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Il 25 marzo l’Isis ha attaccato un tempio Sikh a Kabul: prova che resiste qui come in Siria e in Iraq; il 1° aprile l’Italia ha assunto il comando di «Irini», nuova missione Ue nel Mediterraneo; il 4 è stato il primo anniversario dell’offensiva libica di Haftar: «festeggiato» con altre bombe. Ecco che cosa succede dove sembra che non succeda niente.

Breve storia di come, volendo diffondere odio e razzismo facendo finta di fare giornalismo, finisci per fare una colossale figura di merda.

1) Pubblichi una storia in cui dici che a Vicenza "i richiedenti asilo vogliono Sky e scatta la protesta". Vogliono proprio Sky calcio per guardare le partite di calcio. Alcuni nel pubblicare la “notizia” usano foto di ragazzi neri che protestano con cappelli di lana e giubbotti imbottiti, classica tenuta estiva in pieno agosto.

La cultura sta morendo? Questa preoccupante domanda capita di sentirla formulare in orazioni più o meno esplicite durante convegni, dibattiti, trasmissioni radiofoniche, interviste e così via. Ovviamente la cultura non sta morendo, basti pensare solo al fatto che tutti noi continuiamo a utilizzare la nostra lingua. E se la cultura fosse morta non ci sarebbero più parlanti. Tuttavia, se la domanda si pone ormai da diversi anni e non trova una risposta, vuol dire che qualcosa di importante è accaduto e questo qualcosa ha un effetto catastrofico tanto da ricorrere all'immagine della morte.

Signor Presidente del Senato, Signor Presidente della Camera,
il settore dell'editoria nel nostro Paese è investito da una crisi molto pesante, la più grave dall'ultimo dopoguerra. Oltre cento testate - tra quotidiane e periodiche - di idee, cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all'estero e tante aziende dell'emittenza locale sono sull'orlo della chiusura.