I nostri morti

Con la morte di Pietro Pinna, salgono a tre, in un mese e mezzo, con Nanni Salio e Fulvio Cesare Manara, i nostri compagni e guide sulla via della nonviolenza, della cultura attiva gandhiana e capitiniana, che ci lasciano soli.

Ma ci lasciano soli?

Essi si aggiungono a tanti promotori ed esploratori del nostro cammino, che li hanno preceduti.

Nanni amava che in gennaio, nell'anniversario di Domenico Sereno Regis, li ricordassimo tutti, consapevoli della loro compresenza nel nostro lavoro, nello spirito che anima la nostra speranza attiva, nella nostra amicizia impegnata.

Continuiamo a ricordarli, perché sono doni vivi dati a noi, ed è nostro debito trasmetterne lo spirito e il lavoro.

Davanti alla morte ognuno di noi ha i suoi interrogativi e le sue piccole o grandi luci.

Tutti insieme abbiamo la decisione di non rassegnarci alla morte data dalla violenza delle armi, delle ingiustizie, delle culture inumane.

Se l'umanità arriverà a non aggiungere morte alla morte, arriveremo forse a imparare che la morte naturale non ci fa perdere nessuna vita che sia viva, che viva per gli altri, per ciò che è giusto.

Ci abbracciamo tra noi con forza, con i nostri amici "andati avanti".

Enrico