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Ora che è passato tanto tempo, e sono vecchio, e posso rivedere le cose con calma, mi sento di potervi raccontare, come voi mi chiedete, quella storia che mi riguarda. Come sapete, Gesù la raccontò così bene – era anche un artista – ai farisei e ai dottori della legge che borbottavano tra loro dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Mancano pochi giorni a San Valentino, una delle tante feste commerciali che, facendo leva sui sentimenti, arricchiscono il mercato. Pochi giorni fa, nella mail redazionale, è arrivata la segnalazione di Adriano Marzi, scrittore e fotogiornalista, che ci segnala una pagina del suo bellissimo sito in cui denuncia come la produzione delle rose sia diventata massiccia in Etiopia. E come una rosa su 4, tra quelle che molti italiani compreranno per festeggiare la propria persona amata (secondo i dati Coldiretti, un italiano su tre…), arrivi dall’Africa.

Voglio tornare a parlarvi ancora un tratto, caro signor Kappus, se anche non posso dirvi quasi nulla che rechi qualche aiuto.

Voi avete avuto molte e grandi tristezze che se ne sono andate. E dite che anche quel loro andarsene fu per voi difficile e irritante.

Ma vi prego, riflettete se quelle grandi tristezze non siano piuttosto passate attraverso di voi.

Se molto in voi non si sia trasformato, se in qualche parte, in qualche punto del vostro essere non vi siate mutato, mentre eravate triste.

C’erano anche una capra, un asino, galline. Il letto era di paglia…Una sfida alla vita.

di Mario Pancera

Chi conosce la vita contadina, sa che nella stalla ci sono le bestie per lavorare i campi. Sono mucche, buoi, vitelli, cavalli, asini o muli e così via. Ognuno ha un suo posto, ed è legato alla greppia. Al mio paese (almeno ai miei tempi) le mucche avevano anche un nome. Io mi chiamo Antonio M., ho pure un fratello minore, è la verità. Mio padre era un bergamino, cioè un lavoratore a giornata: si alzava di notte per mungere le mucche nella stalla (del padrone), tornava a dormire un po’ e poi, nella bella stagione, andava nei campi: seminava, arava, raccoglieva il frumento o il granoturco, d’autunno si occupava delle viti. Voi lo chiamate bifolco. Spingendo con un lungo palo un biciclo con un bidone, io andavo a consegnare il latte in latteria.