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Ho a parlare di tante malinconie..."(Domenico Settembrini, incipit delle Ricordanze) Alcuni ottimi amici, alquanto apprensivi, avendo saputo che in questi giorni sto digiunando a sostegno della proposta di riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone che in Italia vivono (e ve ne sono oltre cinque milioni cui tale diritto è assurdamente negato), mi hanno detto di lasciar perdere, che non ne vale la pena, che tanto non c'è nulla da fare, che è meglio tacere e far finta di niente.

Non sono ancora riuscito a dire il dolore che suscita in me la vicenda dello strazio e dell'uccisione del giovane Giulio Regeni.

Ogni volta che penso a quell'orrore (di cui i mezzi d'informazione danno notizia con toni che mi sembrano falsi, algidi ed empi), mi sento schiacciare dal peso di tanto male, di tanta violenza che quell'innocente ha schiantato.

“Siamo uomini e donne, appartenenti o no a gruppi politici ed organizzazioni pacifiste – spiega il loro comunicato - nel settembre 2001, quando ci fu l’attentato alle torri gemelle, e gli USA attaccarono l’Afghanistan con il pretesto della caccia a Bin Laden, cercammo un modo per esprimere il nostro sgomento e la nostra indignazione. Decidemmo di adottare l’”ora in silenzio”, una modalità di manifestazione già attuata diverse volte nella storia: per esempio dalle suffragiste statunitensi e dalle donne in nero di Gerusalemme”.