La democrazia non si limita alle elezioni

L’immagine di Donald Trump su un campo da golf che si rifiuta di ammettere la sconfitta elettorale mi ha fatto riflettere su quanto potere hanno alcuni leader. Gli Stati Uniti, però, non sono l’unico paese dove di recente l’abuso di potere è diventato fuori controllo.

Quando penso all’Europa delle ultime settimane, mi viene in mente un’immagine che ha avuto molto meno visibilità: quella di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo. Abbiamo appreso con sgomento la sua decisione del mese scorso di rimandare di un giorno un voto cruciale per il futuro dei sussidi all’agricoltura. Sembra una cosa di poco conto, vero? Ma la decisione riguardava le modalità di spesa dei 60 miliardi di euro annui destinati all’agricoltura. Il cambiamento della data ha generato confusione in merito a tutta la votazione, portando a sospettare che le potenti lobby del settore agricolo ci abbiano messo il loro zampino.[1] Il risultato è stato un voto che ha completamente sminuito l’impegno dell’UE nei confronti delle misure per il clima e ha fatto arrivare chiamate da parte di Fridays for Future per ritirare la politica agricola comune (PAC), una delle politiche comunitarie di maggiore importanza, impegnando circa il 39% del bilancio dell'Unione europea.[2] Se questo genere di azioni dell’ultimo minuto sono ammesse, dov’è finito il potere dei cittadini? Quale ruolo ha la nostra voce nel sistema di distribuzione di denaro più esoso d'Europa, nell’ambito del quale la maggioranza dei soldi finisce in mano a coloro che hanno più ettari di terreno?

Un’altra immagine che mi ha fatto riflettere è quella della nostra partner Emma, dell’Osservatorio sul debito nella globalizzazione in Spagna, che scuote la testa mentre mi spiega che non c’è verso di scoprire come verranno spesi nel paese i miliardi di euro del piano di recupero dal Covid. Ma questa storia non riguarda soltanto la Spagna. In questo momento attivisti e movimenti in Spagna come in tutta Europa, stanno manifestando per cercare di influenzare come verranno impiegati i miliardi di euro del piano per cercare di garantire una transizione post Covid verde e giusta.

Dov’è finito il potere dei cittadini in Europa ora? Io credo che abbiamo ancora un disperato bisogno di questo potere. Non basta chiamare alle urne i cittadini ogni 4-5 anni per parlare di democrazia. Nel suo breve ma brillante libro intitolato “Against Elections” (Contro le elezioni), David Van Reybrouck sostiene che dobbiamo trovare altre modalità per essere coinvolti in tutto ciò che avviene tra una tornata elettorale e l’altra.

Ed è proprio questo il motivo per cui esiste WeMove Europe: per garantire che i cittadini europei sappiano cosa sta succedendo e trovare insieme delle soluzioni in grado di condurre l’Europa sulla strada per un futuro più roseo. Siamo impegnati in questa missione attraverso tantissime attività, a partire dalle petizioni, che indicano quanto le persone tengono a un determinato problema, passando per le manifestazioni (quando possibile), le azioni via Twitter, i poster, le e-mail, le chiamate o le riunioni con i decisori.

Ma abbiamo ancora bisogno di tanti altri modi per poter alimentare il cambiamento. In questo momento, ciò che mi incuriosisce in particolare sono le assemblee dei cittadini: finora sono state un tema riservato a pochi, ma ora stanno iniziando a lasciare il segno in occasioni rilevanti e potrebbero diventare una nuova tendenza.

Nel mio paese, in Irlanda, sono state organizzate assemblee dei cittadini per alcuni degli argomenti più controversi dell’epoca moderna: matrimoni fra coppie dello stesso sesso, aborto e cambiamento climatico. Quella sull’aborto mi ha colpito in modo particolare. Nel 2016, il Parlamento irlandese ha organizzato un’assemblea dei cittadini sull’aborto prima ancora di indire un referendum su questo tema. Sono state selezionate 99 persone in maniera casuale, seguendo un criterio di adeguata rappresentatività demografica, ed è stato chiesto loro di trascorrere cinque fine settimana ad ascoltare presentazioni di entrambe le fazioni del dibattito e poi discuterne insieme. Hanno ascoltato le posizioni di tutti, hanno condiviso idee, si sono scontrati, hanno cambiato opinione oppure sono rimasti della propria. E poi hanno preso una decisione. Il 64% dei partecipanti alla fine ha votato a favore dell’abolizione delle restrizioni nei primi mesi della gravidanza. [3] Questo ha portato il Primo Ministro a cambiare pubblicamente la sua opinione sul tema dell’aborto. Alcuni hanno ritenuto che l’assemblea dei cittadini fosse fuori luogo, ma il referendum successivo ha confermato la posizione, con il 66% di voti a favore dell’abolizione delle restrizioni. Questa esperienza, così come altre sul tema dei matrimoni fra coppie dello stesso sesso e sul clima, sono state fondamentali per l’Irlanda, per la nostra democrazia e la nostra identità.

