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In occasione della conclusione, 100 anni fa, della prima guerra mondiale, il vescovo diocesano Ivo Muser della Diocesi di Bolzano-Bressanone, ha pubblicato una lettera pastorale molto forte,”Beati gli operatori di pace” che condividiamo come ulteriore contributo per riflettere e prendere le distanze da certi nostalgici trionfalismi.

Care amiche ed amici,

prendiamo il lutto perché il Senato ha approvato la legge sulla legittima difesa, difesa che dalle nuove norme viene presunta in una indeterminata serie di casi sempre come proporzionata e legittima. In tal modo viene meno il giudizio, caso per caso, della liceità e della proporzione di una violenza inflitta a terzi, fino ad ucciderli, che saggiamente l’attuale Codice penale affida al giudice, come interprete dell’interesse supremo dello Stato a impedire che ciascuno si faccia giustizia da sé, in una lotta di tutti contro tutti.

È inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci.

Ci preme sostare sul caso Riace, perché aiuta a riflettere sul rapporto fra “leggi” e “giustizia”.

Gli arresti domiciliari chiesti dalla procura di Locri per il sindaco di Riace, Domenico Lucano, erano davvero necessari? Non era più auspicabile un provvedimento di altro tipo?

Le accuse di malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione, sono già state smantellate dal giudice per l’indagine preliminare, il gip di Locri: «Nessuno ha intascato un centesimo».