Sacchetti biodegradabili non inquinano? E' una bufola...

Tutta la polemica sul pagamento dei sacchetti di plastica biodegradabili (da 0,2 a 0,5 centesimi a sacchetto) probabilmente si giustifica dal fatto che esso è l'ennesimo aumento, ed è stato calcolato dal codacons , che ogni cittadino per gli aumenti delle tariffe, servizi, prezzi vari, dovrà sborsare di tasca in un anno, circa 980 euro.

Ma quello che non emerge dalla polemica è il fatto che non è vero che il sacchetto biodegradabile non inquini.

Chi sostiene che i sacchetti biodegradabili non inquinano o e' ignorante Nella materia o mente sapendo di mentire.

In realtà tutti i sacchetti di plastica non biodegradabili inquinano... ma quelli biodegradabili inquinano di più di quelli non biodegradabili e vi dico il motivo questo:

1) il sacchetto non biodegradabile e' fatto di polimeri che non si disintegrano e se vengono sparsi nei fossi, mare, terreni... hanno soprattutto in inquinamento visivo (non solo, perché a volte e li troviamo nello stomaco dei pesci) ,ma rimangono integri anche per più di 100 anni;

2 ) il sacchetto biodegradabile e' fatto in parte di cellulosa, amido, mais, patate , ma assieme al polietilene taralfalato (PET) che è sempre un polimero di materiale plastico derivato dal petrolio che tiene assieme gli altri monomeri vegetali, pero' si disintegra e i suoi componenti tossici (spesso anche con scritte e quindi inchiostri chimici) entrano nel terreno, e nelle falde acquifere... un inquinamento ben peggiore del primo. Il prodotto viene fatto anche dalla multinazionale chimica Solvay. Esiste una normativa europea del 2002 la quale prevede che il sacchetto per essere considerato biodegradabile dee avere almeno il 40% di materie prime degradabili e debba degradarsi , se disperso nei terreni, al 90% entro 6 mesi.. La normativa europea si chiama “NORMA UNI EN 13432.

Quindi coloro che pensano che il sacchetto biodegradabile non inquini ... che anzi sia l'inizio della conversione ecologica del sistema industriale "beccano una cantonata"... Ma e' un business.

Ne approfitto per rispondere a chi sostiene che noi italiani disperdiamo i sacchetti non biodegradabili nei fiumi, che essi arrivano al mare ed uccidono i pesci... e' vero , ma e' un fatto di educazione civica e culturale... ed il problema non si risolve con un'alternativa peggiore con l’inquinamento delle falde terrestri ed acquifere...


Umberto Franchi