Riflessioni sulla situazione a Massa e su politiche sociali e culturali

Premessa

Il quadro che provo a delineare è ovviamente estremamente parziale, perché frutto di una mia esperienza limitata. Può essere un punto di partenza, che necessita ampliamenti e approfondimenti, partendo da esperienze anche più significative.

Un primo punto elemento di partenza è quello di osservare i bisogni, espressi e inespressi, interrogandosi su quali risposte possono essere date nell'immediato, ma anche cosa soggiace ad essi, cercando cioè di decifrare, per quanto possibile, anche altri fattori che sottendono a quei bisogni.

La crisi che stiamo attraversando è sicuramente un fattore devastante all'interno di un tessuto sociale già di per sé fragile, quale è quello della nostra provincia. Un tessuto sociale quindi nel quale l'assenza di lavoro, così come la precarietà dello stesso, assumono contorni quanto mai preoccupanti.

Problematiche

Come già detto, il quadro che delineo risulta necessariamente parziale, e quanto mai schematico. Sicuramente, anche osservando i dati di realtà piccole quali la Mensa della Caritas e la Casa di Accoglienza, si evidenzia un aumento degli utenti locali, che precipitano in questo “girone infernale” a causa della perdita del lavoro, dell'insufficienza delle risorse economiche, della perdita di legami familiari capaci di sostenere la persona in difficoltà:

Risorse del territorio

Alcune considerazioni generali

Ovviamente, tenendo conto che questo è un quadro parziale (da arricchire con il contributo di altre prospettive), ma rimane il problema delle risorse (sia economiche che umane).

Tutto ciò può aiutarci a costruire un progetto di cambiamento culturale nella città, che veda come elemento essenziale l'idea della partecipazione e di una cittadinanza attiva.

La stessa intuizione di Alessandro per quanto concerne la valorizzazione delle risorse culturali locali, l'auto-produzione (sebbene aperta alle esperienze esterne) va in questa direzione.

Tale orizzonte ritengo che vada incentivato anche per le politiche sociali, nella consapevolezza che ci sono ambiti nei quali l'azione culturale e sociale si intreccia (penso ai centri di aggregazione, a eventuali spazi di partecipazione, ad esperienze di autogestione per quanto concerne l'animazione delle periferie).

Una tale sfida è sicuramente molto più difficile di quella del chiedere all'assessore di turno di fare le sue scelte, però alla fine è l'unica che può veramente contribuire a ridisegnare la città come una comunità, nella quale i progetti, le esperienze si intrecciano, si mescolano, si contagiano.

In tale ottica penso che un primo passo sia svolgere un ruolo di facilitazione affinché le associazioni inizino ad operare in rete, che non significa sedersi ad un tavolo nel quale ciascuno porta il proprio progettino o il proprio orticello, ma nel quale si costruisce insieme un progetto complessivo e generale, nel quale ciascuna associazione offre il proprio contributo, mette in campo il proprio protagonismo sociale insieme alle altre.

In tal senso l'esperienza delle politiche sociali e culturali interagiscono... perché tutte sono finalizzate a costruire una comunità attiva, protagonista e solidale.

Alcune ipotesi di proposta