“Prima di poter sapere cosa veramente è la gentilezza, devi perdere parecchie cose, e percepire il futuro svanire in un attimo, come sale in un brodo di poca sostanza.
Ciò che hai tenuto saldo in mano, ciò in cui hai sempre potuto contare, che hai conservato con cautela, tutte queste cose devono svanire, perché tu possa sapere quanto possa essere desolante il paesaggio tra due lontane regioni di gentilezza.
Devi vederti continuare a viaggiare su di un autobus che pensi non debba mai fermarsi, con tanti passeggeri che mangiano pollo e granturco, come se tutti costoro potessero guardare per sempre fuori dai finestrini.
Prima che tu possa imparare la tenera gravità della gentilezza, devi trovarti a viaggiare in un posto ove un Indiano giace morto avvolto nel suo poncho di un bianco candido al lato della strada. Devi realizzare che quello potresti benissimo essere tu, e come anche questa persona viaggiava nella notte sospinto dai suoi progetti e dal semplice respiro che lo teneva in vita.
Prima che tu possa comprendere come la gentilezza sia la cosa più profonda, devi anche comprendere come il dolore della perdita sia l’altra cosa altrettanto profonda.
Devi saperti svegliare con quel dolore del lutto, devi parlargli a quattrocchi, fintanto che la tua voce non saprà sbrogliare tutti i fili di tutti i lutti sofferti, e portarti a vedere la vera dimensione di questo grande vestito, A quel punto, l’unica cosa rimasta ad avere un senso sarà la gentilezza. Sarà la gentilezza con cui ti allaccerai le scarpe, e che ti sospingerà fuori casa ad incontrare il giorno, ad ammirare il pane. Solo la gentilezza sarà quella che alzerà la propria testa sopra la folla del mondo intero per dire: <<Sono io quella che hai sempre cercato, e starò per sempre con te in ogni luogo, come un’ombra o un amico>>.”
Si può prendere visione della lettura originale in inglese al seguente link: https://www.facebook.com/tealswanofficial/videos/2279545162403567
“Gentilezza”, un componimento di Naomi Shihab, letto da Emma Thompson via post di Facebook” (traduzione: Andrea De Casa)