Il Consiglio d'Europa continua, pervicacemente, a non capire

Il Consiglio d'Europa continua, pervicacemente, a non capire. I parametri di Maastricht sono ormai giurassici e il debito, in un mondo senza reddito e senza inflazione, non può spaventare.

Non possono essere citati i richiami all'iperinflazione dettata dalla svalutazione del marco avvenuta nella Repubblica di Weimar; la moneta tedesca divenne carta straccia quando nel luglio del 1920 la Conferenza di Spa stabiliva nella spaventosa cifra di 132 miliardi di marchi oro l'indennità di guerra e dopo che nei mesi successivi le truppe francesi occuparono la Ruhr, scatenando lo sciopero dei lavoratori tedeschi. Il tracollo del marco era il frutto di una cieca furia revanscista e dell'assenza totale di un'idea di Europa.

Non possono essere citati gli esempi dell'iperinflazione che ha colpito dagli anni Ottanta molti paesi latinoamericani; si trattava di realtà con monete fragilissime, strangolate da un'insostenibile dollarizzazione.

Non può essere citata neppure l'iperinflazione dell'Europa degli anni Settanta, travolta dagli shock petroliferi, da un dollaro imperante e dalla presenza di troppe monete nazionali angustiate dalla stagnazione.

Oggi abbiamo l'euro, moneta utilizzata da oltre 300 milioni di persone e già nel paniere di riserva di molte realtà mondiali, che non ha paragoni nel passato. E' una moneta forte che ha di fronte solo il dollaro, prodotto a profusione, praticamente senza limiti dagli Stati Uniti, e dunque intrinsecamente più debole perché già in eccesso e perché moneta di un paese costretto ad affrontare l'emergenza epidemica senza un sistema sanitario pubblico.

Dunque, l'unica strada percorribile, ora, è mettere in circolazione tutti gli euro necessari a far ripartire la produzione di reddito, senza condizioni perché tutti i pericoli eventuali di una simile scelta, dall'aumento del debito alla svalutazione, sono assai inferiori della crisi che è già arrivata.

 

Fonte: Posta pubblicato sulla pagina FaceBook il 26.02.2020