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Anche quest'anno, con inverosimile ostinazione, proponiamo il report sull'attività del Centro di Ascolto e della Casa di Accoglienza di via Godola a Massa, reputando che sia un'occasione per riflettere - pur partendo dal nostro punto di vista parziale e minimo - sull'esclusione, perché questo è il vero motivo per cui deve ancora esistere la Casa di Accoglienza di via Godola. Essa purtroppo continua ad essere una necessità.

Come ormai avviene da anni, il report sull'attività del Centro di Ascolto e della Casa di Accoglienza di via Godola, a Massa, è l'occasione per fare il focus sull'esclusione, le cui origini stanno nelle scelte politiche e nelle culture che si alimentano nel paese.

Nel provare a riflettere su ciò, tuttavia, non è possibile non misurarsi con il clima politico e culturale, così faticoso e pesante, che si respira nel paese e anche nella nostra città.

Ogni anno proponiamo alla comunità locale questo breve report sull'attività della nostra associazione nel Centro di Ascolto e nella Casa di Accoglienza di via Godola, non come momento autocelebrativo e autoreferente, quanto piuttosto per tentare, spesso con scarso risultato, una riflessione ed un dibattito sulle tematiche dell'esclusione, partendo dalla nostra piccola esperienza di percorso accanto ad alcuni degli ultimi della nostra società.

Pubblichiamo la premessa al "Report 2016" redatto, come avviene ormai ogni anno, dall'Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza che dal 1987 ospita persone senza dimora presso la Casa di Accoglienza di via Godola a Massa.
Tale documento vuole essere l'occasione per riflettere sulle realtà e sulle conseguenze dell'esclusione sociale.

La Casa di Accoglienza di via Godola a massa, gestita dall'Associazione Volontari Ascolto Accoglienza, dal 1987 ospita persone senza dimora.

Nella struttura vengono accolte al massimo nove persone dal lunedì al venerdì, le quali potranno essere nuovamente ospitate solo dopo un mese.

La Casa di Accoglienza funziona da sempre solo grazie all'impegno volontario delle persone: ciò, se da un lato è un fattore positivo esprimendo la voglia di mettersi in gioco delle persone, dall'altro espone questo servizio a criticità e fragilità.