Acqua pubblica: buon compleanno referendum!

Il 12 e 13 giugno 2011 oltre 26 milioni di persone votarono per bloccare il progetto del Governo Berlusconi di definitiva privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali.
Qual era la volontà popolare? Così la riassumeva la Corte costituzionale: "rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua." L’esito referendario è stato ripetutamente messo sotto attacco dai Governi succedutisi alla guida del Paese, compreso il Governo Renzi.

Gli obiettivi espliciti dei decreti attuativi della legge Madia sono “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità” e il “rafforzamento del ruolo dei soggetti privati”.

Il decreto Madia sui servizi pubblici locali vieta la gestione pubblica per i servizi a rete, acqua inclusa, e ripristina l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano abrogato.

Per non dire dello stravolgimento della legge per la ripubblicizzazione dell'acqua compiuta dalla maggioranza alla Camera il 20 Aprile scorso.

Il miglior modo per festeggiare il il 5° compleanno del referendum è bloccare insieme questo progetto: chiediamo il ritiro immediato del decreto Madia e il ripristino del testo originario della legge per l'acqua.

Sono in programma decine di iniziative diffuse sui territori e prosegue la raccolta firme sulla petizione popolare per il ritiro di questi decreti nell'ambito del “Firma Day” promosso dalla campagna sui referendum sociali e costituzionali.

Segnalato da Nicola Cavazzuti