Direttiva per la politica industriale della difesa. Difesa da chi e da che cosa?

Ai lettori del notiziario suggerisco la lettura del documento “La Direttiva per la politica industriale della Difesa “ e sopratutto l’ascolto sulla pagina facebook di Pax Christi, della conferenza del 12 gennaio suDirettiva per la politica industriale della difesa. Difesa da chi e da che cosa?”.

Citando dal testo ministeriale , si legge : “ La Direttiva intende.. delineare gli obiettivi che il Dicastero deve perseguire per fungere da indirizzo e propulsore di questa risorsa essenziale per l’Italia, e per valorizzarne appieno il potenziale politico, tecnologico ed economico …evolvendo da un rapporto tra le Forze Armate e l’industria del tipo “cliente-fornitore”, attraverso una innovata sinergia come “Sistema Difesa”, volta a contemperare le prioritarie esigenze di sviluppo capacitivo dello Strumento militare con gli obiettivi di innovazione tecnologica e di competitività dell’industria nazionale, attraverso l’uso integrato e bilanciato del mercato domestico, di mirate strategie di collaborazione internazionale e della proiezione sui mercati esteri”

Secondo i relatori e citando Francesco Vignarca, della Rete italiana pace e disarmo: “ Questa direttiva va a cambiare in maniera qualitativa,..la motivazione politica di un sostegno al complesso militare industriale .. L’anno scorso .. abbiamo diffuso un documento sulle modalità con cui l’industria delle armi influenza il decisore politico. L’ha sempre influenzato in maniera indiretta, un po nascosta per evitare di sollevare problematiche, ma negli ultimi tempi questa influenza ,questa scelta di campo è molto più esplicita e devo dire che in questo senso il ministro Guerini è l’esempio di questa scelta che è anche iniziata prima (… già nel 2015…..)

E ancora Vignarca .. “ Nella Direttiva si dicono parole esplicite: uno dei pilastri della Difesa è l’industria che guardate bene, è davvero un sovvertimento , loro parlano ancora di rapporto cliente/ fornitore ma non è più cosi e questo dovrebbe far preoccupare perché indipendentemente dalla posizione che ciascuno ha, questo cambia radicalmente il ruolo del Ministero, lo fa davvero diventare centrale per il ruolo industriale, per gli aspetti produttivi e di conseguenza anche per gli aspetti esportativi , dell’industria delle armi che è una cosa che non c è nell’architettura standard di una nazione, di uno stato moderno, come lo prevede anche la nostra Costituzione in cui il ruolo delle forze armate e del Ministero della Difesa è ben chiaro, e non è quello di favorire l’industria Bellica.”

Qualcosa è cambiato , se anche lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi in una conferenza stampa tenutasi a settembre del 2021, aveva detto che “Ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa e bisognerà spendere molto di più nella difesa di quanto fatto finora, perché le coperture internazionali di cui eravamo certi si sono dimostrate meno interessate nei confronti dell’Europa”. “

Nella conferenza si riportano dati e diverse e approfondite riflessioni , e possibili azioni alternative ma prima di tutto occorre la conoscenza e la consapevolezza di quello che sta accadendo. Buona lettura e buon ascolto.

Antonella Cappè