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Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza", n. 651 del 26 novembre 2008 

Quando sono arrivata c'erano moltissimi alberi, e panche per star seduti sotto gli alberi. Niente recinti per i giardini, e nei giardini bambini monelli e nonni di giorno, varia umanità soprattutto giovane la sera.
L'atmosfera era un pò sonnolenta ma quieta, la malignità sfogata in pettegolezzi tutto sommato innocui del tipo: La vedi quella con i vestiti firmati? Per comprarseli mangia insalata mattina e sera. Oppure: Ah sì, quello ha il fuoristrada ma è pieno di debiti. C'erano chiese ed edifici dall'aria molto anziana e stanca, più che antica, ti veniva voglia di sorreggerli al gomito e di chiedere come si sentivano. E pensavo: qui non cambierà mai niente, ma in fondo è pur meglio di tanti altri posti, è tranquillo

Comunicato stampa

Gino Strada: «L’emendamento anti immigrati: una norma stolta prima ancora che perversa»


A oggi, in Italia, una legge vieta al personale sanitario di denunciare gli immigrati conosciuti per ragioni di cura, anche se la loro presenza in Italia non fosse regolare.
Un emendamento approvato al Senato intende sopprimere questa norma. 
Si metterebbero così gli individui nella condizione di scegliere fra l'accesso alle cure e il rischio di una denuncia; si spingerebbe parte della popolazione presente in Italia nella clandestinità sanitaria, con grandi rischi per sé e per la collettività.

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza n. 734 del 17 febbraio 2009
Il nuovo "pacchetto sicurezza" del disegno di legge 733, approvato in Senato il 5 febbraio 2009, è particolarmente ripugnante perché segna un ulteriore passo in senso xenofobo e razzista. Mentre vengono inasprite le pene relative al preteso pubblico decoro contro i graffitari (artt. 7 e 8), altre norme non hanno vergogna di disattendere i più elementari diritti umani senza peraltro risolvere alcun problema di sicurezza come il Ddl pretende invece di fare.

Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza, n. 734" del 17 febbraio 2009
Leggo dal dizionario Garzanti la definizione di razzismo: "tendenza a considerare la razza come fattore determinante dello sviluppo di una società e quindi ad evitare mescolanze con altri popoli, considerati razza inferiore, mediante la discriminazione".
Mi appare abbastanza evidentemente come certa cultura prevalente, che si traduce in norma, con alcuni articoli previsti nel  DDL 733 votato al Senato lo scorso 5 febbraio, rispecchi bene questa definizione.

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza n. 714 del 28 gennaio 2009

Se la memoria non mi inganna, nel bel film che, nel 1981, Liliana Cavani trasse da La pelle di Curzio Malaparte, c'è una scena illuminante sulla "filosofia" che i vincitori e i loro sicofanti intendono adottare per governare il Paese. Si vede un mafioso in macchina con un ufficiale americano. Stanno discutendo di traffici di benzina ed altro, da organizzare sulle spalle dei poveracci che la guerra si è lasciata dietro, e dopo essersi accordati con reciproco vantaggio, mentre entrambi ridono grassamente il mafioso commenta,: "Ma devono pagare: qui non siamo mica in Unione Sovietica!".