• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Del Tibet e dei Diritti Umani Universali (Tomei Magda)

Da tempo assistiamo impotenti e lottiamo apertamente a fianco del Tibet e dei monaci buddisti ,come Fondazione Basso sezione internazionale, come Tribunale Permanente dei Popoli, come Lega Internazionale per i Diritti dei Popoli.
L'associazione Popoli Diritti Culture vi prega di leggere quanto fin dal lontano 1992 il TPP(Tribunale Permanente dei Popoli)ha denunciato e come nel più grande silenzio siano rimasti i potenti della terra per mantenere quel sistema di equilibrio politico che per una sorte od un'altra sembra perpetuarsi attraverso la storia.
Ma è in un preciso momento della storia della nostra epoca che i diritti umani hanno avuto riconoscimento universale ed è per la loro tutela che dobbiamo come cittadini del mondo far sentire la nostra voce in questo caso come in mille altri in cui la parola violazione è un termine quotidiano.
Ricordo ancora quando per la prima volta negli anni 80 insieme a Don Sirio Politi ed i preti operai che con lui operavano ricevemmo una delegazione di monaci buddisti nella casa annessa alla chiesetta del porto.Li ricevemmo alla stazione di Viareggio in arrivo da Livorno e fra la curiosità della gente scambiammo con loro dei saluti per noi allora insoliti.La nostra frettolosità un pò schiva di gente di poche parole,preoccupata del come capirci, del che fare lasciò presto il passo alla loro essenzialità fatta di un canto profondo , di un inchinarsi a mani giunte di fronte a noi che senza indugio guardandoci negli occhi rapidamente e, ricordo l'imbarazzo di Don Sirio, decidemmo di ricambiare nello stesso modo.
Imparai allora ad apprezzare la semplicità di una comunicazione fatta di suoni senza parole, la serenità che emanava dalle tonalità dei loro canti,il silenzio che era preghiera.Ricordo che erano un gruppo sparuto,con alcuni stendardi e parlavano inglese.Li accompagnammo in passeggiata prima di andare a tavola e con loro cantando e fermandoci osservavamo lo stupore della gente seduta ai tavoli dei caffè.Fu mio il compito di tradurli.
Don Sirio mi disse in seguito con un tono che non saprei definire,fra il burbero ed il faceto, che era stato un corteo non autorizzato.Ad una tavola nella saletta d'ingresso della casa del porto con gli scaffali pieni di libri in modo parco sedemmo in un gruppo di amici e mangiammo solo riso ma in abbondanza.

Quello fu il primo di una serie di incontri