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Abitare il dialogo. Società e culture dell’amicizia nel Mediterraneo, Milano, Franco Angeli 2008 (Canta C. C., Pepe M.) (recensione di Marinella Pepe tratta dalla newsletter "Ecumenici")

Il dialogo non è solamente una ‘vocazione’ interna alle singole comunità di fede, ma è un passaggio obbligato per la società nel suo complesso che, abitata da un crescente pluralismo, si trova ad attraversare un frangente epocale caratterizzato dalla frammentazione e dalla perdita del legame sociale.

Pubblicato sulla Newsletter "Ecumenici" del 16 ottobre 2008

Non è semplice dare conto in 20 minuti dei segni della speranza nel dialogo cristiano - islamico e ebraico-islamico ma ci proviamo; Grazie prof. Mandel per l'invito e un caro saluto alla confraternita sufi e agli organizzatori tutti. Il rispetto e l'amore per la costruzione della pace ci stimolano a ricercare percorsi teologici, progetti concreti di impegno e iniziative di carattere anche musicale per verificare a che punto siamo esattamente nella ricerca di quella che viene ormai definita come comune Fede abramitica. La ricerca - nonostante in Italia non se ne parla nel modo più assoluto e troppo spesso i teologi stessi sono impreparati o non aggiornati sul lavoro ad esempio fatto nella non lontana Università di Monaco - rischiamo di dire cose parziali.  Molti di loro, consapevoli del clima di cautela nelle tradizioni religiose ma anche di ignoranza (madre soprattutto di pregiudizi ad ogni livello), si limitano a ripetere luoghi comuni.

In questi giorni l'esecutivo italiano ha approvato un decreto  sicurezza che, a giudizio mio e di molti, risulta estremamente  discriminatorio, frutto avvelenato di un'ideologia che fa leva sulla  paura e induce ad essere cattivi nei confronti degli stranieri ritenuti  tutti, senza distinzioni, minaccia per la società (pubblicato su Notizie minime della nonviolenza, n. 737 del 20 febbraio 2009).

Da parte di Alfonso Navarra ad Alex Zanotelli e ai cattolici di base

Caro Alex (Zanotelli), bellissima la tua lettera.

Bisognerebbe aggiungere un punto: la tua Chiesa dovrebbe tirarsi anch'essa fuori dal business dei rifiuti. La cava di Chiaiano, di proprietà dell'Arciconfraternita dei Padri Pellegrini, quindi della Curia napoletana, non deve essere messa a disposizione di Bertolaso perchè possa farci la sua discarica. Stiamo parlando di Chiaiano, oggi il luogo simbolo della resistenza per i "rifiuti-zero" e punto nevralgico in cui la logica repressiva tenta lo sfondamento nei confronti di quello che la stampa chiama il "Partito del NO", e che è in realtà l'alternativa civile dei movimenti di base. (Non è per nulla casuale Il riferimento al decreto che fa delle discariche "aree di interesse strategico" da presidiare con l'esercito e che prevede 5 anni di carcere per i promotori delle proteste: ad esempio un certo prete che gira sempre con la sciarpa arcobaleno intorno al collo).

Nell'Agosto del '59 don Lorenzo Milani e' gia' da qualche anno confinato nella chiesetta di Barbiana. Da la' scrive all'amico Nicola Pistelli, direttore di Politica, la rivista della sinistra cattolica e padre di Lapo, la lettera che segue, in seguito ad alcune dichiarazioni del Cardinale di Palermo Ernesto Ruffini. Questi avrebbe dichiarato in un'intervista a La Stampa: "Voi giornalisti, parlate pochissimo della Spagna. Direi che vogliate ignorarla di proposito. Eppure averla amica potrebbe esserci di validissimo aiuto contro il comunismo". Pistelli non ha pero' il coraggio di pubblicarla, uscira' solo 15 anni dopo sull'Espresso. Nella splendida lettera traspare nitidamente la capacità di Don Lorenzo di fare le opportune distinzioni tra ambiti diversi, senza assolutizzare l'autorità ecclesiale ma senza per questo disconoscerla. Riconoscendo anzi l'assoluta necessità di educarla e di farle capire quando sta sbagliando. Nonostante i 50 anni (!!) trascorsi, resta ancora una capacità quanto mai rara, specialmente di questi tempi di atei devoti.

Articolo inviato dalle ACLI di Cerenusco


Devo dire che mi è molto piaciuto il titolo “conosciamo la nostra chiesa”: sottolineo la “nostra” perché la chiesa è la casa, è il luogo di riferimento per pregare, per cantare, per ricevere i sacramenti ed anche per ritrovarsi. E’ una casa costruita sulla roccia che produce e offre amore: basta partecipare ad una liturgia domenicale così bella e partecipata, ad un matrimonio, ad un funerale. E’ la casa, il tetto, la sicurezza, il calore. Oggi si sente spesso parlare di chiesa-parrocchia in senso negativo, vi si evidenziano tutti i difetti; invece, se rovesciamo la medaglia, possiamo trovare nella chiesa una serie di occasioni che arricchiscono le singole persone, le famiglie e i vari gruppi che popolano la nostra società.

L’Associazione di promozione sociale La soffitta dei colori,
in collaborazione con La bottega della Rocca onlus
invitano

GIOVEDI’ 15 FEBBRAIO ORE 21,00


Incontro con Lidia Maggi,
pastora della Chiesa Battista di Milano

Le donne, il conflitto e la Bibbia. Cuori discordanti


Vi aspettiamo presso la Casa Diocesana “La Rocca”, via della Rocca 10, Pietrasanta.
Lidia Maggi ci racconterà la sua esperienza di fede nel conflitto.
Per confermare la presenza e per ulteriori informazioni,telefonare al 3339192856.
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