Export di armi italiane, segreti e silenzi di Stato
- Giorgio Beretta
- Categoria: Commercio e industria armi
- Visite: 539
Egitto e non solo. La legge 185/90 fu approvata grazie alla forte mobilitazione della società civile e dell’associazionismo laico e cattolico che promosse la campagna «Contro i mercanti di morte» e che sostituì la norma di epoca fascista che impediva trasparenza. Ora è bene che intervenga la magistratura. Ma è innanzitutto compito del Parlamento richiedere che il governo riferisca alla Camere.
Chiediamo al Governo di bloccare qualsiasi ipotesi di nuove forniture militari all’Egitto di al-Sisi. Chiediamo a Deputati e Senatori di pretendere un dibattito aperto e chiaro in Parlamento su questa ipotesi di “contratto armato” (che tocca punti nodali della politica estera e di difesa dell’Italia). Nonostante da luglio 2019 sia attiva la sospensione delle vendite di bombe d’aereo e missili verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per il coinvolgimento nel conflitto in Yemen, lo scorso anno sono state rilasciate nuove autorizzazioni per quasi 200 milioni di euro e le consegne definitive certificate dalle Dogane hanno raggiunto i 190 milioni di euro verso i due Paesi. Circa 95 milioni di euro consegnati agli altri membri della coalizione a guida saudita. Quasi 25 milioni di euro di controvalore per centinaia di bombe sono stati sicuramente esportati da RWM Italia verso l’Arabia Saudita.
La posizione di Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana che ribadiscono come non esistano “penali” per l'uscita dal Programma (ma solo per i contratti di acquisto confermato) e che ciascuno deve prendersi la propria responsabilità politica.
Pagina 5 di 33
#StopArmiEgitto: Fermiamo insieme l’invio di armamenti all’Egitto di al-Sisi
Export 2019: ancora bombe italiane verso i Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen
Riparte il dibattito sugli F-35: le reti per la pace confermano il proprio NO