In Francia, invece, una recente assemblea dei cittadini sul cambiamento climatico ha portato alla stesura di 149 consigli creativi straordinari, di cui 146 sono stati condivisi dal Presidente Macron, che ha promesso di lottare per difenderli. Uno di questi riguarda il cosiddetto “ecocidio”, la distruzione della natura, un reato perseguibile, finalmente, mentre un altro è legato all’inserimento degli obiettivi per il cambiamento climatico nella Costituzione. [4] Pensa a come questi fenomeni potrebbero dar vita a un cambiamento positivo, sorpassando i turni elettorali e la modifica delle priorità politiche.

Questo argomento ci sta a cuore perché gli attivisti di tutta Europa ora stanno cavalcando l’onda delle Assemblee dei cittadini. L’assemblea dei cittadini è una delle tre richieste principali di Extinction Rebellion, un movimento che sa bene quanto ci sia bisogno di cambiare la democrazia per evitare il cambiamento climatico. Assemblee dei cittadini stanno emergendo in Spagna, Danimarca, Germania e Scozia, anche se le restrizioni dovute al covid stanno rallentando i programmi, diverse città in tutta la Polonia stanno facendo la stessa cosa. La comunità germanofona del Belgio si è spinta ancora più in là, dove nessuno era mai arrivato, rendendo le assemblee parte ufficiale del sistema decisionale dello stato.

E se ampliassimo queste assemblee a livello europeo? Cosa comporterebbe per le discussioni sul cambiamento climatico - una sfida così ampia da non conoscere confini? Cosa aggiungerebbero al dibattito sui sussidi per la PAC, che è al centro del dibattito delle istituzioni da decenni, malgrado la quasi totale assenza delle opinioni dei cittadini? Che impatto avrebbero sul futuro dell’Unione Europea? Le elezioni statunitensi hanno tenuto incollati agli schermi milioni di cittadini europei, bramosi di ricevere aggiornamenti. Un’assemblea dei cittadini potrebbe rendere più concrete alcune decisioni e avvicinare i cittadini europei all’Europa?

Una cosa è certa: in un’epoca in cui dominano le fake news, la cospirazione e la crescente opposizione, sarebbe molto utile avere uno spazio dove riunire le persone al solo scopo di condividere idee e ascoltare, discutere e decidere. I dibattiti non possono avvenire solo su Twitter.

Ora vorrei sapere la tua opinione! Anche tu, come noi, sei entusiasta all’idea della possibile realizzazione di assemblee dei cittadini? Dovremmo avviare una campagna per chiedere un’assemblea dei cittadini sul clima a livello europeo?

Con speranza,

Laura (Bruxelles), Direttrice Esecutiva di WeMove Europe

Fonti:
[1] https://www.birdlife.org/europe-and-central-asia/news/press-release-european-parliament-kill-nature-CAP-22Oct2020

[2] https://twitter.com/Fridays4future/status/1320258903695781888?s=03; https://it.wikipedia.org/wiki/Politica_agricola_comune

[3] https://www.bbc.com/news/world-europe-39687584

[4] https://www.sciencemag.org/news/2020/10/jury-duty-global-warming-citizen-groups-help-solve-puzzle-climate-action

WeMove.EU è un movimento di cittadini, che si batte per un’Europa migliore; per un’Unione europea dedicata alla giustizia sociale ed economica, la sostenibilità ambientale, e per una democrazia concretamente diretta dai cittadini. Siamo individui di diverse provenienze, con diverse storie alle nostre spalle, che considerano l’Europa la propria casa, indipendentemente da dove siamo nati. Per non ricevere più aggiornamenti da WeMove, clicca qui.