Dare un futuro alla svolta profetica di Francesco (Assisi, 24-27 agosto 2017) – appunti di Enrico Peyretti [Prima parte - 24 agosto]

Per quattro intense giornate, nella Cittadella di Assisi, oltre 200 partecipanti (età media alta) hanno lavorato per comprendere e compiere nella chiesa la svolta profetica proposta da papa Francesco. L'esperienza è stata impegnativa, faticosa, anche drammatica, perché sappiamo che Francesco può fallire. Abbiamo visto che il conflitto è tra vangelo vissuto e autosicurezza dell'istituzione. Il lavoro di Assisi vuole proseguire in varie parti d'Italia. Francesco ha acceso speranza in molti, credenti e no.

Chi ha vissuto da giovane la primavera del Concilio vive ora la primavera di Francesco – dice Enzo Bianchi - , e compie con gioia il proprio cammino di vita. Francesco non fa contrapposizione, ma propone una chiesa inclusiva. Vuole avviare processi, non imporre riforme, e soprattutto vuole che al centro della chiesa sia Gesù, non il papa. Ha ridato slancio al cammino ecumenico, al dialogo e confronto con la modernità, ha posto la misericordia oltre la legge. Su questo punto incontra l'opposizione più dura, come fu per Gesù, crocifisso non per volontà del Padre, né per scontare i nostri peccati, ma condannato dall'autorità religiosa per l'immagine di Dio non conforme, insopportabile ai religiosi. Impegnato dal nome che ha assunto, Francesco invita gli scartati, rende i poveri soggetto di magistero, cattedra da cui la chiesa è evangelizzata. Siamo capaci, noi chiesa, di questa conversione? Si dice che Francesco non è amato dalle gerarchie, ma dalla gente. Però ci sono chiese del campanile che non lo sopportano, perché non riconoscono nello straniero il sacramento di Cristo. Se Francesco percorre le vie del vangelo ci sarà crisi nella chiesa, perché le potenze intervengono, dicono «Così è troppo!», come dissero per Gesù.

Come dice Renzo Salvi, la teologia inclusiva di Francesco sta generando resistenze, reazioni, allontanamenti molecolari nella “gente di chiesa”.

Per Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, intervistato da Marco Politi, il magistero principale di Francesco è l'omelia quotidiana a S. Marta. Ci sono vescovi normativi e vescovi pastorali. Come li sceglie Francesco? Come fu scelto David (1 Samuele 16): «Non ce n'è un altro? Il più piccolo». Si tratta di portare Dio nella società secolarizzata? O forse di scoprire che là Dio c'è, c'è una sete di Dio. La Parola, la relazione personale con Gesù ha il primato sulla dottrina. La storia è luogo teologico.

Sulle donne nella chiesa: c'è una misoginia clericale; bisogna avviare processi; siamo ancora molto condizionati sul mondo femminile. Con Francesco finisce la chiesa “europea” e comincia la chiesa “cattolica”. Sulla “povertà culturale”: il vangelo si incultura, ma non è esso una “cultura”. Sulla “inequità”: Francesco non è il “papa sociale”, si tratta della ricaduta sociale del vangelo, del Regno che viene.

Sulle migrazioni: Francesco ha capito che è fenomeno epocale, è catastrofe umanitaria, e in ciò è leader mondiale. I migranti interpellano le nostre coscienze. Le parole «Ero straniero….» e «Questo è il mio corpo..», sono uguali, è la stessa parola.

Sulla mafia, intrinsecamente antievangelica, sempre contro la dignità umana, il problema non è solo la militanza, ma la mentalità mafiosa. Il vangelo si oppone alle potenze di questo mondo.

Nell'ecumenismo l'umiltà è una virtù teologale, come fede, speranza, carità.

Sull'azione di Bergoglio in Argentina nei confronti della dittatura si erano diffuse voci di debolezza o peggio. Nello Scavo, giornalista, autore di due libri in argomento, racconta di essere andato in Argentina come “avvocato del diavolo” a cercare prove di quel coinvolgimento, e di aver trovato nomi di persone, minacciate per azioni e denunce coraggiose, che Bergoglio ha salvato, col nasconderle, con l'aiutarle a fuggire. Agì in silenzio, come Schindler, Perlasca, Bartali, e altri “giusti”, con lo stesso rammarico di non aver potuto salvarne altri. A Londra, persone dei servizi segreti gli indicano come nemici di Francesco banche e fabbricanti di armi. Ancora oggi, ogni mattina agenti segreti chiedono una sintesi dell'omelia a S. Marta. Nel conclave del 2005 circolava un dossier di origine Usa, per screditare Bergoglio. Si tratta di tentativi di staccare il papa dal popolo. Un intervento qualificato comunica che due senatori italiani eletti nel collegio estero collaborarono con la dittatura.


Enrico Peyretti

(dai miei appunti – Seguiranno, nelle altre parti: Raniero La Valle, Rosanna Virgili, Paolo Branca, Mariangela Falà, Andrea Grillo, Antonietta Potente, Luigi Ciotti, Nunzio Galantino e qualche intervento)


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Dare un futuro alla svolta profetica di Francesco (Cittadella di Assisi, 24-27 agosto 2017 - 75° corso di studi cristiani):