfondare il picchetto per entrare in fabbrica per lavorare facendo fallire lo sciopero.

Cercammo di non farli entrare in fabbrica. Io mi sdraiai per terra di traverso sulla strada. Una camionetta di carabinieri mi venne incontro a forte velocità facendomi capire che mi avrebbero investito, ma io rimasi immobile e la camionetta frenò per fermarsi a circa 20 centimetri dal mio torace. Allora mi spostarono di peso in una camionetta e dopo fecero polizia con i manganelli di tutti quelli che picchettavano. Restò solo Enzo , un compagno insegnate molto preparato e militante del PSIUP che sferrò un calcione nel sedere del padrone mentre sfilava in testa al corteo ed entrava in fabbrica. Naturalmente fummo tutti identificati e denunciati.

Proprio in quel mese , il nuovo governo di Centro Sinistra (PSI DC PRI PSDI) che aveva Ministro del Lavoro il Socialista Giacomo Brodolini, incalzato dalle forti lotte sui diritti presenti nelle fabbriche in tutto il Paese, fece una legge chiamata Statuto dei Diritti dei lavoratori. Legge n. 300 del 20 maggio 1970.

Tramite l’avvocato della CGIL Mario Frezza, fui il promotore di un ricorso al giudice del lavoro per attività antisindacale in base all’art 28 della legge appena approvata, ed il Giudice udite le parti, nell’arco di tre giorni condannò l’azienda per attività antisindacale.

FU LA PRIMA CAUSA FATTA E VINTA IN ITALIA con l’utilizzo del nuovo Statuto dei Lavoratori: il titolare dell’azienda fu condannato per attività antisindacale a riassumere tutte le 24 lavoratrici licenziate ed a pagargli tutte le giornate che avevano perso. Una bella Vittoria !

Umberto Franchi

Tratto dal mio libro autobiografico “La Vita e Il Sogno “