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Ognuno di noi di Gaza è testimone o martire sulla via della liberazione.

Ognuno di noi di Gaza aspetta di capire se sarà testimone

o martire lassù davanti a Dio. Tutti noi di Gaza abbiamo iniziato a ricostruire la città

lassù in Paradiso. Medici senza pazienti. Nessuno sanguina.

Oggi

i giovani liberi si sollevano nelle università e lanciano la loro voce nel vento.

Oggi vediamo cuori sgozzati come i nostri

e piangono per le madri che non hanno trovato tempo per piangere.

Oggi

i giovani liberi si sollevano nelle università e non verrà promosso

chi non supera l'esame di umanità.

Oggi il mondo mostra una certa giustizia, una certa umanità,

il loro grido è la mia voce

e il loro sangue è il mio

bolle come la mano di una bambina amputata sulla terra. Siamo un buon mondo,

governato da demoni bianchi

Perché non diventiamo un solo mondo? Perché non cresciamo insieme?

La mia voce, la nostra voce

E il mio sangue, se accresce la vostra rabbia, ora è vostro.

Insegnate ai vostri figli

Che il corpo della terra è uno,

che i confini della terra sono un'invenzione e chi non rifiuta di uccidere

sarà ucciso facilmente.

Fermate il fuoco sui nostri petti, fermate il fuoco

perché possiamo seminare la nostra terra

e nutrirvi

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Haidar al-Ghazali è un poeta di Gaza, ha 21 anni. Studiava letteratura inglese, la sua università è stata rasa al suolo. Dall'inizio dell'offensiva israeliana racconta l'assedio scrivendo ogni giorno, come lui stesso dice "versi che sanguinano". La poesia "I giovani liberi" viene letta in tutto il mondo ed è rivolta ai giovani in protesta nelle università occupate.