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L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio (Mendes): non sono d’accordo

L’ambientalismo tarda a prende spazio, seriamente, nelle coscienze delle persone e dunque dei Governanti.

Ci si lava la bocca con un sacco di affermazioni ambientaliste ma, all’atto pratico nessun movimento ha adottato seriamente questo presupposto nelle proprie proposte di Legge o di Comportamento.

Premetto che sono una di quelle persone che ha operato, prima ancora che fosse un concetto riportabile sulla carta stampata, per la costituzione di un’area culturale, dunque politica, rosso-verde.

E sottolineo “operato” (che significa non solo sostenuto a parole).

Ma l’ambientalismo è una cosa seria (gli speciosi potrebbero, a questo punto, fare lunghe dissertazioni sulla differenza tra ambientalismo ed ecologismo) e non si può sostenere creando dei concetti pregiudiziali, appartenenti al proprio schieramento politico-filosofico: l’ambientalismo è alla base e anteriore a qualsiasi scelta di carattere filosofico.

Chiunque sostenga la causa ambientalista è benemerito, a prescindere che si collochi a sinistra, al centro a nell’area moderata.

Saranno le contraddizioni che incontrerà sulla propria strada a fargli prendere coscienza se la propria parte è coerente con questa scelta di fondo.

Il fatto che Mendes abbia pagato con la vita questa scelta non significa che qualsiasi cosa abbia detto debba essere presa come oro colato. Immagino che anche lui abbia preso degli abbagli.

Inoltre viene citata questa frase da coloro che avendo aderito, prima ancora che alla filosofia ambientalista, a quella visione socialista e comunista che fa della Lotta di Classe il perno della propria visione.

Nulla da eccepire se non che quel mondo, socialista e comunista, abbia adottato l’ambientalismo solo dagli inizi degli anni 2000: prima era un durissimo oppositore a questa visione che voleva interferire con l’occupazione fornita da aziende perniciose per intere collettività causa la propria attività inquinante, mortale.

E noi, a Massa Carrara, con le vicende legate alla Farmoplant lo sappiamo bene. I movimenti di sinistra ammisero, e si allinearono, l’idea di una sua chiusura solo dopo che non c’era più alcun ambito cittadino concorde nel tenerla aperta per una eventuale conversione (che come sappiamo è la parolina magica per prendere in giro intere comunità).

Si adeguarono altrimenti avrebbero avute le spalle girate, alle prime elezioni disponibili, anche da larghe fette del proprio elettorato.

E noi, a Massa Carrara, con le vicende legate alla distruzione delle Alpi Apuane, lo sappiamo bene tutt’oggi.

Le stesse vicende legate all’ILVA di Taranto ci raccontano che tale approccio non è stato ancora abbandonato.

Ecco che pur condividendo, personalmente, che l’ambientalismo deve essere espressione anche di una lotta di classe, ogni volta che vedo questa citazione mi sobbolle un po’ l’umore perché la trovo a volte ben collocata in qualche discussione, a volte la trovo palesemente usata in modo strumentale, spesso denigratorio, verso quegli ambientalisti che non appartengono allo stretto giro di coloro che vengono considerai in modo ortodosso “di sinistra”, mancando clamorosamente al vero significato, e all’ampiezza, a cui dovremmo dare spazio alla definizione di “ambientalismo”.

Ogni sincero ambientalista è prezioso, sia che aderisca a filosofie che contemplano la lotta di classe sia coloro che, per formazione personale, non la contemplano.

Spero in queste poche righe di aver sintetizzato il mio pensiero, senza fraintendimenti possibili (per quel che vale, sia ben inteso).