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“Ahed Tamini è un attivista Palestinese che è nata ed è stata allevata in un villaggio della Cis-Giordania chiamato Nabi Saleh, divenuto un centro di organizzazione della resistenza quando un insediamento Israeliano illegale ha bloccato l’accesso ad una sorgente acquifera locale.

Nel seguente estratto dal film-documentario “Where Olive Trees Weep – Dove gli Olivi Piangono” parla della violenza che un soldato Israeliano ha agito sulla sua comunità prima che venne sequestrato un video divenuto virale in cui si registrava il suo incontro con il soldato. Il video ha continuato tuttavia a essere diffuso diventando simbolo della lotta Palestinese.

Nell’agosto di 76 anni fa, le autorità israeliane formalizzarono il «Comitato di trasferimento», finalizzato a impedire il ritorno dei profughi palestinesi e a favorire il loro assorbimento permanente nei paesi limitrofi. Venne accompagnato da una serie di politiche volte a ripopolare decine di villaggi palestinesi – ne vennero sfollati 418 – con migliaia di olim khadashim («nuovi immigrati») arrivati in Israele per lo più nei mesi precedenti e nei quattro anni successivi a quegli eventi.

Stavolta dobbiamo riconoscerlo, il diritto internazionale ha fatto la sua parte e, nonostante sia stato devastato in questi ultimi trenta anni da tante, troppe guerre fuori da ogni diritto dell’Occidente proprio in Medio Oriente, esiste ancora e prova ad avere un ruolo “a caldo” mentre il massacro di Gaza continua e raggiunge la cifra di 39mila morti e decine e decine di migliaia di feriti, per la maggiora parte civili inermi, donne, bambini, anziani, con la devastazione di ogni struttura umanitaria e di ogni risorsa vitale.

Non hanno parlato nemmeno per condannarlo: il parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia, massimo tribunale del pianeta, ha lasciato indifferente un pezzo di mondo, quello occidentale.

Da Unione europea e Stati uniti non sono arrivati commenti di sorta sulla pesante, pesantissima accusa mossa dalla Cig: l’occupazione israeliana di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est è illegale, è un’annessione di fatto ed è un regime di apartheid. Tra venerdì e ieri gli interventi di Antony Blinken, segretario di Stato Usa, e di Sven Koopmans, inviato Ue per il Medio Oriente, guardavano altrove.