Voci degli invisibili della Casa di Accoglienza di Massa: Ritrovarsi inaspettatamente nel buio...

Questa settimana alla Casa di Accoglienza, stranamente, ci sono ben quattro italiani ed un ragazzo che viene dal Marocco, ma che è diversi anni che risiede a Massa.

Il fatto poi che dei quattro italiani ben tre siano residenti a Massa e a Carrara, ci dice veramente che la crisi sta stritolando le persone più deboli.

Flash di una chiacchierata davanti alla televisione dopo cena.


C. ha 48 anni, è di Carrara. S. ne ha uno di meno, 47, e risiede a Massa. Tutti e due lavoravano fino ad un anno fa, C. nelle piattaforme marittime, S. nell'edilizia.

S. per di più è separato con due figli ed ha lasciato la casa dove abitava alla moglie... mi confessa che ha vergogna che i suoi figli lo vedano così ridotto, tanto da non voler andare nell'albergo che il comune gli ha offerto, perché è vicino a dove stanno loro.

Storie di ordinaria fatica e solitudine... storie ordinarie e per questo ancora più drammatiche.

Ritrovarsi senza lavoro, senza casa... da soli... fare la spola tra gli assessori alle politiche sociali, gli assistenti sociali e poi trovarsi a dormire qualche giorno qui alla casa...

I giorni che sono tutti uguali... tutte domeniche, ma senza che sia una giornata di vera festa.

Ritrovarsi all'inizio della settimana a pensare dove andare a dormire il sabato e la domenica, quando questa Casa di Accoglienza rimarrà chiusa.

Non mi sono mai ubriacato, non ho mai fatto risse... e adesso mi accorgo che non so nemmeno chiedere l'elemosina. Quando devo farlo, magari per prendermi un caffè, faccio passare un sacco di persone ed esito sempre a chiedere un euro.

Nonostante questo buio, questa solitudine... crediamo che ci sia una speranza. So che dobbiamo però imparare a cavarcela da soli per uscirne...

E' questa forza che chiedo alla Madonna quando vado in chiesa.

Ho conosciuto mia moglie quando stava male, dopo un'operazione difficile. L'ho assistita nella sua malattia, quando nessuno la curava e me ne sono innamorato e ci siamo sposati.

Il problema è che eravamo come una persona sola che ci sorreggevamo grazie all'altro. Anche quando andavo a lavorare fuori lei veniva con me e cercava di lavorare nei ristoranti e negli alberghi.

Il punto è che quando uno dei due è crollato... proprio perché ci poggiavamo sull'altro, tutto è andato a pezzi.

Ed ora sono solo, senza parenti... e sopratutto senza amici. Perché se è vero che conosco alcune persone, l'amicizia è una parola grossa, e non mi sento di usarla così leggermente.

e nella stanza adesso entra un ragazzo marocchino che chiede se qualcuno ha una sigaretta. Solo C. ne ha una... ed allora i tre si dividono quell'unica sigaretta fumandola a turno... Riuscire a trovare il coraggio di dividere quel poco che si ha, forse questo dovrebbe esserci di insegnamento.


Pubblichiamo i racconti degli ospiti della Casa di Accoglienza di Massa, raccolti dai volontari, in modo da condividere emozioni e frammenti di vita delle persone che vengono ospitate settimanalmente presso la struttura.

Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza