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Ho letto la lettera di Michele, suicidatosi a trent'anni. Un fatto enorme, che non può non provocare la nostra empatia più profonda. Quella lettera l'ho vista ripresa più volte, riprodotta quasi fosse un manifesto rivendicativo generazionale. Ma quella lettera non è un manifesto: e non solo perché una dichiarazione di resa - che è diritto assoluto di ogni individuo . non può divenire un fatto collettivo, un legame sociale. Il fatto è che quella lettera è un sintomo. E un sintomo sta per qualcosa di cui è un'emergenza, e si manifesta nell'inconsapevolezza di ciò che lo determina.

Una immersione nella realtà del territorio lecchese

A un mese dall’uccisione delle tre sorelline Sydni, Keisi e Simona Dobrushi (9 marzo 2014), i loro nomi sono stati scritti sul Muro della Memoria a la Casa sul Pozzo. Custodire la memoria è azione rivoluzionaria e feconda perché sovverte le regole del consumo, tiene vivo e inquieto il percorso umano.