Muhanga: il dramma dimenticato (Padre Giovanni Piumatti)

Nel Nord-Kivu
Si sta facendo una guerra silenziosa, la gente muore lontana dagli occhi della comunità internazionale... questa operazione si chiama KIMIA (silenzio!!!!) E' una guerra politica e mineraria, la gente dei villaggi implicati, non può più vivere e paga per tutti...
Parliamo di due piccoli villaggi con testimoni oculari, che possono farsi voce di questa gente.
I due villaggi Muhanga -Bunyatenge si trovano nella foresta, e come questi altri centinaia, che non appaiono sulla carta come le cave minerarie; questi due villaggi sono un esempio di quello che succede, nel silenzio più assoluto...
Quando si parla di questa regione, si dichiara che è una regiona rappacificata e sicura!!!!
Purtroppo in questi villaggi con i soldati onnipresenti non si vive...
- FRDC ( forze armate Repubblica Democratica del Congo) sono presenti in varie zone di operazioni militari contro tutte le forze armate di ribelli ( MaiMai e FDLR Hutu ruandesi); queste operazioni s'inoltrano molto all'interno ( da 2 a 7 giorni di cammino) sono lontani da ogni controllo dei Superiori; inoltre non hanno salari, cibo, mezzi di trasporto... Rendono la vita impossibile alla popolazione, costretta a pagare tutto, più del necessario, con il fucile puntato...questa coabitazione forzata è impossibile! I civili sono obbligati a trasportare le loro vettovaglie nelle zone operazionali, (e lì si spara...) sono costretti a scavalcare cadaveri lasciati da settimane all'aria aperta, con tutte le conseguenze sanitarie!
Le donne dei militari seguono i loro mariti nei posti di guerra, ancora la popolazione deve alloggiare e nutrire; le alte autorità militari danno l'ordine di rinviare queste donne ( ordine che non viene rispettato), la mancanza di queste mogli può fare aumentare i casi di violenza sessuale...
Si dice che la MONUC (ONU)  deve garantire principalmente la sicurezza della popolazione: ma perché non si trova in questi posti??? E se non è qui dove si trova????
Si continua a far passare il messaggio  Se alcune delle persone armate vogliono deporre le armi sono  ben accolte!!!!
Il messaggio è ben percepito; il mese passato abbiamo visto dei segni positivi sul posto e nei dintorni, ma non si vede nessuna struttura d'accoglienza, nè DDRRR (disarmo-demobilitazione-reintegrazione-rimpatrio...) nè MONUC, né altri organismi... a chi bisogna indirizzarsi? A dei privati????
Sappiamo che FRDC non resterà a lungo in queste zone di foresta, e se tutto continua come oggi, abbiamo sempre constatato che due giorni dopo la loro partenza, altri gruppi armati ritornano...
Un esempio di cronaca:
Da due mesi a Lubero c'è un ragazzo, proveniente dal Rwanda, ex-combattente, molto malato, è stato trasferito dall'ospedale di Lubero, a quello di Butembo.
Non consce nessuno né in Congo né in Rwanda. Era scappato dal Rwanda all'età di 10 anni con qualche persona adulta; non sa dove andare, vuole uscire e lasciare le armi, vuole guarire...
Ecco l'impegno di ONG  e grandi ORGANISMI INTERNAZIONALI:
-     CHILDREN, UNICEF dicono                  non è un bambino
-     UNHCR (commissairato per i rifugiati) è ruandese ed è armato
-     CICR                                                non è ferito di guerra
-     DDRRR... NON SI VEDE
 NESSUNO... NESSUNO  vuole occuparsene: non rientra nei loro obiettivi!!!!!!!!!!

AIUTI UMANITARI: ONG
In questi villaggi si comportano in maniera strana: prima delle operazioni KIMIA, non venivano, perché essendo "ZONA ROSSA" era pericoloso... La presenza di ribelli...
 Eppure la gente deve restare...
Oggi che le  FRDC sono presenti abbiamo visto OCHA, UNCHR, OXFAM... Si dicono tutti disponibili... ma nessuno, assolutamente nessuno viene!!!!
CICR (croce rossa internazionale) Ha fatto 2 viaggi con due macchine per vedere..., e poi loro seguono solo i casi di feriti di guerra.. per il resto della popolazione non un'aspirina, o un bicchiere d'acqua...

LA POPOLAZIONE
Da quasi 15 anni queste popolazioni convivono con tutte le forze armate di turno: Tutti si servono dei loro campi,hanno sempre mangiato tutto: galline, capre, anche i porcellini d'india... Tutti su servono delle loro casseruole, bidoni di plastica, di utensili familiari...
NESSUNO   pensa di venire incontro a queste persone che sono le prime vittime: i bambini malnutriti, le donne non possono andare nei campi per paura di essere violentate, gli uomini devono nascondersi per paura di essere usati come trasportatori e di essere derubati anche dei loro vestiti, scarpe...
Eppure sulla grande strada Beni-Butembo-kanyabayonga, si continua a distribuire KIT di plastica per la sopravvivenza, ci sono somme enormi di denaro che dovrebbero essere destinate agli aiuti  della popolazione, di  tutta la popolazione...
Abbiamo parlato solo del ragazzo ruandese, si potrebbero raccontare molti casi di gente del villaggio, che sopporta in silenzio queste violenze ...
Non abbiamo nominato la comunità internazionale, ma non è questa alla testa di tutto?  Non tocca  alla comunità internazionale oggi di trovare una soluzione?