Intervento dell'ANPI Carrara all'Assemblea dell'Accademia Apuana della Pace del 30/11/2021

Come Anpi, cioè come garanti della Costituzione e del suo art. 11 che sancisce il rifiuto della guerra come strumento per regolare le controversie internazionali, siamo schierati senza mezzi termini per la Pace, anche se mai come in questo periodo storico, sono tanto numerosi i paesi flagellati dalla guerra con tutto quello che ne consegue: morti, sofferenze, fame, sottosviluppo.

Però direi che oggi si debba guardare alla situazione con maggior preoccupazione anche rispetto a pochi anni fa. Fini ad oggi, dal 1945, le grandi tensioni internazionali si sono scaricate nelle infinite guerre “locali”. Dalla guerra di Corea del 1950 a tutte le guerre combattute per impedire la decolonizzazione , da quella di Algeria a quella cinese a quella palestinese, alla guerra del Congo, a quella delle ex colonie portoghesi fino ad arrivare alla guerra del Vietnam e più recentemente in Irak, Siria, Afganistan, Etiopia, medioriente, ancora in atto.

Centinaia di guerre si sono succedute in questi ultimi 75 anni e molte vengono combattute in questo momento.

Però c’era un freno a tutte queste guerre, l’equilibrio tra le grandi potenze che impediva di oltrepassare certi limiti perché il rischio di affrontare una guerra diretta comportava il pericolo della guerra atomica . Era l’equilibrio del terrore.

Questo equilibrio, sempre pericoloso ed instabile, si è rotto con la fine dell’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti sono diventati l’unica potenza mondiale e se ne sono approfittati, come tutti sappiamo, fino a quando è comparsa una nuova superpotenza, cioè la Cina. E’ cresciuta impetuosamente negli ultimi decenni e oggi è probabilmente alla pari se non superiore agli Stati Uniti.

Per ora il suo espansionismo è solo economico. Con il denaro sta comprando tutta l’Africa e le sue immense risorse minerarie ed agricole e sta accaparrandosi le risorse energetiche dovunque sia possibile.

Si stanno scontrando potentemente due sistemi economici concorrenziali. Per ora la Cina non sembra interessata ad intervenire da nessuna parte con le armi, ma non c’è da illudersi. La corsa per l’accaparramento delle risorse è sempre più forte. Alla fine si profila la possibilità della concorrenza diretta tra Stati Uniti e Cina, con la possibilità del coinvolgimento dell’Europa e della Russia, anche loro affamate di risorse energetiche e di mercati. Stiamo cioè vivendo sulla bocca di un vulcano che può esplodere da un momento all’altro. Mai come oggi la pace è stata in pericolo a livello planetario. Anche perché nuove tecnologie oggi in campo, potrebbero portare a forme di annientamento del nemico oggi impensabili e mai sperimentate.

Non c’è altra via per impedire che la concorrenza tra le varie potenze si trasformi in guerra, che impegnarsi fortemente per la Pace, cioè impegnarsi fortemente per la trasformazione dei sistemi economico-produttivi e politici fino a questo momento dominanti. Non c’è altra strada che quella di uscire dal capitalismo e dall’egoismo nazionale o di alleanze tra stati se vogliamo salvare l’Umanità nella sua varietà di popoli, di culture, di economie locali. E se vogliamo salvaguardare la libertà di tutti contro un ordine mondiale che una grande potenza potrebbe arrivare ad imporre con la forza e il ricatto dell’annientamento.

Mentre l’equilibrio del terrore di un tempo serviva almeno a salvaguardare democrazia e libertà ad una parte almeno degli stati del mondo, oggi no, oggi, come conseguenza delle nuoea tecnologie e di quelle che potranno venire, il pericolo è quello di una dittatura mondiale senza alternative.

La necessità della Pace deve diventare, perciò, la nostra preoccupazione fondamentale, ma non ci potrà essere senza un salto di epoca, senza una rivoluzione profonda nelle mentalità e nelle culture, senza che la solidarietà tra i popoli diventi la legge fondamentale dell’Umanità.

Anpi Carrara