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Se foste un rom, quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante di un imbecille da ridicolizzare.

Se foste un musulmano, o un africano, o comunque un uomo dalla pelle scura, il pacchetto sicurezza non lo prendereste solo come l'ennesima sortita di un governo populista e conservatore, eccessiva ma tutto sommato veniale.

Pubblicato sul "Corriere della sera" del 15 luglioo 2008 e tratto da "Notizie minime della nonviolenza in cammino", n. 567 del 3 settembre 2008

Uno scappa dalla città il sabato per respirare un poco d'aria pulita in campagna. Per fortuna ha piovuto e gli alberi sono carichi di fiori. Ma la gioia di stare in mezzo al verde non dura: si sente puzza di bruciato; è esploso un incendio non lontano. Si teme per gli alberi rigogliosi. Gli amici telefonano, ma i pompieri dicono che verranno quando potranno: gli elicotteri sono impegnati altrove. Intanto le trebbiatrici regnano sovrane, c'è la raccolta del fieno e il rumore dei motori ti raggiunge anche nei boschi. Quando tacciono loro, incominciano le seghe elettriche. Ci sono alberi che vanno tagliati. E non si sa chi l'abbia stabilito e perché.

Pubblichiamo la risposta del 4 aprile 2008 di W. Veltroni alla lettera che Alex Zanotelli gli aveva scritto il 22 marzo u.s.

Caro Alex,

nella tua lettera ricordi la visita che ti feci, ormai quasi dieci anni fa, a Korogocho. Ricordi le parole e gli sguardi che ci siamo scambiati e l'impegno che presi con te, ma soprattutto con me stesso: non dimenticare. E come avrei potuto dimenticarmi dell'immane sofferenza che mi hai aiutato a toccare con mano? Come tu ben sai, perché altre volte ci siamo incontrati in questi anni, da quel momento, da quel primo viaggio, ho portato la mia allora breve ma intensa esperienza nel continente africano al centro del mio impegno politico.

Pubblicato su "La domenica della nonviolenza", n. 167 del 8 giugno 2008 e tratto dal quotidiano "la Repubblica" del 31 maggio 2006

È difficile trovare una definizione per La vita e le regole, il nuovo libro di Stefano Rodotà da pochi giorni in libreria. Tratta naturalmente di diritto, ma per segnalarne limiti e inadeguatezza. Veleggia nel maremoto giurisprudenziale usando come inedite bussole Yeats e Kundera. Per certi versi sorprendente anche l'indice dei nomi: rari i giuristi, più numerosi registi e letterati. "Posso stare un giorno senza letture giuridiche", scherza il professore, "ma guai a rinunciare a un romanzo. E il dolore l'ho capito di più leggendo Gadda che i codici".

Pubblicato su "www.lastampa.it" del 21 giugno 2008.

Se domani una legge dicesse che prima dell'udienza l'imputato va tenuto in ginocchio sul sale, non la applicheremmo. Chiederemmo alla Corte Costituzionale di dichiararne l'illegittimità, ma intanto non obbediremmo. Si sta avvicinando il momento, che mai avremmo immaginato, di questa drammatica frattura delle coscienze, dei cittadini e degli stessi giudici. Fino a che punto si deve prestare obbedienza alla legge? Antico quesito, peraltro sorprendentemente attuale. La norma che sospende i processi per i reati puniti fino a dieci anni è stata introdotta surrettiziamente nel testo del decreto sulla sicurezza, dopo l'autorizzazione del Presidente della Repubblica.

Pubblicato sul “Nonviolenza. Femminile plurale”, n. 203 del 22 agosto 2008 e tratto dal sito della Libera università delle donne di Milano)



Por donde saldrà el sol? Da dove sorgerà il sole? È la speranza che vive nel cuore della notte a parlare in questa domanda degli indiani d'America.

Come sanno gli indiani, la notte può essere lunga. Molto lunga talvolta.

Una notte di cinque secoli, così essi definiscono la colonizzazione, il genocidio, la quasi scomparsa del loro popolo. Noi, eredi di quell'Occidente che li ha sterminati, possiamo oggi fare nostro il loro interrogativo... La nostra è un'epoca in crisi. È scoccato da tempo il nuovo millennio, ma la miseria, la tristezza, la sofferenza del mondo non sono mai apparse in una luce tanto definitiva".

Questa estate, che sta volgendo lentamente verso la sua conclusione, non mi pare sia stata molto tranquilla, almeno dal punto di vista politico: i rom, le impronte ai bimbi, l'esercito a "garantire" l'ordine pubblico, la demonizzazione di ogni forma di dissenso, la riduzione degli spazi di democrazia, le povertà e le precarietà che aumentano.
Forse è semplicemente il punto di vista da cui si guardano le cose a suscitare in me molti timori e bisogni di chiarezza a sinistra e nel movimento nonviolento, ma credo anche che debba essere fatto uno grosso sforzo culturale per pensare di immaginare relazioni sociali ed economiche diverse.