- Guerra in Yemen (dal 2011)
- Guerra civile in Somalia (dal 1991)
- Scontri etnici in Sudan (dal 2011 )
- Guerra del Darfur (dal 2003 )
- Conflitto Ituri; Congo (dal 1999)
- Guerra nel Mali (dal 2012)
- crisi nel Kashmir tra India e Pakistan (dal 1947)
- Guerra civile nella Repubblica Centro Africana (dal 2012)
- Guerra jihadista di Cabo Delgado; Mozambico (dal 2017)
- Guerra curdo-turca (dal 1984)
- Conflitto Israele-Palestina (dal 1948)
- Crisi in Camerun (dal 2017)
- Crisi libica (dal 2011)
- Guerra in Ucraina (Donbass dal 2022; Crimea dal 2014)
questo lugubre conteggio lo fermo qui, per brevità del mio intervento, ma bisogna sottolineare che nel mondo, vi sono oltre 50 guerre più o meno “ a bassa intensità attualmente in atto.
La terza guerra mondiale è già tra di noi, l’ha denunciato il Papa, e non solo lui, tra la derisione e il disprezzo di guerra fondai incalliti.
Diversi milioni di morti e decine di milioni di feriti di cui il 90% sono vittime civili in maggioranza donne, bambini e anziani.
Lascio, per brevità del mio intervento, di elencare le violenze, i soprusi gli ammazzamenti in particolare delle donne, in tanti Paesi, ricordo sempre per brevità, le donne iraniane e le donne curde.
Le motivazioni di queste guerre sono diverse: cambio climatico, conflitti etnici, conflitti religiosi, geo-politici, geo-economici, pressione demografica.
La guerra di aggressione della Russia, nei confronti dell’Ucraina ha degli elementi di ulteriore pericolosità:
per la prima volta si parla apertamente di guerra nucleare;
Per la prima volta si parla apertamente di un mondo dominato da una cultura e da una economia “unipolare” e non più multipolare; ( ovviamente quella Occidentale);
la Nato, che negli ultimi anni era molto ridimensionata in termini politici e militari, ha acquisito una grande importanza a discapito degli organismi internazionali: in primis l’ONU;
Nonostante la storia ci insegni che c’è sempre stato uno spazio per fare accordi, per far cessare le ostilità e trovare dei compromessi più o meno onorevoli, nelle ultime settimane ha preso il sopravvento il concetto di vittoria “finale” e di un solo vincitore e come in una gigantesca partita con la play station, c’è chi seduto comodamente su una poltrona . inneggia a una “vittoria finale” dell’Ucraina oppure, della Russia.
Questi signori, non tengono conto che tra queste due opzioni, ce né una terza: la distruzione del Pianeta o quanto meno di buona parte dell’Europa che si trova schiacciata tra queste due nuove “zolle” geopolitiche e geoeconomiche: gli USA e la Cina.
Le vite umane, sono considerate effetti collaterali, c’è invece molta attenzione e bramosia, sulle quantità economiche che saranno stanziate, per la ricostruzione degli edifici privati, pubblici e delle infrastrutture in Ucraina e negli altri Paesi.
In un recente articolo, il giornalista Rampini ha calcolato che ci vorranno oltre 750 miliardi di dollari, per la ricostruzione parziale in Ucraina.
A tale proposito, la nostra Presidente del Consiglio, nella sua recentissima visita in Ucraina, ha dichiarato che nel prossimo mese di Aprile ricomincerà questa ricostruzione alla quale ovviamente l’Italia è molto interessata.
La CGIL è presente in questa e in tutte le altre manifestazioni:
per farsi promotrice, insieme a tante altre organizzazioni, a chiedere e indicare un percorso di Pace e di collaborazione tra tutti i popoli della terra.
Una economia di guerra, oltre alla perdita di vite umane, restringe gli spazzi democratici, aumenta gli investimenti nel settore delle armi a discapito delle risorse dedicate, ai servizi sociali, alla scuola, alle pensioni e agli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici, a tale proposito esprimiamo la nostra solidarietà alla preside del liceo “Da Vinci” di Firenze, per il tentativo di censura del ministro Valditara.
L’economia di guerra, riduce anche la possibilità di aiutare le popolazioni colpite dai disastri ambientali, alcuni naturali come il terremoto che ha sconvolto ultimamente la Siria e la Turchia.
L’economia di guerra, impedisce anche interventi di transizione ecologica, indispensabile per il nostro Pianeta, se ne vogliamo garantire la sopravvivenza.
Ci vogliono fra credere, che la violenza è insita nell’essere umano, è non è dovuta a un sistema economico e produttivo che si basa sulla depredazione delle risorse naturali e lo sfruttamento di altri esseri umani.
Le decine e decine di manifestazioni, le adesioni di singole persone e di associazioni, a manifestazioni come questa di Pontremoli per una Pace immediata “senza se e senza ma” deve avere come obbiettivo di scardinare la narrazione a senso unico che ci propinano quotidianamente anche la maggioranza dei mezzi di comunicazioni digitali e cartacei, che non perdono l’occasione per inneggiare alla guerra e chiedere più risorse economiche per la costruzione di armi sempre più sofisticate e più potenti…...il nuovo razzo ipersonico...
Infine, in questi giorni, anche amici e conoscenti mi hanno preso in giro, perché hanno accomunato le posizioni sulla richiesta di pace, con le parole sconnesse e approssimative che il pregiudicato di Arcore, ha pronunciato ultimamente.
Rimandiamo al mittente queste accuse: il pregiudicato di Arcore, oltre a schierarsi apertamente con una delle parti in causa, lo fa, per gli ingenti interessi economici che ha in Russia e in altri Paesi.
Porto il saluto e l’adesione anche dell’associazione “dal libro alla solidarietà” che aderisce a questa iniziativa ma non è presente, il suo presidente, Carmine Mezzaccappa, perché impegnato nella analoga manifestazione a Carrara.
Ci aspettano giornate molte dure, perché i venti di guerra, stanno aumentando la loro potenza militare e di indottrinamento ideologico e quindi dovremo rafforzare i nostri sforzi e le nostre energie perché emerga la volontà di Pace e cooperazione tra i popoli.
Mai come in questo momento, abbiamo dalla nostra parte la forza della ragione.
Ringrazio a nome della Cgil il Cantiere della Pace che si è fatto promotore di questa iniziativa e un saluto anche a tutte le altre organizzazioni e personalità che stanno partecipando a questa evento.
Ai miei tempi, nelle manifestazioni avevamo uno slogan: li batteremo con un sorriso!
oggi, con l’aggiunta delle nostre argomentazioni per un cessate fuoco immediato, questo stesso slogan, può essere usato nei confronti di “odiatori seriali”, guerra fondai, costruttori di armi, speculatori finanziari, dittatori e governi misogini e autoritari.
Buona Manifestazione e continuiamo nel nostro percorso nel costruire la pace.
Pontremoli 24 febbraio 2023
SPI CGIL Lunigiana (Mazzeo Vincenzo)