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«Ho visto la sua faccia ieri al telegiornale. Dipinta dei colori della rabbia. La sua voce ,poi, aveva il sapore amarissimo del fiele. Ha detto che per noi che siamo qui nella vostra terra è finita la pacchia. Ci ha accusati di vivere nel lusso, rubando il pane alla gente del suo paese. Ancora una volta ho provato i morsi atroci della paura…

Chi sono? Non le dirò il mio nome. I nomi, per lei, contano poco. Niente. Sono una di quelli che lei chiama con disprezzo “clandestini”.

Vengo da un paese, la Nigeria, dove ben pochi fanno la pacchia e sono tutti amici vostri. Lo dico subito. Non sono una vittima del terrorismo di Boko Haram. Nella mia regione, il Delta del Niger non sono arrivati. Sono una profuga economica, come dite voi, una di quelle persone che non hanno alcun diritto di venire in Italia e in Europa.

Piantedosi e Salvini minacciano i comandanti delle navi che si rifiuteranno di riportare in acque internazionali persone considerate come “carico residuale” e non obbediranno ad un decreto illegittimo, sia nelle premesse che fanno riferimento a Regolamenti europei ormai abrogati, che nel dispositivo, secondo il quale il comandante della nave, dopo la selezione dei naufraghi “vulnerabili”, dovrebbe uscire dal porto e ritornare in acque internazionali.

Mediterraneo. Vittorio Alessandro ha dedicato 31 anni della sua vita alla guardia costiera. Ora è in congedo. «Una "nave pirata" contravviene alle norme internazionali ed esercita violenza su imbarcazioni e persone che solcano il mare. Quelle delle Ong salvano vite», dice al manifesto rispondendo alle affermazioni di Giorgia Meloni

In Puglia, lungo una striscia d’asfalto da dove 25 anni fa si alzavano gli aerei militari diretti in Bosnia, ora è raccolta una comunità di immigrati(1.200 in inverno, 3.500 in estate) in attesa di un lavoro e dunque di una vita migliore. Un’attesa spesso infinita. L’aspettativa delusa, insieme con i traumi del viaggio, favorisce il dilagare di forme di disagio mentale che un manipolo di operatori di Intersos tenta di contrastare

Il Tavolo Asilo esprime profonda preoccupazione sui contenuti della proposta avanzata dalla Commissione UE il 23.09.2020 di adottare un “Patto per le migrazioni e l’asilo”, che considera allarmante sia per le misure che riguardano la dimensione esterna delle politiche migratorie della UE, che per quelle di politica interna.

"Dunque, voi dite, io devo aver paura dei migranti, perché, stando a quel che scrivete sui vostri meme e sulle vostre bacheche, vogliono farmi diventare musulmano.

Io però, al momento, non ho trovato un solo immigrato che abbia tentato di farmi diventare musulmano, ne ho trovati che volevano lavare il parabrezza della mia auto, aiutarmi a portare la spesa, ne ho trovati che hanno fatto da badanti a persone anziane che conosco, o imbiancato muri o sturato un water o sistemato un impianto elettrico ma giuro, nemmeno uno ha tentato di farmi diventare musulmano.

Quanto vale a Bari la vita di una nigeriana? Quanto la vita di un adolescente italiano tossicodipendente? Quanto quella di un mendicante minacciato dai clan? Vale per quanto denaro porta nelle casse delle mafie“. Quanto vale la vita di una nigeriana? Per lor signori sicuramente nulla quella di Lilian Solomon. Quando si parla di mafia nigeriana in Abruzzo uno snodo fondamentale sono le due operazioni “Sahel”, nel 2010 e nel 2011. La seconda scattò dopo che On the Road la conobbe. Una ragazza che rimarrà per sempre ventitreenne. Sfruttata prima sulle strade della Lombardia e poi sulla famigerata bonifica del tronto, costretta con violenza ad un aborto.

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