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In una pagina mirabile, il gesuita Michel de Certeau ha ricordato che “la Chiesa è sempre tentata di contraddire ciò che afferma, di difendersi, di obbedire alla legge che esclude, di identificare la verità con ciò che essa ne dice, di censire i ‘buoni’ in base ai suoi membri visibili… La storia dimostra che la tentazione è reale… ma l’esperienza cristiana rifiuta radicalmente la riduzione alla legge del gruppo. Ciò si traduce in un movimento di superamento incessante. Potremmo dire che la Chiesa è una setta che non accetta mai di esserlo. È costantemente attratta fuori di sé da quegli ‘stranieri’ che le sottraggono i suoi beni, che prendono sempre di sorpresa le elaborazioni e le istituzioni faticosamente acquisite, e nei quali la fede vivente riconosce, poco a poco, il Ladro colui che viene”. Una Chiesa, insomma, sempre tentata di lasciare la profezia per essere una società chiusa di ortodossi: e però sempre provvidenzialmente “sconquassata” da “stranieri” (cioè non allineati, non omologati, non conformisti) che in un primo tempo avversa, per poi riconoscere in essi Dio stesso, che disse di sé: “Ecco, io vengo come un ladro” (Ap. 16, 15).

Contributo di Raffaello Saffioti

Alcuni di noi cercano di costruire un tempio della pace. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo abbattere un muro di cemento:
sembra che non serva a niente.
E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace si rimane soli, si resta scoraggiati, si resta smarriti.

In occasione del 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, condividiamo questa riflessione sulla nonviolenza di Raffaello Saffioti, pubblicata su "Voci e volti della nonviolenza", n. 239 del 1 ottobre 2008.

Questo anniversario, senza abbandoni celebrativi La Giornata mondiale della nonviolenza, decisa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007 per ricordare ogni anno, il 2 ottobre, la nascita di Gandhi, è occasione per riflettere sul cammino della nonviolenza moderna e interrogarsi sul che fare per valorizzare Gandhi.

Pubblicato sul supplemento librario "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 23
settembre 2006, col titolo "Arendt, un'ebrea che sa perdonare" e tratto da “Nonviolenza Femminile Plurale”, n. 191 del 26 giugno 2008


 

Anche e soprattutto le contraddizioni rendono grande la figura di Hannah Arendt. Nata ad Hannover il 14 ottobre 1906, cresciuta intellettualmente con Husserl, Jaspers e Heidegger, emigrò prima in Francia e poi definitivamente negli Stati Uniti: quest'anno compirebbe cent'anni. Tale distanza mette in moto quel metronomo che segna la Storia con la maiuscola, impone un confronto con la sua esperienza.

Pubblicato su “Notizie minime della nonviolenza in cammino”, n. 175 del 8 agosto 2007, del Centro di ricerca per la pace di Viterbo e tratto dal mensile diretto da Goffredo Fofi "Lo straniero", n. 86-87, agosto-settembre 2007, riprendiamo il seguente articolo (disponibile anche nel sito www.lostraniero.net)

"Giovedì prossimo (20 dic.) ci sarà a Firenze davanti al Trib. militare il processo del giovane cattolico milanese Giuseppe Gozzini obiettore. Se sarà condannato è fissato che i nonviolenti fiorentini digiuneranno in piazza Duomo per tutto il giorno di Natale. Sono favorevolissimo alla manifestazione per molti motivi. Non ho mai partecipato alle marce della pace perché non appare chiara la loro utilità,. Ma qui invece appare. C'è l'immediatezza della cosa. C'è che è cattolico. Una rarità tra gli obiettori che son tutti protestanti. E loro sono assistiti dalla solidarietà della loro chiesa. Giuseppe no. Poi c'è la difficoltà per ognuno di lasciare il pranzo familiare il giorno di Natale. Insomma a me pare molto sana cosa e ho intenzione di andarci con tutti i ragazzi che vorranno (di San Donato e di qui). Purtroppo non potro' esserci prima di mezzogiorno perché ho da dire le Messe. Comunque la notizia della mia partecipazione è segretissima perché non voglio che mi arrivi la proibizione prima del fatto. Ti prego di fare tutto quello che puoi per sensibilizzare i tuoi colleghi dell'avvenimento...".
Così scriveva don Milani al giornalista Giorgio Pecorini il 17 dicembre 1962 e aggiungeva di chiedere conferma della manifestazione ad Alberto L'Abate oppure alla Corsia dei Servi a Milano specificando che "Gozzini esce da quell'ambiente".

Dall'edizione palermitana del quotidiano "La repubblica" del 15 ottobre 2007, col titolo "La missione di Danilo Dolci. La riscoperta di una lezione" e il sommario "Uno spettacolo teatrale, un documentario, la ristampa di libri e la visita dei suoi collaboratori svizzeri: il boom del sociologo a dieci anni dalla morte".
Notizie minime della nonviolenza in cammino, n. 443 del 2 maggio 2008