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Gramellini il 13 ottobre scorso sul Corriere riprendeva una lettera della europarlamentare Laura Ferrara del M5S che, insieme ad altri suoi colleghi, protestava contro l’accordo quadro firmato dalla Regione Calabria e Cuba per l’invio di medici cubani nel nostro Paese, definendo il loro rapporto di lavoro “sfruttamento e una chiara violazione dei diritti umani”. Il giornalista ha buttato alla rinfusa le cose che ci sarebbero da dire. Lo farò pure io, tanto per andare sul concreto.

Emiliano Teran Mantovani è un commentatore politico venezuelano il cui sguardo acuto va oltre le vicende interne del proprio paese per coprire l’intera America Latina. Sono molte le analisi che in questi giorni si possono leggere sulle movimentate vicende di quell’area geografica, ma la maggior parte di esse muovono da cliché politici convenzionali e fanno previsioni in base ad essi. Ma così non è detto che sarà, e questa analisi di Mantovani sembra fornire scorci interessanti su una situazione che presenta importanti fatti inediti.

Malgrado siano circondati dall’Esercito messicano, le basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) sono riuscite a rompere l’accerchiamento militare, mediatico e politico che gravava sopra di loro. In un comunicato del 17 agosto, firmato dal subcomandante Moisés, indigeno divenuto il portavoce del movimento zapatista dopo la ‘morte’ simbolica di Marcos, dalle montagne del sud-est messicano viene annunziata la creazione di sette nuovi caracoles (vedi sotto) e quattro municipi autonomi, che si chiameranno da ora in avanti «centri di resistenza autonoma e ribellione zapatista».

1. Comprendiamo, riconosciamo come certe e valide le ragioni, i fatti e gli argomenti che vi costringono a pronunciarvi di fronte alle inadempienze e al tradimento dell’accordo di pace con le FARC-EP da parte del governo e dello Stato colombiano.

In molte regioni dell’America Latina gli stati nazionali non proteggono i loro cittadini, in particolare i settori popolari, gli indigeni, i neri e i meticci, i quali si trovano indifesi di fronte alla violenza del narcotraffico, delle bande criminali, delle guardie private delle imprese multinazionali e, benché appaia paradossale, delle stesse istituzioni armate dello Stato, come la polizia e le forze armate.

La crisi del Venezuela e la salita al potere di Jair Bolsonaro si combinano con uno scivolamento dell’A.L. verso una graduale irrilevanza nella politica mondiale e una relativa perdita di autonomia nelle sue relazioni internazionali, in un contesto internazionale più incerto e pugnace. Il professore dell’università di Tella (Cile), Juan Toklatian, analizza la congiuntura latinoamericana e i nuovi scenari. Da Juan Gabriel Tokatlian / Nueva Sociedad Febbraio 2019.

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