I bambini invisibili

Costano quanto un’auto nuova. Il loro prezzo oscilla dai 20 ai 25mila euro. A differenza delle macchine però, che non possono uscire dalla concessionaria senza avere una targa che le immatricoli attestandone l’esistenza, loro possono lasciare l’ospedale senza essere censiti. E in quei dieci giorni che la legge prevede per la registrazione della loro nascita spesso scompaiono. Diventano merce del mercato delle adozioni illegali, che non si commuove davanti alla disperazione di una donna priva di permesso di soggiorno, impaurita dalla solitudine e dalla continua minaccia dell’espulsione per un reato assurdo che solo in Italia prende il nome di “clandestinità”.
A denunciare la compravendita di neonati in Italia è Luigi Fadiga, ex presidente della Corte d’appello del tribunale dei minori di Roma. La legge italiana, ha sottolineato il giudice, prevede il parto in anonimato anche per le donne senza permesso di soggiorno. Ma questo diritto viene ostacolato dal pacchetto sicurezza e da quell’assurdo reato di “clandestinità”, che fa sì che le immigrate senza documenti abbiano il terrore di recarsi in ospedale a partorire. Il terrore dell’espulsione, la mancanza di possibilità di crescere i piccoli e le piccole, la non volontà di interrompere la gravidanza consegnano le immigrate nelle mani del racket delle adozioni illegali.

Non c’è fretta per far procedere quelle tre proposte di legge ferme da tempo nella Commissione affari sociali della Camera dei deputati. Non importa se, nel 2000, l’Istat ha denunciato il non riconoscimento alla nascita di 362 neonati nel nostro Paese, diventati 647 nel 2007. Abbiamo altro a cui pensare: abbiamo la crisi economica, l’impasse del governo, le intercettazioni d bloccare prima che si sappia ancora qualcos’altro del bunga bunga…