6 giorni di contratto: ucciso da un blocco di marmo

Luca, 40 anni, una figlia di poco più di un anno, una compagna. Un blocco di marmo ieri mattina lo schiacciato e non gli ha lasciato scampo. E' morto a Marina di Carrara, nella capitale mondiale del lapideo, anzi oramai la capitale mineraria del marmo visto che la lavorazione in loco del marmo è quasi scomparsa. E' morto di precarietà, era stato assunto il 9 di luglio per 5 giorni, fino a sabato 14, poi chissà. Come molti giovani del nostro territorio che con la precarietà, con i contratti a tempo molto determinato, con i contratti a chiamata ci fanno i conti tutti i giorni e li vedi sorridere quando il termine è oltre i 3 mesi.
Una conquista. Il tempo non basta per capire il funzionamento del lavoro, figuriamoci per fare un' adeguata formazione sulle procedure di sicurezza e poi, ogni ora di formazione è un'ora tolta alla produzione e al profitto. Poi che vuoi che succeda. Ma ieri Luca non è tornato a casa, il suo cuore si è fermato per il trauma subito. E' l'ennesimo morto sul lavoro nel settore lapideo che ha visto i cavatori sostenere pochi giorni fa una battaglia sul salario e perdere oggi la battaglia sulla sicurezza, sulle loro stesse vite.
Luca stava lavorando in un deposito di marmo ma aveva un contratto dei trasporti e, forse non è il caso specifico, lavorava all'interno di un sistema di aziende a scatole cinesi dove i prestanomi sono le coperture per affari molto più grossi.
Ma Luca certamente non lo sapeva e poco gliene importava, Luca stava aspettando sabato 14 per avere una proroga del suo contratto di 5 giorni e forse la sua testa, e la sua pancia, gli consigliavano di tirare dritto, di soprassedere sulle misure di sicurezza e non rompere troppo il padrone che poi se la sarebbe presa con lui.
Di precarietà si muore.
Nicola Cavazzuti