Privatizzazioni/dismissioni : il programma economico del governo “giallo/bruno” per salvare l’Italia…

Da circa 30 anni, tutti i governi di centrodestra e centrosinistra , nelle loro manovre di bilancio, hanno adottato il “comandamento liberista” fondato su tre pilastri: a) tagliare le tasse ai ricchi; b) tagliare il più possibile la spesa pubblica ed assistenziale , a partire da quella sanità e le pensioni; c) privatizzare le aziende statali e dismettere il patrimonio pubblico immobiliare.

ECCO COSA E’ AVVENUTO DALLA FINE DEGLI ANNI 80:

- Dalla fine degli anni 80, sono profilate le teorie liberiste sulla necessità di ridurre il peso dello Stato in economia che hanno portato alla svendita di un patrimonio importante per gli interessi collettivi dei cittadini e del Paese;

- C’è stata una forte campagna ideologica con al centro il discredito delle attività pubbliche , che secondo i teorici del liberismo erano fonte di clientele, corruzione, sprechi, con lavoratori privilegiati e fannulloni… e la necessità di aumentare la redditività e produttività delle imprese;

- La svendita del patrimonio pubblico è quindi iniziata con la vendita di tutto il settore agro-alimentare della SME, vendendo il gruppo ALIVAR che comprendeva aziende come la Bertolli, Pavesi, Motta , Alemagna , Autogrill , ecc… tutte aziende a Partecipazione Statale che sono state vendute soprattutto alla multinazionale Svizzera Nestlè… con l’Autogrill che è stata venduta alla Benetton, ma subito rivenduta alla Carrefour Francese con lauta speculazione per Benetton ;

- Ma le privatizzazioni sono andate avanti per oltre 20 anni fino al 2010 da parte di tutti i governi sia di centrodestra che di centrosinistra , attraverso la nascita di società per azioni con capitale e gestione prevalentemente privato, che ha portato all’indebolimento di un forte tessuto produttivo strategico PER IL NOSTRO Paese, attraverso la privatizzazione delle FF.SS., IRI, ENI, NUOVO PIGNONE , ILVA, TELECOM, AGIP, AUTOSTRADE, ECC… con l’ingresso di capitali privati SpA, anche in tutte aziende che erano considerate dei gioielli nel campo dell’innovazione e ricerca;

Anche questo governo procede nella stessa direzione … La questione centrale che ha un pesante costo nella manovra governativa, non è certo il “salario di cittadinanza “, che sarà solo un sussidio per i poveri ed avrà un costo poco superiore a al reddito di inclusione già esistente… e non sarà nemmeno la pensione a quota 100, che con le penalità previste fino ad un massimo del 34,7% , ridurrà la platea degli interessati a poca cosa… il costo vero sarà la FLAT TAX per i ricchi , che a regime (3 anni) avrà un costo di oltre 40 miliardi di euro.

Ora, siccome le società pubbliche sono già state svendute o privatizzate facendole divenire società per azioni (anche i gioielli) … al governo resta la carta delle dismissioni di un patrimonio immobiliare fatto di edifici e terreni, calcolato di un valore di circa 300 miliardi, ma vendibili solo per un terzo. Il governo ritiene di poterne svendere per 30 miliardi in tre anni di cui 18 subito.

Probabilmente gli esponenti del governo quando assicurano che non saranno venduti i “gioielli di famiglia” … pensano di non vendere il Colosseo, o “Fontana De Trevi” come nel noto film di Totò … ma così come è avvenuto per l’acqua pubblica bene comune, per noi cittadini italiani, saranno a rischio altri beni comuni appartenenti al popolo Italiano come i parchi pubblici a partire da quello di S. Rossore, o palazzi che potrebbero risolvere la questione delle abitazioni per tanta famiglie senza casa… (sic) .

Umberto Franchi

Lucca, 15 novembre 2018