Una prima riflessione su "Mama Africa" (Maurizio Rossi)

Mama Africa e Giovanna d'Arco in piazza a Pontremoli: due eventi che tutti dovrebbero guardare con attenzione.
La terza edizione di MAMA AFRICA e l'evento culturale autoprodotto, in piazza della Repubblica a Pontremoli hanno caratterizzato, a mio avviso, l'estate dell'alta Lunigiana.
Creatività, volontariato, lavoro di squadra, attenzione verso il territorio e coordinamento sinergico, sono le caratteristiche che accomunano le due iniziative.
Di Giovanna D'Arco parleranno meglio altri che hanno promosso e realizzato direttamente l'evento, io voglio fare un rapido bilancio di MAMA AFRICA, in vista dell'incontro che tutti gli organizzatori e collaboratori avranno a fine settembre.

I numeri sono importanti e ci dicono che c'è una costante e rapida crescita su tutti i fronti.

Sono cresciuti i partecipanti agli stage, sono cresciuti coloro che hanno seguito tutte le giornate nel campeggio e che sono arrivati da tutte le regioni d'Italia oltre che dalla Slovenia e dalla Francia, sono cresciuti i frequentatori della Lunigiana che hanno mangiato al ristorante, seguito i dibattiti e assistito ai concerti. Tutti hanno avuto un incremento di circa il 30%.
Ma è soprattutto il clima generale, la qualità dell'offerta culturale, la piacevolezza dell'ambiente, che hanno caratterizzato fortemente questa terza edizione.
Il Parco del Donatore che ci ha ospitati ha sicuramente avuto un grosso ruolo in tutto questo.
Le strutture ben organizzate e a norma, la disposizione e il movimento degli spazi hanno dato a MAMA AFRICA un carattere più solido e strutturato, più maturo e responsabile.
Nel mese precedente alla festa ci siamo dovuti confrontare sul territorio con una realtà che presentava elementi di ostilità nei confronti di MAMA AFRICA.
I motivi erano vari e non tutti giustificati, e certamente il clima di intolleranza che negli ultimi mesi ha percorso tutta l'Italia ha segnato anche questi malumori locali.
Nonostante avessimo messo in atto subito misure che cercavano di recuperare consenso, il timore che MAMA AFRICA si trovasse isolata e boicottata erano forti.
Scuramente, la piacevolezza della vita all'interno dello spazio della festa, la presenza di molti bambini, la passione e l'impegno dei ragazzi venuti fino qui per lavorare negli stage, ha concretamente modificato l'opinione di molti e li ha spinti a frequentare gli spazi di MAMA AFRICA nei giorni successivi.
Alla fine le voci che ci giungevano dai paesi vicini erano di diffusa approvazione.
L'organizzazione ha retto molto bene nonostante alcune difficoltà inevitabili in un collettivo che si sta formando sul campo e che deve ancora far fronte all'inesperienza oltre che ad una crescita repentina delle dimensioni e dei numeri a cui si deve far fronte.
Le forze però non sono mancate, perchè anche i volontari disponibili sono aumentati come tutto il resto, è mancata forse la capacità di impiegarli al meglio.
Sono successe molte cose nuove in questa edizione: per la prima volta, associazioni e gruppi informali di giovani hanno svolto consapevolmente ruoli precisi; Un gruppo di cittadini migranti ha assicurato un servizio di ristorazione come volontariato e molte giovani coppie con figli hanno frequentato lo spazio durante il giorno per le attività previste per i bambini.
Ci sono molte riflessioni da fare e le faremo a cominciare da settembre, c'è da adattare l'organizzazione, trovare la giusta collocazione dei dibattiti, migliorare la l'incontro tra i frequentatori degli stage e i ragazzi della Lunigiana, ripensare la fruizione dei concerti e della musica in genere, trovare uno spazio anche per altre espressioni, arricchire l'offerta gastronomica anche dopo la chiusura del ristorante, ecc. ecc., ma una cosa si può sicuramente dire: MAMA AFRICA ha ormai una sua riconoscibile identità e un pubblico vario che cresce e che la concepisce come un appuntamento oramai consolidato.